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« Gli italiani sono stati ...Il governo usa l'anniv... »

Stop agli infermieri stranieri? Per sfruttare di pił quelli italiani e ridurre ancora la sanitą pubblica

Post n°4089 pubblicato il 05 Dicembre 2010 da cile54

Altra sparata leghista

Dopo la cretinata dell'esponente della lega veneta Giovannoni che annulla la maratona perchè vincono sempre gli atleti sud africani (allora mi domando,si dovrebbe annullare tutte le competizioni sportive comprese le olimpiadi) sento ora quella sugli infermieri. E vero che, la mamma dei cretini è sempre in cinta, ma al di la delle stupidate chiedo, quanti italiani sono disposti a turni massacranti, stipendi da fame??? Forse lor signori dimenticano che nell'ultimo quinquennio ben un milione di italiani è emigrato all'estero per lavorare, ma non erano infermieri, se ne sono andati perchè in Italia non c'è più una prospettiva futura, e non si sta facendo niente per cambiare rotta.Arroganza e ignoranza. Siamo ancora fortunati se ci sono stranieri disposti a venire in questo paese razzista a fare lavori che sempre meno italiani sono disposti a fare, nonostante la disoccupazione. Fra qualche anno dovremo supplicarli di venire,ma qualcuno ha spiegato a quei "geni" della lega che se ci sono molti infermieri stranieri è perchè gli italiani non hanno voglia di fare sacrifici e lavorare? in Inghilterra anni fa è successo la stessa cosa, reclutavano infermieri dall'estero e credo lo facciano ancora, solo che non esisteva il razzismo e imbecilli che obiettavano, anzi !! ma possibile che non capiscano che se per caso (dovremmo accendere un lume se succedesse) il loro capo gli viene un'altro coccolone se non ci sono gli infermieri il pappagallo sotto al culo non glielo toglie nessuno? Ma i genitori di questa gente non si vergogna avere dei figli così imbecilli e ignoranti?Questi leghisti hanno provato ad aver bisogno di personale infermieristico in ospedale, nelle case di riposo, nell'assistenza domiciliare? Sembra quasi che gli infernieri italiani se ne stiano tutti seduti tranquillamente in casa nell'attesa di qualche offerta. Vi rendete conto, ignoranti, che gli infermieri mancano? Quanto mi verrebbe voglia di augurare a codeste intelligenze d'aver urgente bisogno di personale infermieristico , non a pagamento, nei pubblici nosocomi dove spesso, per mancanza di organico, sono costretti a saltare i turni di riposo per settimane. Non sarebbe auspicabile , visto la lungimiranza dei "nostri" proibire di recarsi all'estero per determinate terapie? Bossi, il loro capo, dove ha scelto di andare a farsi curare dopo l'ictus? Perchè non è rimasto nella sua Padania?

LA RISORSA SALUTARE DEGLI INFERMIERI MIGRANTI

Sfatiamo un becero luogo comune: non esiste un conflitto d’interessi con gli infermieri italiani, esiste invece un vuoto nei reparti e servizi che neanche la monetizzazione delle risorse umane rimanenti riesce più a coprire.  Cerchiamo di dare un quadro reale delle precarie condizioni nelle quali si trovano migliaia di professionalità ed esperienze che arrivano da altri paesi e che vorrebbero stabilizzarsi nelle nostre strutture di assistenza e cura.

Come è noto, le nostre strutture sanitarie soffrono da anni di una pesante carenza di professionalità, in particolare infermieri ma non solo (si veda l’esternalizzazione delle cure fisioterapiche, causa mancanza di fisioterapisti). Una carenza ormai cronica che condiziona turni di lavoro e qualità dell’assistenza. Oggi l’Italia è il penultimo Paese in Europa per rapporto infermieri-abitanti (5,8 per mille), seguito dalla Grecia.

Da dieci anni si lancia l’allarme e si è anche quantificato in oltre 100.000 infermieri il fabbisogno delle nostre strutture pubbliche. Un bisogno che a oggi trova molti ostacoli burocratici nelle istituzioni preposte, culturali e corporativi in molte realtà di lavoro. 

I 35.000 infermieri che oggi operano a fianco dei loro colleghi italiani sono un numero fortemente insufficiente per avvicinarsi agli standard europei. Ci si chiede perchè di fronte ad un bisogno non si utilizza direttamente un’opportunità che ci viene offerta seppur dietro una migrazione costrittiva. Invece, per incapacità gestionali da parte delle amministrazioni, ipocritamente giustificate da scelte politiche nazionali e locali indicatrici di tagli al personale, si sceglie di ricorrere alle agenzie di lavoro interinale, che spesso fanno le selezioni direttamente all’estero, o a cooperative create da infermieri stranieri già presenti in Italia. Tali scelte aziendali danno luogo a impieghi poco chiari anche sotto il profilo professionale in quanto l’unica garanzia di “qualità” è il capitolato d’appalto, dietro il quale si nascondono situazioni e vissuti di sfruttamento che inficiano anche le capacità dei singoli inviati negli ospedali.

Il bisogno di lavoro porta gli infermieri a diventare vittime di un racket vero e proprio. Lo si deduce dalle denunce arrivate da più parti. Oltre i casi, pochi, trattati dalle cronache giornalistiche c’è “l’Associazione degli infermieri stranieri in Italia” (un’organizzazione nata per dar voce agli infermieri sfruttati) a denunciare quanto accade nelle cooperative di stranieri (ma anche di privati italiani). I migranti infermieri, devono pagare una forte somma per avviare le pratiche (somme che ammontano anche a migliaia di euro pagati ad organismi statali e intermediari) quindi una volta arrivati in Italia sono costretti a turni massacranti e a cedere alla cooperativa che li hanno assunti una parte consistente di stipendio.

L'impiego di infermieri stranieri in Italia è caratterizzato da forti differenze territoriali. Ad esempio, è straniero il 40% dei nuovi iscritti all'Ipasvi a Torino, un terzo degli infermieri operanti presso l’ospedale Molinette e un quinto di tutti gli stranieri della Regione. Gli infermieri stranieri sono un terzo del totale negli ospedali privati di Milano, il 18% nell'Ospedale San Raffaele e il 12% nell'Istituto Don Gnocchi.  Di fronte a questo bisogno impellente per il funzionamento delle strutture sanitarie perchè non operare delle scelte che superano l’handicap provocato dall’obbligo della laurea dalle stesse lungaggini burocratiche?  Affianchiamo una scuola che mutui le vecchie scuole infermieristiche, soppresse con troppa superficialità!

In Piemonte una proposta è stata fatta da tempo da Rifondazione Comunista. Si propone l'istituzione di un Istituto Tecnico Sanitario che diplomi infermieri senza essere in contrasto con l'attuale regime di laurea breve.  Di questa fascia di infermieri ne abbiamo un drammatico bisogno, e non solo in Piemonte, per capirlo basta scorrere gli elenchi degli organici infermieristici nei reparti. Organici ridotti al minimo ben oltre gli aridi standard di assistenza previsti.

Speriamo che il bisogno aguzzi l’ingegno delle istituzioni regionali, anche sulla scia della scelta fatta recentemente, speriamo non solo come lodevole intenzione, dal Ministero che ha deciso un percorso facilitato per le procedure d’ingresso e un iter burocratico più breve, ache per l’equipollenza dei titoli di studio conseguiti all’estero. Non ci vorranno più di 30 giorni (come previsto dal testo unico per l’immigrazione per i  lavoratori altamente specializzati) rispetto agli attuali 90 giorni previsti. Mentre per infermieri, medici e altre figure sanitarie provenienti da Paesi comunitari il riconoscimento dovrebbe essere automatico.

Franco Cilenti

da Lavoro e Salute "Speciale infermieri migranti" di ottobre 2010

 
 
 
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