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E' partita la campagna, in TV e sui giornali, da sei milioni di euro della lobby atomica per convincere gli italiani

Post n°4163 pubblicato il 24 Dicembre 2010 da cile54
Foto di cile54

Propaganda nucleare

L'offensiva mediatica dei filonuclearisti parte anche dal Lazio. Il 14 dicembre scorso a Roma si è tenuta la giornata di studio “Verso il nuovo programma nucleare” che ha visto sfilare in passerella il “meglio” della lobby filonucleare nostrana, alcuni giorni prima del lancio della campagna di comunicazione, da sei milioni di euro, che dovrebbe convincere circa la bontà del nucleare il 61% degli italiani. Dal 19 dicembre, infatti, via etere, si è assistito al lancio degli spot filo nuclearisti senza contradditorio visto che regolarmente si mette il bavaglio agli ambientalisti, tacciandoli anche nel Lazio di essere contro la “modernità”, nonostante la nostra Regione  abbia da da poco deliberato, grazie a una mozione presentata del presidente dei Verdi, in consiglio regionale, a sfavore di un uso del proprio territorio per installazioni o depositi nucleari.

Nonostante ciò la Presidente Polverini ha affermato che la decisione del Consiglio regionale non è vincolante poiché ci sono delle decisioni prese dalla Corte Costituzionale in merito. Peccato che la decisione della suprema corte riguardi le leggi regionali in materia e non il decreto legislativo 31 dove è chiaramente indicato che sui luoghi del nucleare debbano essere sentite le Regioni. «La ragione per la quale la presidente Polverini prende le parti dell’atomo, nonostante una fetta importante della maggioranza di centrodestra abbia votato la nostra mozione e chiara – afferma Bonelli – Montalto di Castro è il presidio nazionale del nucleare per Enel ed è un sito assolutamente necessario alla lobby dell’atomo che in questo periodo sta usando l’arma dell’occupazione per far passare l’opzione nucleare».

Ma i posti di lavoro prodotti dalla scelta atomica non sono poi la panacea occupazionale sbandierata dai filo nuclearisti. Saranno  6 mila gli addetti al cantiere di Montalto, mentre sul fronte dell’occupazione diretta e permanente i posti di lavoro saranno ancora meno. Uno studio dell’Enea, infatti, stima che il nucleare produce occupazione permanente per 300 persone ogni gigawatt installato, ragione per la quale a Montalto, dove sono previsti due reattori da 1,6 GW, per un totale di 3,2 GW non si arriverà a mille addetti. «Il cosiddetto rinascimento nucleare – conclude Bonelli - di sicuro non è un rinascimento dell’occupazione per il Lazio al contrario di ciò che potrebbero fare le rinnovabili. C’è da considerare, infatti, la perdita economica e occupazionale che subiranno i territori dell’alto Lazio, sul fronte dell’agricoltura e del turismo di qualità. Nessuna località al mondo dove sia presente una centrale nucleare ha visto uno sviluppo delle economie locali del territorio».

Effettivamente se si considera anche solo l’impatto psicologico legato ai trasporti di combustibile nucleare ogni sei mesi per i sessanta anni di vita dei reattori, si può tranquillamente affermare che difficilmente la maremma diventerà un polo d’attrazione turistica.

Trizio Diciassette

22/12/2010

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