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« E' partita la campagna,...Un Paese orfano della de... »

Il fascismo chiudeva i giornali di opposizione per legge, Berlusconi lo fa strangolandoli

Post n°4164 pubblicato il 24 Dicembre 2010 da cile54

Editoria, il colpo mortale di Tremonti

 

E’ un atto proditorio, una vigliaccata, un colpo sparato alle spalle del pluralismo editoriale. Un testo miserabile. Non ci sono altre definizioni possibili per la scelta del ministro Tremonti di riprendersi tutti i soldi che erano stati stanziati nella recente ex finanziaria e di destinarli al reintegro del “cinque per mille”. Il fondo per l’editoria era già stato tagliato e solo parzialmente reintegrato grazie ad una durissima battaglia che aveva visto insieme centinaia tra parlamentari, organizzazioni sindacali dei giornalisti, Mediacoop, decine di giornali a cominciare da Liberazione. La mannaia annunciata nel cosiddetto decreto “mille proroghe” sarebbe un autentico colpo mortale perché prefigurerebbe l’ennesima sforbiciata ad un fondo che è stato già ridotto ai minimi termini. Peraltro si tratta anche di una guerra per bande condotta all’interno del governo dal momento che era stato il medesimo sottosegretario Bonaiuti a battersi per impedire l’azzeramento dei contributi. Una decisione, peraltro, che non aveva mai trovato il consenso del ministro Tremonti il quale, da tempo, guida lo schieramento di coloro che vogliono spedire al camposanto decine e decine di imprese editoriali che hanno il solo torto di non essere di proprietà del presidente del Consiglio. Non è escluso, peraltro, che la scelta del ministro sia anche uno specifico atto di ritorsione nei confronti del gruppo di Futuro e Libertà che aveva fortemente sostenuto nell’ambito della maggioranza l’emendamento relativo ai fondi dell’editoria e dell’emittenza.

Quello che ci stomaca letteralmente è il tentativo di far credere che “i signori della radio e dei giornali” si siano loro appropriati dei fondi destinati al cinque per mille e alle attività meritorie dell’associazionismo e del volontariato. Questa è un’autentica canagliata politica e intellettuale.

Per non dimenticare il tradimento compiuto nei confronti del cinema italiano al quale erano stati promessi provvedimenti urgenti ed indispensabili e si sono trovati con la sola proposta del tax credit per sei mesi che servirà a coprire a mala pena i film attualmente in produzione.

Siamo in presenza di imbroglioni che non mantengono neanche la parola data. Sfideremo il governo nelle aule parlamentari, non solo a reintegrare i fondi destinati al cinque per mille ma addirittura a incrementarli in modo significativo, per esempio attraverso la soppressione dei fondi già stanziati per la costruzione del cosiddetto “squalo nero”, il cacciabombardiere destinato alle operazioni militari in Afghanistan da dove peraltro dovremmo perfino ritirarci. Oppure, come accade in altri Paesi, per esempio in Francia, si introduca una tassa di scopo a carico dei grandi gruppi televisivi a partire da quelli che hanno lucrato sul conflitto di interessi da destinare proprio al fondo dell’editoria e dell’emittenza. Lo farà il ministro Tremonti? Il sottosegretario Bonaiuti, che tra l’altro è anche il portavoce di Berlusconi, farà sentire la sua voce? Arriverà a rassegnare le dimissioni o si prenderà in silenzio questo schiaffone destinato anche a lui?

Quanto a quelli che legittimamente, anche da sinistra, sostengono che sarebbe ora e tempo di porre fine agli sprechi, alle corruttele che ancora sussistono in questo settore non possiamo che condividere queste riflessioni ma dobbiamo ricordare a tutti, anche ad amici e compagni, che da oltre due anni le organizzazioni sindacali dei giornalisti, Mediacoop, alcuni tra i migliori giuristi italiani, e la stessa Federazione degli Editori hanno presentato proposte di merito al governo proprio per stroncare ogni forma di abuso e per destinare le risorse nel modo più corretto e trasparente. Queste proposte non sono ancora state prese in considerazione dal governo. Deve essere tuttavia chiaro a tutti che se dovessero passare i tagli prospettati da Tremonti non ci sarà nessuna riforma e nessuna moralizzazione ma, semplicemente, una drastica riduzione del panorama informativo in un paese già desertificato dal conflitto di interessi.

In questi anni e in questi mesi Liberazione, insieme ad altri quotidiani, associazioni e movimenti si sono movimentati contro gli editti, bulgari e successivi, contro la censura e contro qualsiasi norma o legge bavaglio. Per queste ragioni ci permettiamo di chiedere, e ci fa piacere che abbia già iniziato a farlo il Tg3 di Bianca Berlinguer, a tutti i tg e trasmissioni del settore pubblico e privato di trovare modi e forme per manifestare la loro solidarietà nei confronti di queste voci, delle realtà che stanno per essere cancellate e di consentire loro di poter parlare, affinché abbiano un volto e una voce prima che siano definitivamente ammutoliti.

Stefano Corradino e Giuseppe Giulietti

Direttore e Portavoce di Articolo21

23/12/2010

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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