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« Dagli operai una grande ...Alcune considerazioni su... »

I danni alla salute durante e dopo una vita di lavoro sempre pił prolungata. Inchiesta su 44mila lavoratori

Post n°4243 pubblicato il 16 Gennaio 2011 da cile54

Sarete in grado di continuare a fare il vostro lavoro  quando avrete  60 anni?

 

"Senza un grande miglioramento delle condizioni di lavoro e un maggiore controllo delle stesse da parte dei lavoratori, ritardare la pensione è  un cinico stratagemma per tagliare le pensioni di quelli che hanno  già i redditi più bassi"

 

I primi della quinta edizione della European Working Conditions Survey sono stati pubblicati nel novembre 2010. La miniera di informazioni provenienti da un sondaggio di 44.000 lavoratori chiaramente non può essere riassunto in una sola pagina. Ma una cosa importante spicca - quando viene chiesto se la loro salute e la sicurezza sono a rischio per il lavoro svolto, un quarto dei lavoratori ha risposto "sì". E 'stata una tesi di più di uno su tre dei lavoratori manuali e quasi uno su cinque de dipendenti non manuali.

 

Un'altra cosa che colpisce è l'incremento del fenomeno del  "presenzialismo", cioè chi si sente obbligato a recarsi al lavoro anche in caso di malattia. Il presenzialismo avviene per due tipi di pressione: sia pressione diretta dai datori di lavoro, sia dal sistema di sicurezza sociale (prestazioni basse, sub-reddito, senza retribuzione per i primi giorni in malattia, ecc.) Quasi quattro su dieci operai europei sono andati a lavorare mentre erano malati nei dodici mesi precedenti il sondaggio. Le donne sono più spesso sotto pressione rispetto agli uomini.

 

Tra i fattori che danneggiano la salute, la percentuale di lavoratori esposti a sostanze chimiche è rimasta praticamente invariata dal 1995.La sostituzione delle sostanze pericolose resta una priorità per migliorare la salute sul lavoro.

 

Ci sono rischi evidenti legate all'organizzazione del lavoro. Alla domanda se come lavoratori saranno in grado di fare il loro lavoro attuale quando avranno 60 anni, meno del 60% dei lavoratori ritiene che ciò sarà possibile.

 

Si tratta di un dato medio che varia notevolmente in funzione alla  posizione ricoperta nella divisione del lavoro. La maggior parte degli operai a bassa specializzazione non ritengono di essere ancora in grado di lavorare a 60 anni - solo il 44% pensa di poter resistere. Le cose sono leggermente migliori tra i lavoratori manuali più qualificati - soltanto la metà pensa che sarebbe in grado di fare lo stesso lavoro dopo aver compiuto i  60 anni. Per i lavoratori a più bassa qualificazione non manuali, la percentuale era superiore al 61% e fino al 72% tra i lavoratori più qualificati non manuali. Dunque, il quadro è innegabilmente migliore per colletti bianchi che per gli operai.

 

Quello che il sondaggio non mostra è che l'impatto a lungo termine del lavoro sulla salute può essere molto più preoccupante rispetto ai suoi effetti immediati. Le donne che sono concentrate in attività e settori ove le conseguenze immediate del lavoro sono meno percepibili perdono tutto il vantaggio qualdo si esamina l'insieme della loro vta professionale. Le donne che lavorano debbono misurarsi con una organizzazione più disciplinare del lavoro: le donne che hanno il potere di interrompere la loro attività per una pausa quand lo desiderano e a intravvedere una possibilità di crescita professionale durante la loro carriera. Inoltre esse debbono molto spesso nascondere i propri sentimenti durante i lavoro, assai di più dei colleghi maschi.

 

I dati mostrano aspetti che sono spesso ignorati nei dibattiti a livello europeo sull' età pensionabile e sulla occupazione tra gli over 50. Prolungare la vita lavorativa ha significati diversi a seconda di quale gradino si posiziona su nella scala di posti di lavoro. Per i gruppi più svantaggiati, l'accumulo di cattive condizioni di lavoro sulla vita, spesso produce una impossibilità fisica a continuare a lavorare. Nelle attuali condizioni, per un operaio edile, per un addetto al pulimento  o per  le persone che lavborano in un call center è assai problematico mantenere il proprio posto di lavoro oltre i 50 - 55 anni.

 

L'accumulo di fatiche e rischi derivanti da tutta la storia lavorativa rendono difficile l'adattamento a lavorare e a mantenere il proprio posto di lavoro oltre i 50 55 anni.

Senza un significativo miglioramento delle condizioni di lavoro e senza un controllo maggiore di questi lavoratori sulle condizioni di lavoro, il ritardare l'età di pensionamento  equivale a ridurre cinicamente le pensioni di coloro che già hanno i redditi più bassi. E'palese che le "riforme" in corso di limitano ad accrescere le diseguaglainze dei redditi a discapito dei più anziani. La minaccia della povertà rischia di non lasciare a  questi altra scelta che continuare un lavoro che distrugge la salute.

 

Laurent Vogel

Direttore, Dipartimento di Salute ETUI e sicurezza

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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