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Solo il 5% degli anziani non autosufficienti dispone di servizi domiciliari pubblici, uno dei record italiani in europa
Post n°4280 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da cile54
L’Italia è il paese europeo con più badanti e meno servizi pubblici L’Italia è il paese europeo con la più limitata disponibilità di servizi pubblici destinati all’assistenza degli anziani non autosufficienti, e al contempo quello che fa più ricorso alle badanti impiegate privatamente dalle famiglie. Il quadro “dai contorni piuttosto definiti” emerge dal rapporto “L’assistenza agli anziani non autosufficienti”, che dedica uno specifico capitolo al confronto tra il nostro paese e la situazione nel resto d’Europa. Lo studio rileva che negli ultimi dieci anni l’offerta pubblica di servizi domiciliari è cresciuta in tutta l’Europa meridionale, dove però non ha raggiunto i livelli garantiti nel resto del continente. Nei paesi del nord, infatti, la percentuale di utenti raggiunti dai servizi pubblici a domicilio è sì leggermente scesa (passando dal 14% dei primi anni novanta ai 13% della metà degli anni duemila), ma rimane ben al di sopra di quella italiana, dove nello stesso periodo si è passati dal 2 al 4,9% di anziani assistiti a domicilio a spese pubbliche. La Francia arriva all’8%, la Germania al 7%, la Svezia al 9%, la Danimarca addirittura al 21%. E la media dell’Europa a 15 è del 10%. Prevedibilmente, i paesi con la minore offerta pubblica sono quelli che affidano maggiormente i compiti di cura alla famiglia, “secondo la nota regola per cui più si sale verso il Nord Europa più cresce l’offerta pubblica e diminuisce il ruolo delle reti informali”, si legge nello studio. Tuttavia i numerosi cambiamenti che hanno investito le famiglie e la società hanno imposto un nuovo scenario, senza che il settore pubblico abbia attrezzato nuove risposte. Se da un lato, con l’invecchiamento della popolazione, il fabbisogno assistenziale cresce, dall’altro le famiglie non hanno più la struttura allargata di un tempo (aumentano i nuclei uni-personali e quelli composti di soli anziani, mentre cresce la partecipazione femminile al mercato del lavoro). Una situazione che, unita all’insufficienza dei servizi pubblici, ha trovato come unica valvola di sfogo il ricorso alla manodopera straniera a basso costo, prevalentemente femminile. “Questa situazione non è certo limitata all’Italia”, segnala lo studio, ma è tuttavia largamente più diffusa nell’Europa meridionale, con l’Italia che guida la classifica e stacca di molto gli altri Paesi, probabilmente anche a causa del ruolo giocato da sussidi monetari come l’indennità di accompagnamento. Da noi i nuclei familiari che impiegano privatamente badanti superano il 13%, mentre in Grecia – secondo paese a fare maggior ricorso alle assistenti per anziani – sono circa il 5%. Nel nord Europa, invece, i lavoratori stranieri sono impiegati per lo più nel settore dei servizi formali, residenziali o domiciliari. Lo studio dipinge gli italiani come “sospesi tra modernità e tradizione” con opinioni contraddittorie in fatto di assistenza e cura agli anziani. Il 68% degli italiani intervistati dichiara infatti che sono i figli a dover pagare l’assistenza dei genitori anziani se questi non possono provvedere da soli, percentuale superata di un solo punto solo dagli spagnoli. Ma dall’altro lato tre italiani su quattro ritengono che l’impegno assistenziale a favore degli anziani sia “eccessivamente concentrato sulle famiglie”. Lo studio segnala inoltre una storica avversione per le strutture residenziali: un’attitudine culturale che “comincia a porre crescenti problemi di conciliazione tra lavoro remunerato e compiti informali di assistenza”. Gina Pavone Fonte: Redattore Sociale 25/01/2011 |
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Roma, 12 maggio 1977
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