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La Lega è arrivata a infettare le istituzioni, a diffondere il razzismo perchè stata legittimata a destra e a manca

Post n°4401 pubblicato il 26 Febbraio 2011 da cile54

E’ uscito in questi giorni in libreria il libro “SVASTICA VERDE. Il lato oscuro del Va' pensiero leghista”, di Walter Peruzzi e Gianluca Paciucci (Editori Riuniti - ISBN: 978-88-359-9005-5 - euro 15). Si tratta di una accurata antologia del meglio del peggio leghista: notizie inedite, fatti poco noti, testimonianze d'eccezione, l'eversione, la xenofobia, il razzismo; ma anche la corruzione, i rapporti inconfessabili con le banche, le spartizioni di poltrone, i crac finanziari. Un libro che sbugiarda il modo con cui troppo spesso si "abbellisce" e si presenta all'opinione pubblica il fenomeno Lega: una vera e propria casta del settentrione, un gruppo di potere forse anche peggiore di quello romano, un partito che aspira a imporre un nuovo totalitarismo contando anche, come altri totalitarismi, sulle "indulgenze" delle forze democratiche e sulle simpatie del Vaticano. Ne pubblichiamo l'introduzione.

 

LA SVASTICA VERDE

 

Insieme alla Lega è cresciuta in questi anni la "letteratura sull'argomento": il dibattito si è arricchito di analisi e saggi, spesso pregevoli, sulle origini del movimento leghista, la sua storia e le sue "svolte", i fattori di disagio o di crisi che ha sfruttato per affermarsi. Gli esponenti leghisti inoltre, che fino ai primi anni Novanta erano stati piuttosto snobbati da stampa e TV, sono diventati ospiti

fissi di molte trasmissioni televisive assai ben disposte verso la Lega e che quindi la "abbelliscono": vengono accreditati come "radicamento" e attenzione ai problemi del territorio la furbesca capacità di cavalcare le paure e vellicare gli istinti per impossessarsi del potere e arraffare tutte le poltrone disponibili; vengono elogiati gli amministratori leghisti per la "concretezza" nonostante qualche espressione o comportamento ruvido contrabbandato come sano spirito "popolare"; vengono declassati a innocue e scusabili sparate folcloristiche un linguaggio da trivio, gesti teppistici e comportamenti violenti, che apparentano le camicie verdi "padane" alle camicie brune, ai cappucci bianchi del Ku Klux Klan o ad altre camicie verdi di estrema destra forti fra le due guerre, come le "Croci frecciate" ungheresi e la "Guardia di ferro" rumena.

Inoltre, mentre ad alcuni rappresentanti politici di altri movimenti o partiti viene applicata una censura immediata e bipartisan, a Bossi e ai suoi viene lasciata piena libertà di parola o, meglio, di insulto: essere politicamente scorretti è vizio in chi fischia o contesta il potere, mentre è virtù nel Senatùr o in qualcuno della sua banda.

Lo strumento più semplice e più diretto per confutare il quadretto idilliaco cui si riduce, secondo troppi, la Lega Nord, ci è parso non l'ennesimo saggio ma un'antologia, cioè "la Lega raccontata dalla Lega", attraverso una raccolta sistematica e ampia, anche se necessariamente incompleta, di opinioni e dichiarazioni dei dirigenti leghisti, articoli de "La Padania", proposte legislative, iniziative nazionali e locali desunte dalla nuda cronaca o, qualche volta, riflessioni e ricostruzioni giornalistiche particolarmente efficaci. Il materiale raccolto si ferma ai primi giorni del dicembre 2010.

Il risultato ci pare eloquente. Il quadro complessivo smentisce tutte le tranquillizzanti rappresentazioni del leghismo come di un movimento pacifico mosso dall'onesto desiderio di garantire ai cittadini legalità, sicurezza, decentramento, federalismo, snellimento della macchina burocratica. E fa invece emergere i lineamenti inconfondibili e brutali di un movimento eversivo, razzista, tendenzialmente totalitario con l'unico obiettivo della conquista e della gestione dispotica del potere, compreso il consistente tasso di accaparramenti, privilegi e corruzione che ciò normalmente si porta dietro. La Lega mira a una doppia occupazione: quella dell'immaginario, mediante una apparentemente forte produzione simbolica, per ora vincente anche a causa del venir meno delle altre grandi narrazioni; e quella del territorio, mediante una lenta penetrazione per via elettorale, o per le vie traverse di alleanze e intese con poteri forti, lobby, centri di potere politico, economico e bancario.

Il carattere eversivo del movimento leghista è scritto nel suo nome stesso che suona ancora oggi "Lega Nord per l'indipendenza della Padania". Un obiettivo riconfermato da Bossi appena qualche mese fa, nel settembre 2010, a Pontida. Il sovvertimento dell'ordine costituzionale, secondo cui la Repubblica è "una e indivisibile" (art. 5), resta lo scopo di un movimento i cui massimi esponenti  (Bossi, Calderoli e Maroni) hanno giurato, anzi spergiurato, come ministri, sulla Costituzione. Uno dei tre - reclutatore nel 1996 della Guardia padana e per molto tempo indagato insieme agli altri per banda armata - è lo stesso Ministro degli Interni, che dovrebbe garantire la legalità e la sicurezza dello Stato ...

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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