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Post n°4306 pubblicato il 03 Febbraio 2011 da cile54
La disoccupazione giovanile è alle stelle
Nel dicembre 2010 il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto il 29%, con un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,4 punti percentuali rispetto a dicembre 2009. Lo ha reso noto l'Istat in un comunicato sulle stime provvisorie degli occupati e dei disoccupati. Si tratta di una cifra record. Livelli così alti non erano mai stati raggiunti da quando nel 2004 è stato introdotto il nuovo metodo di rilevazione mensile. Sempre secondo l'Istat il numero delle persone in cerca di occupazione risulta in diminuzione dello 0,5% rispetto a novembre, e in aumento del 2,5% rispetto a dicembre 2009. Il tasso di disoccupazione, pari all'8,6%, rimane stabile rispetto a novembre mentre registra un aumento di 0,2 punti percentuali sull'anno precedente. Il numero degli inattivi di età compresa tra 15 e 64 anni aumenta dello 0,1% rispetto sia a novembre sia a dicembre 2009. Il tasso di inattività, pari al 37,6%, è invariato rispetto al mese precedente e in diminuzione rispetto a dicembre 2009 (-0,1 punti percentuali). La disoccupazione maschile risulta in aumento dell'1,5 su base mensile e del 6,5% su base annua. Il tasso di disoccupazione maschile è pari al 7,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre e di 0,5 punti percentuali rispetto a dicembre 2009. Gli uomini inattivi diminuiscono dello 0,1% tra novembre e dicembre 2010 e aumentano dello 0,9% su base annua. All'opposto il numero di donne disoccupate diminuisce del 2,7% su base mensile e dell'1,7% su base annua: il tasso di disoccupazione femminile è pari al 9,6%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali sia rispetto al mese precedente e sia su base annua. Il numero di donne inattive risulta in aumento dello 0,3% rispetto a novembre e in diminuzione dello 0,3% rispetto a dicembre 2009. Contemporaneamente il barometro Eurostat ha fatto sapere che il tasso di disoccupazione nei 16 Paesi dell'eurozona resta invariato al 10%, che è il livello più alto registrato dall'agosto 1998. Cifra che cala leggermente se si prendono in considerazione i 27 Paesi dell'Ue: il livello di disoccupazione passa al 9,6% rispetto a novembre 2010 e 9,5% rispetto a dicembre di un anno fa. I dati forniti dall'Istat fotografano un contesto economico in forte stagnazione, per giunta edulcorato da una rilevazione statistica che iscrive forzatamente tra gli occupati coloro che «hanno svolto almeno un'ora di lavoro in una qualsiasi attività lavorativa che preveda un corrispettivo monetario o in natura» nell'arco del mese preso in considerazione. Una situazione aggravata, come ha spiegato il segretario confederale Cgil Fulvio Fammoni, da «un vero e proprio gap generazionale che riguarda tutte le forme di lavoro, da quelle più di carattere esecutivo a quelle qualificate». La disoccupazione e la precarietà colpiscono in modo particolare anche i neo laureati. «Un terzo dei giovani non lavora, pari all'8% in più dell'Europa, mentre una cifra ancora più alta - precisa ancora il responsabile Cgil - lavora solo con contratti di tipo precario, come dicono le percentuali delle assunzioni. La precarietà nel lavoro è sempre più una precarietà sociale». Giorgio Ferri 02/02/2011 |
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Roma, 12 maggio 1977
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