Creato da paneghessa il 07/11/2013

Love experience

amore e tanto altro

 

Messaggi del 06/01/2018

Domenico

Post n°196 pubblicato il 06 Gennaio 2018 da paneghessa

Che sia chiaro, questo è l'ultimo post in cui parlo di lui, il suo comportamento mi ha ferita profondamente, non posso far finta di nulla. Ma io dico, avevamo avuto una discussione, da ottobre non ci scrivevamo piu', nessuno torna suoi propri passi anche se io avrei voluto tanto, non mi manda gli auguri all'onomastico, non mi manda gli auguri a Natale, è chiaro che non vuole risentirmi, io non lo contatto e che fa?? Mi manda gli auguri l'1 chiedendomi di vederci il pomeriggio! Io sinceramente ho apprezzato il suo primo passo, che non deve essere stato facile, e sono andata, ho cercato di dimostrargli il mio interesse a conoscerlo meglio. Certo, sono stata moderata perchè i presupposti ci sono ma se non ci frequentiamo che ne so??? Lui si è sbilanciato come al suo solito, complimenti sul mio aspetto fisico, ' io non ti vedo come una possibile amica, io vorrei qualcosa in piu', 'per alcune cose mi sembri la mia parte femminile', galantissimo e dolcissimo. Si è vero, non l'ho messo in condizione di baciarmi quando siavvicinava ma gliel'ho spiegato che ho bisogno di fidarmi, lui comprensivo al massimo. E poi? Torno a casa e non mi scrive, io gli scrivo per due giorni e mi risponde per miracolo. Smetto di scrivergli e scompare. Ci son rimasta malissimo. Malissimo. Non mi merito certi atteggiamenti, certe illusioni.  

Per non pensarci troppo ho mandato un sms a Mario chiedendo di farci un giro, risposta ' vado a vedere la partita in un pub con mio cugino' allora ho preso il telefono e ho bloccato e cancellato il numero di Mario, non mi servono queste amicizie che scompaiono nel momento del bisogno e ovviamente ho bloccato e cancellato Domenico. Anno nuovo, vita nuova. 

Non ho paura della solitudine.

Sono già sola

 
 
 

Aquiloni

Post n°195 pubblicato il 06 Gennaio 2018 da paneghessa

Oggi sono triste, di una tristezza che non può spiegarsi, fatta di dolori atavici e spine nelle carni. Se dovessi dire tutto della mia vita e della famiglia verremmo studiati come caso nazionale. Alcune cose non le scrivo perchè mi vergogno. La mia famiglia appartiene ad una minoranza linguistica a culturale italiana, una delle miriadi di minoranze sconosciute, non come quelle importanti riconosciute e valorizzate, essendo stati strappati dal loro territorio, alcuni si sono conformati alla cultura latina del territorio in cui risiedono, altri, come la mia famiglia, hanno continuato a vivere come se il tempo si fosse fermato, non nel senso della tecnologia o del progesso, ma nel senso del modus vivendi et operandi, ogni cosa 'è vergogna' o 'sembra male', è una vita di sacrificio, di valori morali fuori dalla contemporaneità, una vita di tristezze ed ipocrisie, un modo in cui vige ancora una spietata legge dell'onore che divide padri e figli. Per sempre.

Racconto una per tutte, mia cugina, 45anni, single che vive in casa con i genitori, scopre di avere una ciste all'utero che va tolta, i genitori non acconsentono perchè finchè non si sposa non può subire visite ginecologiche od altro ... insomma pura follia. Mia madre, se possibile, è ancora piu' intransigente e, se si prova a farla ragionare, la risposta è: non voglio sentire questi discorsi libertini.

Nonostante ciò io ho pena per loro, nella loro totale ed inesorabile follia, a loro modo, hanno cresciuto una figlia con il massimo del loro concetto di onore, sopra ogni sospetto, una figlia ben educata, con la testa sulle spalle, giudiziosa - si direbbe da noi - ma nessun giovanotto della comunità ha chiesto la mia mano, nè in passato nè ora. So che non sno pratiche piu' in uso ma nella loro comunità, qualche quarantenne vissuto in famiglia con quei principi questa scelta l'ha fatta, ha chiesto la mano di mia cugina e da quel giorno il cuore di mia madre si è spezzato, non perchè lo voleva per me, perchè avrebbe voluto essere onorata con qualche richiesta, anche se io avessi detto no, per loro, nella loro concezione folle, sarebbe stato un riconoscimento della serietà della famiglia, di aver fatto bene il loro mestiere di genitori...invece questa richiesta non è mai avvenuta e, per trovare una giustificazione alla cosa mia madre dice 'nemmeno ti conoscono piu', devi tornare ad abitare qui, hai sbagliato ad andare fuori', le mie amiche che hanno fatto la mia stessa scelta si son tutte sposate ed è giustificata la loro permanenza al nord, se anche io avessi un compagno...invece ho questo gran senso di colpa, di vedere frustrato l'unico desiderio di una vita misera dei miei genitori : accompagnarmi all'altare. Sento la loro compassione e ciò mi logora. C'è un bellissimo punto che spiega questa sensazione, in un libro che parla dell'Afghanistan ( è l'unico paese con cui ho trovato una somiglianza culturale, per far capire l'arretratezza della cultura dei miei), piu' tardi lo trascrivo nel successivo post

 
 
 

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