Creato da socialismoesinistra il 28/06/2008
Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
|
LA RIVISTA TELEMATICA
Siamo Socialisti convinti che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia ormai assunto i caratteri di una vera e propria crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzie sociali finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza attorno a cui l’occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
Riteniamo quindi che la Sinistra democratica debba necessariamente rivedere la propria impostazione culturale e programmatica, non più adeguata alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo finanziario a livello globale,recuperando una concezione del riformismo socialista nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, in grado di individuare un diverso modello di sviluppo,diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
Questo percorso deve essere perseguito attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra, essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione inevitabile tra chi proviene dal socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
La nostra rivista telematica di discussione e di approfondimento vuole essere uno strumento utile a questo progetto di ricostruzione della Sinistra.
Associazione SocialismoeSinistra per contatti: socialismoesinistra@libero.it
« Sul congresso CGIL, di G... | Il ruolo dei socialisti ... » |
Il nuovo peronismo, di Riccardo Achilli
Post n°415 pubblicato il 07 Maggio 2014 da socialismoesinistra
Non credo, francamente, che Renzi, personalmente, persegua lucidamente un disegno neo-autoritario, per un motivo semplice: una cosa simile non gli azzecca dentro la capoccia. Credo che si stia facendo condurre da qualcun altro, e specificamente da quei poteri finanziari ed economici sovranazionali che lo foraggiano e che, come recentemente scritto spudoratamente in un report di una banca d'affari americana, considerano i sistemi costituzionali delle democrazie europee troppo garantisti, troppo "socialisti", per i loro gusti. E' comunque chiaro che il disegno, consciamente o inconsciamente, c'è, ed è chiaramente delineato. Indebolimento dei partiti di massa tramite l'abolizione del finanziamento pubblico e la loro progressiva trasformazione in movimenti fluidi ed orizzontali, con scarso radicamento, mere macchine di propaganda ed organizzazione delle campagne elettorali, abolizione delle Camere di Commercio, bavaglio ai sindacati, scarsa considerazione persino per Confindustria, disegni di premierato forte privato dei contrappesi di controllo a livello parlamentare, smantellamento e precarizzazione della P.A. per eliminarne la funzione di filtro e controllo di legittimità e correttezza amministrativa dell'operato politico. Il disegno è quello dell'indebolimento, e del progressivo superamento, delle strutture intermedie di rappresentanza della società e di quelle di controllo. Per costruire cosa? Per costruire un sistema plebiscitario di rapporto diretto fra un popolo, privo di riconoscimento nelle sue differenze sociali e di classe, ed un leader che lo rappresenta e, quasi misticamente, lo incarna. Non serve una laurea per capire che, al di fuori del caso della mini-tribù di cacciatori irochesi rimasti grosso modo all'età della pietra, questo sistema camuffa, dietro sembianze di democrazia diretta, lo smantellamento stesso della democrazia. In società complesse, le inevitabili asimmetrie informative e la non perfetta razionalità degli operatori individuali richiedono, per essere corrette e rese spendibili politicamente, di organizzazioni intermedie che facciano sintesi delle istanze e delle pulsioni che provengono dal basso, e che le sappiano armonizzare, in un processo dialettico di mediazione, componendole in un quadro complessivo di armonizzazione con un disegno generale di comune interesse. Senza questa funzione di filtro, sintesi e composizione dentro una visione generale del bene comune, le singole istanze che provengono dai diversi gruppi sociali finiscono per atomizzarsi e sbriciolarsi, individualizzandosi, prive come sono di una direzione politico/strategica comune, e quindi finiscono per annullarsi reciprocamente. Lasciando quindi il campo libero al leader carismatico per imporre la "sua" sintesi, una sintesi personale, non misurata dai rapporti di forza effettivi della società, e nemmeno da quelli potenzialmente desiderabili. Una sintesi che i diversi gruppi sociali, per via della loro atomizzazione che li rende incapaci di reagire, sono costretti ad accettare, al netto di uno sterile ribellismo, che però non porta a nessun risultato. L'adesione al leader carismatico diventa quindi una necessità, per trovare un posto dentro una società destrutturata dei suoi riferimenti, e ricostruita su basi personali dal leader stesso, talché l'adesione, anche emotiva, alla leadership, diventa l'unico fattore di stabilizzazione e rassicurazione in una società resa instabile ed insicura. E' di fatto il sogno del peronismo, ovvero lo sbriciolamento delle dinamiche di classe, per ricomporle in un compromesso interclassista generale, la cui forza è garantita dal leader, che a sua volta trae legittimazione dall'adesione plebiscitaria di un popolo deprivato di qualsiasi bussola politica ed organizzativa per interpretare correttamente la realtà, e quindi costretto a delegare tale interpretazione al leader stesso. Che a sua volta deve solo preoccuparsi di mantenere ben aperto il canale d'ascolto della pancia della sua plebe, al fine di evitare che il ribellismo legato all'insoddisfazione, per quanto di per sè sterile, non venga dotato di una direzione politica precisa dai suoi antagonisti, al solo fine di rovesciarlo. Peròn inizia a perdere il potere quando il suo canale di ascolto dei descamisados, Evita, scompare. Quella che si prepara è però una forma più evoluta di peronismo, perché l'originale, ancora legato a dottrine di fascismo sociale, prevede una organizzazione corporativa e molto burocratizzata della società. Che però finisce per creare una classe di professionisti della burocrazia di Stato, dalla quale può emergere un pericoloso "competitor" del leader. E che peraltro ingessa la società e l'economia dentro una farraginosa burocrazia, che la nuova finanza apolide, alleata con il capitalismo italiano, non può tollerare, perché rallenta il business, lo rende più difficile, fa sfumare occasioni di mercato da cogliere alla più alta velocità possibile. Il nuovo peronismo è quindi fatto dal rapporto diretto, e non intermediato, del leader con la sua folla, e come strumento di controllo non si affida più a pesanti apparati corporativi, ma alla stessa precarizzazione e destabilizzazione dei legami sociali, che atomizzano l'individuo, rendendolo impotente, e facile preda della propaganda mediatica. Anziché controllare le classi sociali, cerca di destrutturarle, per dominare su una società di individui il più possibile indifferenziati, in quanto a senso di appartenenza ad un gruppo sociale, con la sua identità anche culturale, non certo, ovviamente, in quanto a posizionamento nel modo di produzione, che, anzi, tende ad accrescere le diseguaglianze individuali. In questo senso, si può dire che Renzi sia il leader ideale del PD, perché incarna perfettamente questa vocazione interclassista, liquida, leaderistica, questo desiderio di porsi al centro delle dinamiche sociali e di classe, che è alla base del progetto stesso del PD. Che Veltroni non è riuscito a interpretare perché era ancora troppo presto, perché la sopravvenuta crisi economica ha polarizzato nuovamente la società, perché era troppo poco carismatico per interpretare il ruolo del leader. Che Bersani ha provato a contrastare, ma in modo troppo debole e accomodante, finendone schiacciato. In questo senso, però, il nuovo peronismo trova una sua speculare interpretazione anche nel secondo partito della diarchia politica che si prepara, ovvero il M5S. Che non a caso, dall'opposizione, ha lanciato tutte le battaglie che, successivamente, il PD ha ripreso e trasformato in indirizzi di governo: lo smantellamento dei partiti tramite la fine del finanziamento pubblico, il successivo attacco alla seconda gamba della rappresentanza sociale intermedia, ovvero i sindacati, la furiosa denigrazione della pubblica amministrazione che anticipa i successivi provvedimenti di "alleggerimento" della stessa, l'esaltazione del leaderismo adorante e mondato da ogni possibilità di critica, l'attacco contro il Senato mascherato da attacco alla Casta, l'esaltazione del referendum e degli strumenti di democrazia diretta attentamente filtrati e gestiti, però, dal Capo supremo, che li lancia e li usa a seconda dei suoi interessi e delle sue strategie personali, senza organi di garanzia che li rendano cogenti, quando questi sono sgraditi al leader, o che li impongano quando egli non vuole lanciarli, trasformandoli in meri strumenti di consultazione della "base", e non di codecisione. In qualche modo, il M5S rappresenta l'anima più "popolare" di questo neo-peronismo, quella cioè che chiede al sovrano maggiori concessioni economiche e sociali ai suoi sudditi, mentre il PD ne rappresenta quella più tecnocratica ed aristocratica, comunque ben consapevole che, ogni tanto, gli 80 euro al popolo pecorone vanno pur scuciti. Qualcosa come il rapporto fra tribuni della plebe di estrazione aristocratica e Senato nell'antica Roma repubblicana. In questo schema di diarchia, evidentemente il partito di Berlusconi diventa anacronistico, perché ancora solidamente aggrappato a blocchi sociali ben precisi, e quindi è possibile, anzi necessario, distruggere tale partito per via giudiziaria. Offrendone lo scalpo alle folle come garanzia di ritrovata verginità e purezza della "nuova" politica, salvo continuare, ovviamente, a comportarsi "as usual", perché diciamola tutta, le mignotte, la corruzione, il peculato, i rapporti con la criminalità organizzata, il voto di scambio, non sono appannaggio soltanto del Cavaliere e dei suoi. Ho letto e riletto molte volte il Piano Rinascita Italia di Gelli. Ebbene, io credo che questo neo-peronismo vada anche molto al di là di quel piano, sia qualcosa di profondamente diverso ed addirittura più pericoloso. Non c'è peraltro dubbio circa il fatto che partiti, sindacati, associazioni di categoria, camere di commercio, abbiano sulla coscienza molti, molti errori, che li rendono particolarmente vulnerabili all'attacco in atto, perché li allontanano dalla comprensione e dalla protezione da parte dell'opinione pubblica. I partiti che, nell'ultimo ventennio, si sono gerarchizzati e verticizzati, abolendo la passione della militanza e trasformandosi in meri carrierifici, rinunciando persino alla capacità di costruire un sogno e di regalarlo alla società, per aver voluto abbandonare le ideologie come fossero strumenti desueti, in nome di una politica-marketing di soddisfazione di micro-interessi immediati di gruppi sociali specifici. I sindacati, che hanno perso completamente la capacità di leggere le profonde trasformazioni del mondo del lavoro degli ultimi trent'anni, e sono rimasti aggrappati ad un modello neo-fordista che non esiste più, oltre che ad uno schema di concertazione "omnibus", nel quale pretendono di essere ascoltati su qualsiasi cosa, e che finisce per indebolirne la funzione "core" di negoziazione dei contratti di lavoro e di protezione dei lavoratori nei confronti della parte datoriale. Le camere di commercio, che si sono trasformate in camere di compensazione di micro-interessi politico/imprenditoriali, spesso meramente localistici, le associazioni di categoria, che non di rado hanno dato rappresentanza al peggiore capitalismo straccione, quello senza capitali e senza progetti, capace solo di chiedere incentivi e protezioni. Tutte le varie consorterie e corporazioni interne alla P.A., che hanno finito soltanto per difendere status quo e privilegi anche poco comprensibili, oltretutto costruendo rapporti di connivenza torbidi con la politica, anziché rappresentare l'equilibrio fra strumento servente ed al contempo di controllo della politica stessa. Però è certo che il disegno neo-peronista che si prepara è di gran lunga peggiore, meno democratico, meno garantista, di quel mondo che pretende di cancellare, con tutte le storture che quel mondo aveva. Riuscirà questo disegno? E' possibile, anche se però non immediatamente, ma nel medio e lungo periodo. Infatti, ciò che manca a Renzi e Casaleggio è una teoria sistematica della "nuova" società che dovrebbe modificare la vecchia, e senza questa teoria, agendo soltanto nella prassi, dando spallate più o meno cieche al vecchio sistema, lo si può indebolire, ma non lo si può superare. Certamente, se tale deriva non sarà contrastata, verrà qualcun altro dopo di loro, che raccoglierà i risultati, in termini di indebolimento del vecchio sistema che hanno conseguito, e che li porterà avanti, essendo più preparato ed attrezzato per raggiungere il risultato finale. E' possibile fermare questa deriva? Io credo di sì. Nonostante l'enorme impulso che essa ha, e la sua grande forza, questa deriva neo-peronista ha anche fragilità intrinseche, costituite proprio dallo smantellamento dei sistemi intermedi di rappresentanza (ma anche di controllo) che essa implica. Privato della cinghia di trasmissione, tale sistema di potere rischia di perdere progressivamente il contatto con la realtà sociale, di non riuscire bene a interpretarlo, o per meglio dire di dover dipendere, per una corretta interpretazione, dalla intelligenza analitica del leader, attorno cui ruota il sistema. Se tale leader perde lucidità, non ha più a sua disposizione un sistema di concertazione in grado di riportargli gli umori della società. A quel punto, o viene sostituito da un leader ancora meno democratico, che organizza la repressione delle jacqueries di una società atomizzata, disorientata, che ha perso anche l'ultimo riferimento costituito dal leader (cioè da un Mario Silla che apra la strada ad un futuro Giulio Cesare), oppure l'intero sistema collassa, trascinando nella sua rovina anche l'oligarchia dirigente che si era formata attorno al leader. Pertanto, tale sistema ha, in una certa misura, l'esigenza di non radicalizzarsi troppo, di non eliminare del tutto le strutture intermedie novecentesche, ma di indebolirle, di emarginarle, di usarle solo strumentalmente. Tali strutture possono recuperare ruolo e dignità, soltanto evitando di continuare negli stessi errori che le hanno rese vulnerabili ed attaccabili. Significa, concretamente, che i partiti devono tornare a raccogliere la militanza della società, alla discussione ed al confronto dal basso, sulla base di un ideale condiviso, che i sindacati devono tornare a fare il loro lavoro di rappresentanza contrattuale ed economica dei salariati nei confronti dei datori di lavoro, sulla base di una teoria più avanzata rispetto a quella del confronto in ambito fordista, capendo che è la cogestione e la compartecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali il modo migliore di difenderne gli interessi, mentre lo sciopero è uno strumento da usare come estrema ratio, e non come modalità ordinaria del confronto, e che in un modello codecisionale lo sciopero ha senso soprattutto sul versante delle rivendicazioni economiche, non della parte normativa dei contratti di lavoro. Che la P.A. accetti la sfida di funzionare efficientemente rispetto agli indirizzi politici, salvaguardando la sua funzione indipendente di controllo di legittimità e correttezza amministrativa e finanziaria dei detti indirizzi, con una chiara e non equivoca separazione di funzioni. Che le associazioni di categoria rappresentino istanze di politica industriale a favore della competitività dell'intero sistema produttivo, e non richieste di agevolazioni o compensazioni, o protezioni pubbliche. Naturalmente questo è solo un primo passo pre recuperare posizioni. Dopodiché servirà, ovviamente, la lotta politica. Riccardo Achilli |
SOCIALISMO E ANTIFASCISMO
Rodolfo Morandi
Il Socialismo dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Da un'antica ferita ad una prossima resurrezione di Carlo Felici
L'assassinio dei fratelli Rosselli di Carlo Felici
Un appello di Carlo Rosselli ai comunisti che sembra scritto ieri di Carlo Felici
Non una somma di etichette ma un insieme di valori di Carlo Felici
Sull'attualità del 25 Aprile di Luca Fantò
La Festa d'Aprile di Nicolino Corrado
Sembra scritta da poco, anzi, pochissimo di Carlo Felici
Il Centro socialista interno (1934-1939)- appunti per un dibattito su antifascismo e unità di classe di Marco Zanier
parte prima
parte seconda
parte terza
parte quarta
parte quinta
MARXIANA
Karl Marx
Costituzione, neoliberismo, nuove povertà di Marco Foroni
Sulle teorie del valore di Renato Gatti
Le crisi di Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Globalizzazione i compiti della Sinistra di Franco Bartolomei
note del Coordinamento del Forum di SocialismoeSinistra
La crisi e i suoi rimedi di Renato Gatti
Al papa sarebbe necessario un poco di marxismo di Leonardo Boff
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
L’anticipazione del nostro tempo. Marx, la sinistra e il recupero delle solidità di Marco Foroni
________________________________
MARXIANA .
Karl Marx
Karl Kautsky ed Otto Bauer: due grandi maestri del socialismo dimenticati. Giuliano Amato: un maestro del non-socialismo da dimenticare di Giuseppe Giudice
Ragionando su Marx e Kautsky di Renato Gatti
__________________________
I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Francesco De Martino
La risorgiva socialista di Carlo Felici
Eppure il vento soffia ancora di Carlo Felici
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
Willy Brandt Verso un nuovo ordine mondiale di Leopold Sédar Senghor note del Coordinamento del Forum SocialismoeSinistra La guerra infinita di Giorgio Pesce
Noam Chomsky - "Pirati e imperatori"- la guerra al terrorismo e le ipocrisie dell'Occidente di Marcella Guidoni
Il sogno americano del "socialista" Barack Obama di Nicolino Corrado
Le responsabilità e il dovere del Socialismo Europeo di Franco Bartolomei
Una socialdemocrazia globale di Nicolino Corrado
Di fronte alla crisi mondiale, tre sfide per la socialdemocrazia di Kevin Rudd
Appuntamento a Pittsburgh di Renato Gatti
I TEMI DEL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
I TEMI DEL SOCIALISMO ITALIANO
Riccardo Lombardi
Dopo il crollo del comunismo non ha più senso il dividersi tra socialisti e comunisti di Giuseppe Giudice
Ricominciare da Labriola di Carlo Felici
Berlinguer e Craxi: due progetti falliti, una sinistra distrutta di Giuseppe Giudice
Socialisti, l'anello debole ma inestimabile della sinistra italiana di Carlo Felici
I caratteri della crisi ed il compito dei Socialisti di Franco Bartolomei
Note e riflessioni su socialismo, comunismo e capitalismo di Giuseppe Giudice
Riccardo Lombardi: il riformismo come metodo democratico di trasformazione Socialista dei rapporti economici e sociali di Franco Bartolomei
Breve nota sul contingente gattopardesco di Carlo Felici
L'infinito e disperato salvataggio delle capre e dei cavoli di Carlo Felici
Angelo Ciufo - in ricordo di un amico, in memoria di un compagno di Stefano Pierpaoli
Documento programmatico dell'Associazione "Nuova Sinistra per il Socialismo" di Angelo Ciufo
Giacomo Matteotti ammi- nistratore pubblico di Marco Zanier
______________________________
PER COSTRUIRE SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
I Nuclei Aziendali di Sinistra e Libertà di Marco Zanier
Avrà successo "Sinistra e Libertà"? di Gioacchino Assogna
I doveri della sinistra italiana di Franco Bartolomei
Io su Sinistra e Libertà la penso così di Luca Fantò
"Sinistra e libertà" il fuituro del Socialismo italiano di Franco Bartolomei
Socialismo e Libertà di Carlo Felici
Le tre fasi del socialismo di Renato Gatti
Libertà, e non solo per uno di Carlo Felici
Le elezioni europee di Gioacchino Assogna
Il grano e il loglio della Sinistra documento scritto da socialisti iscritti o senza tessera e da elettori si Sinistra e Libertà
Un nuovo sole contro l'arsenico e i vecchi merletti di Carlo Felici
Una nuova Sinistra per l'Italia è un sogno realizzabile? di Michele Ferro
PER COSTRUIRE SINISTRAECOLOGIA LIBERTA'
Ultimi commenti
LINK PREFERITI
- Associazione Culturale Consequenze- Network di cultura partecipata
- Publius blog di economia e politica di Vincenzo Russo
- L'amministrazione del XVIII Municipio di Roma -Sito di Michele Ferro
- Romalaica - percorsi culturali e politici nella metropoli- blog di Marco Zanier
- SocialismoeSinistra - Sostenitori ufficiali su Facebook
- UILPA- Federazione Lavoratori Agenzie Fiscali
- Associazione Culturale "Forum Terzo Millennio
- Socialismo Sinistra e Libertà - Facebook
- io alle europee voto PSE e voto per Zapatero.....chi c'è c'e- Facebook
- Circolo Guido Calogero e Angelo Capitini- Genova
- Circolo Carlo Rosselli - Milano
- Movimento RadicalSocialista
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Area personale
Menu
socialismoesinistra@libero.it
Hai da proporre un articolo o un testo che ritieni interessante
da pubblicare con noi? contribuisci a far crescere la rivista e ne parleremo insieme.
POLITICA, LAVORO E SINDACATI
Giuseppe Di Vittorio
La settimana lavorativa di quattro giorni di Renato Gatti
Il premio di produttività nel nuovo modello contrattuale di Renato Gatti
Legge Biagi: aut aut, applicazione integrale secondo modelli europei o abolizione immediata di Carlo Felici
Stipendi cresciuti del 3.5% di Renato Gatti
Il Governo all'attacco dell'unità sindacale e della Costituzione di Giorgio Pesce
Riflessioni sul Convegno sul lavoro di Renato Gatti
I giovani socialisti stanno dalla parte dei lavoratori di Paolo Cola
l progetto per la transizione alla Flexsecurity di Renato Gatti
Decreti anticrisi e Riforma dei Contratti di Paolo Cola
La Costituzione e il lavoro di Marco Foroni
Il caso Fiat-Crysler di Renato Gatti
ATTENZIONE NON E' UNA TESTATA GIORNALISTICA
POLITICA LAVORO E SINDACATI
Gino Giugni
Partito e/o Sindacato del Sud di Vincenzo Russo
Un punto chiaro sulla globalizzazione di Renato Gatti
Lo Statuto dei lavoratori di Giacomo Brodolini di Marco Foroni
L'adesione della CGIL alla manifestazione nazionale antirazzista del 17 Ottobre 2009
_____________________________
ECONOMIA E SOCIETA'
John Maynard Keynes
Convegno sulla crisi finan- ziaria di Renato Gatti
I provvedimenti contro la crisi di Renato Gatti
Governanti allo sbaraglio di Gioacchino Assogna
A proposito di pensioni di Gioacchino Assogna
Perché la crisi attuale è una crisi “di sistema” di Franco Bartolomei
Economia ferragostana di Renato Gatti
Un circolo vizioso mortale di Leonardo Boff
La crisi è finita? di Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Economia e secessionismo di Renato Gatti
EMANCIPAZIONE FEMMINILE
ECONOMIA E SOCIETA'
Rosa Luxembourg
"Il Socialismo europeo e la crisi del Capitalismo" di Franco Bartolomei e Renato Gatti
parte prima
parte seconda
Riflessioni sul sistema fiscale italiano di Roberto Cefalo
Il documento di Sociali- smoeSinistra per la commissione economica del partito
Uscire dal tunnel di Renato Gatti
I caratteri della crisi ed il compito dei Socialisti di Franco Bartolomei
Tutto come prima? Una riflessione sul "general intellect" di Renato Gatti
Lettura politica della crisi economica attuale di Alberto Ferrari
PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
Democrazia nei Partiti e rapporto coi cittadini di Marco Zanier
Berlusconi e la negazione della democrazia partecipativa e deliberativa di Vincenzo Russo
Cominciamo a parlare di referendum di Renato Gatti
La fine della democrazia rappresentativa di Marco Zanier
Come si può trasformare una democrazia di Michele Ferro
CULTURA E SOCIETA'
Democrazia e cultura. Rapporto tra intellettuali e opinione pubblica nella democrazia dei mezzi di comunicazione di massa- Evoluzione della figura dell'intellettuale nella società italiana. Relazione al Primo Convegno Nazionale dell'Associazione Culturale"Consequenze" di Franco Bartolomei
Relazione introduttiva al Primo Convegno Nazionale dell'Associazione Culturale"Consequenze" di Stefano Pierpaoli Il pensiero laico di Renato Gatti
CULTURA E SOCIETA'
Il male cremastico globale ovvero la droga del profitto di Carlo Felici
Democrito: un libertario non materialista di Carlo Felici
Cattivi pensieri sul mondo degli intellettuali italiani di Stefano Pierpaoli
Nasce il popolo della libertà - Alcune considerazioni in fatto di egemonia culturale di Renato Gatti
Stato, Chiesa , Massoneria, e Sinistra di Franco Bartolomei
La Teologia della Liberazione di Carlo Felici
L'egemonia culturale di Renato Gatti
Il ruolo sociale dell’arte di Stefano Pierpaoli
PRINCIPI ISPIRATORI E PROGRAMMA D'AZIONE
L'Associazione SocialismoeSinistra, ispirandosi ai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, persegue la promozione dei valori di libertà, di solidarietà e di eguaglianza nella vita politica, sociale e culturale del Paese.
L’Associazione considera il principio della laicità dello Stato e della libertà nelle professioni religiose, affermato dalla Costituzione, un valore di riferimento a cui ispirare la propria azione politica, ed intende perseguire la effettiva affermazione del principio di legalità, nel quadro dei valori costituzionali, quale elemento fondamentale di una riforma democratica dello Stato che restituisca ai cittadini della Repubblica la certezza nella legittimità, nella imparzialità, e nella correttezza della sua attività amministrativa ad ogni livello.
L'Associazione SocialismoeSinistra fonda la propria azione politica sulla convinzione che la crisi delle economie dei paesi sviluppati abbia assunto i caratteri di una crisi di sistema, tale da incrinare la fiducia collettiva in un futuro caratterizzato dai livelli di garanzia sociale finora conosciuti, e cancellare l’egemonia delle idee-forza liberiste, neoconservatrici e tecnocratiche attorno a cui l’Occidente ha consolidato gli equilibri di potere responsabili dei processi economici, finanziari e sociali oggi entrati in crisi.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene che la Sinistra italiana debba necessariamente ripensare la propria impostazione culturale e programmatica rispetto alla profondità della crisi che sta coinvolgendo il capitalismo a livello globale, recuperando appieno una concezione del riformismo socialista fondata sulla affermazione della superiorità del momento della decisione politica rispetto alla centralità degli interessi del mercato, nuovamente proiettata a perseguire una trasformazione strutturale degli assetti economici e sociali, ed in grado di individuare un diverso modello di sviluppo, diversi parametri di riferimento della qualità della vita della società, e nuove regole di controllo sociale delle variabili economiche.
L'Associazione SocialismoeSinistra ritiene quindi che questo nuovo percorso politico passi attraverso una ristrutturazione di tutta la Sinistra essendo evidente che la straordinarietà della crisi implica il superamento della distinzione tra coloro che provengono dalle file del socialismo europeo e chi si è finora riconosciuto in esperienze politiche nominalmente più radicali.
L'Associazione SocialismoeSinistra si costituisce al fine di rendere possibile questo grande progetto di ricostruzione della Sinistra italiana, di rinnovamento democratico della società e di riforma dello Stato. (Art. 2 dello Statuto dell'Asso- ciazione SocialismoeSinistra )
Clicca e leggi per intero lo Statuto dell'Associazione SocialismoeSinistra
Inviato da: socialismoesinistra
il 15/01/2010 alle 15:58
Inviato da: socialismoesinistra
il 01/01/2010 alle 22:29
Inviato da: socialismoesinistra
il 27/12/2009 alle 22:22
Inviato da: socialismoesinistra
il 21/12/2009 alle 12:38
Inviato da: socialismoesinistra
il 12/12/2009 alle 10:52