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Rivista di approfondimento culturale e politico dell'Associazione SocialismoeSinistra
 

 

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Stato, Chiesa , Massoneria, e Sinistra (Riflessione sul convegno di Centocelle del 6/4/2009)

Post n°132 pubblicato il 05 Aprile 2009 da socialismoesinistra

 

Il Coordinamento del Forum di SocialismoeSinistra segnala a tutti i visitatori del Blog il convegno del 6/4/2009 organizzato dai compagni di Centocelle nella sede di piazza dei Gerani n. 38 sul tema dei rapporti tra la Massoneria, la Chiesa e lo Stato.

I socialisti di Centocelle, diretti dal compagno Frusone della segreteria della federazione di Roma, hanno scelto con coraggio di affrontare in un dibattito pubblico un tema su cui abitualmente tutti preferiscono discettare in privato, evitando di interpretarlo nel suo reale significato politico e trattarlo di conseguenza come una delle questioni fondamentali dello sviluppo distorto ed incompiuto della nostra Democrazia Repubblicana,nata come si diceva un tempo dalla Resistenza ,e fondata sul lavoro come recita la Costituzione.

Il tema di discussione scelto dai compagni di Centocelle  è particolarmente sentito, in termini palesemente critici, da chi scrive questa nota sul convegno, per la sua formazione politica e culturale .

Chi scrive non ha alcuna remora a definirsi un Socialista di ispirazione marxista , per ciò che attiene la sua concezione dei rapporti sociali ed economici,  intellettualmente intriso del rapporto con una giovanile formazione cattolica fortissima, mai rinnegata, che probabilmente costituisce la vera ragione sul terreno etico del suo pervicace voler restare a Sinistra.

Come quasi tutti i giovani borghesi destinati ad un impegno professionale, ha più volte nella sua vita avuto modo di frequentare, fin dalla propria gioventù, aderenti alla massoneria, ed ha sempre ritenuto di non dover aderire  a questa istituzione, proprio in ragione della propria differente visione delle cose.

Una impostazione culturale del genere lo rende sicuramente il meno adatto a ragionare sulla influenza più o meno occulta che la Massoneria o la Chiesa su versanti culturalmente opposti  esercitano sullo Stato e la politica italiana, o ad esprimere una  valutazione politica di tale influenza.

Indubbiamente il ruolo preponderante esercitato storicamente dalla Chiesa Cattolica in Italia ha costretto la Massoneria ad un ruolo di minorità , con l'eccezione del periodo storico del primo stato unitario prefascista (1861-1922), ed ha consolidato quella pratica di segretezza e trasversalità occulta nella propria attività, che non avrebbe avuto più senso nel quadro Costituzionale.

Altrettanto indubbiamente  il mantenimento di questa pratica ha di fatto  costituituito uno dei principali motivi di debolezza dello Stato Repubblicano,  essendo affidata la formazione di parte non secondaria delle proprie classi dirigenti ad una struttura “istituzionale” parallela alle istituzioni pubbliche, che spesso ha anche gestito interessi fuori dalle regole, consolidando in tal modo sul versante laico una distorsione di segno analogo , seppure opposta negli intenti, a quanto avvenuto con l'influenza ecclesiale nella vita dello Stato e della sua amministrazione.

Allo stesso tempo la guerra fredda e lo scontro di sistema vissuto per più di 40 anni con il Socialismo reale ha portato la Massoneria a divenire uno dei capisaldi strategici dell'Occidente capitalista, ed a ricoprire ruoli rilevanti nei “sistemi” di contrasto, non solo culturale, nei confronti della minaccia comunista.

E' però necessario cominciare ora a fissare alcuni punti nel dibattito su questi temi in quanto la crisi di sistema che stiamo attraversando, analizzata dal Forum di SocialismoeSinistra nei suoi termini reali nel convegno di Roma del 5/2/2009, potrebbe mettere in discussione la stessa sostanza dei rapporti democratici, se le classi dirigenti dovessero perseguire un tentativo di uscità dalla crisi riproducendo un modello di sistema fondato sugli stessi caratteri che hanno generato la crisi, a cominciare dalla compressione dei redditi reali derivanti dal lavoro dipendente, e dall'allargamento dei processi di precarizzazione del lavoro non funzionali a ristrutturazioni fondate esclusivamente su innovazione ricerca e formazione, e non coperte da politiche di sicurezza sociale diffusa ed adeguata.

Il rischio di una deriva del genere si profila nel momento in cui  purtroppo la drammatica debolezza   della capacità critica Sinistra consente che le opzioni sui modi di uscita dalla crisi rimangano oggetto di un  esclusivo dibattito tutto interno a quelle classi dirigenti economiche e finanziarie responsabili del disastro, in seno alle quali tradizionalmente la Massoneria, non solo italiana, esercita una influenza culturale rilevantissima, tutt'altro che occulta o misteriosa.

Questo rischio di delegare ai responsabili della crisi lo studio delle possibili soluzioni di uscita, che esclude a priori l'adozione dell' unica risposta logica costituita dall'avvio di un nuovo modello economico di sviluppo delle società sviluppate dell'occidente, è aggravato contemporaneamente dal comportamento sociale assunto dall'altro grande potere extraparlamentare che influenza la società italiana, la Chiesa Cattolica,  la quale, riducendo il suo tradizionale ruolo di orientamento  della coscienza sociale alle sole questioni della morale sessuale e della bioetica, ha ormai messo in secondo ordine quell'approccio critico agli assetti economici e sociali esistenti che nella storia della democrazia repubblicana ha costantemente  rappresentato un fortissimo ostacolo, da un versante diverso e spesso opposto all'’anticapitalismo marxista, alla piena affermazione di un'autentica egemonia dell'“individualismo borghese nella società italiana.

La Massoneria, infatti, pur con tutti i suoi innegabili grandi meriti storici sul terreno del consolidamento della democrazia liberale e del superamento del confessionalismo cattolico nelle società europea, ottenuti rappresentando nei secoli, a partire dall'Inghilterra, il grande riferimento sotterraneo della affermazione culturale e politica della borghesia come classe dirigente delle società occidentali , ha indubbiamente assunto negli ultimi 20 anni, dopo la fine dell'Urss, un ruolo determinante nella costruzione di quella egemonia liberista, tecnocratica, e neo conservatrice che ha governato i processi sociali ed economici responsabili  della crisi che stiamo attraversando, contribuendo in questa fase dello sviluppo ad omologare in forma  assolutamente stringente il pensiero sociale.

In questa fase storica la Massoneria ha pertanto, di fatto, abdicato ad una funzione evolutiva dei diritti sociali e civili, come orgogliosamente e giustamente rivendicava a sé nel Settecento e nell'Ottocento durante la sua lotta contro” l'ancien regime, divenendo strettamente funzionale al processo di finanziarizzazione della economia mondiale.

Non esiste , quindi, alcuna garanzia allo stato attuale che ragionare attorno ad una uscita dalla crisi mantenendo lo stesso modello di sviluppo, come avviene nel dibattito prevalente in questi ambienti, non possa implicare una involuzione sostanziale della democrazia, come del resto prefigurato nei vecchi programmi della loggia P2.

Appare poi assolutamente inquietante che la Chiesa Cattolica, l'antica “nemica” della Massoneria, non abbia più nulla da dire di significativo sul piano politico, in merito alle questioni specifiche implicate da un dibattito di tale rilevanza per il destino futuro delle società occidentali, quasi che il buon cristiano non sia anch'esso “homo economicus", per di più tenuto, in virtù del suo impegno etico di vita, a dover esprimere un giudizio di valore sulla realtà economica e sociale che lo circonda e che concerne inevitabilmente il vivere sociale degli individui.

Queste considerazioni generali sulla affermazione di un ruolo strettamente ideologico e politico della Massoneria, e della rilevanza decisionale da questo assunto nelle società sviluppate in parallelo all'esaurimento della “Critica Sociale”Cattolica ed alla crisi  di analisi e di proposta della Sinistra, del resto chiaramente e pubblicamente  rivendicato in tutti i paesi di democrazia anglosassone, in cui molto più correttamente la Massoneria svolge pubblicamente il proprio ruolo di orientamento ideale, implicano necessariamente che il dibattito sulla sua  attuale concezione dei rapporti economici e sociali, che rappresenta il vero punto critico del rapporto tra Sinistra e Massoneria, e tra Massoneria e Democrazia, debba divenire materia di pubblico dominio, abbandonando ogni forma di influenza nascosta,  trasversale, e dissimulata sulle classi politiche, che possa sfuggire di per sé ad ogni possibile vaglio critico da parte dei cittadini, dei lavoratori, e di tutta la comune pubblica opinione.

La pubblicità di un dibattito su questi temi costringerebbe finalmente una Associazione, che ama definirsi Istituzione, che esercita una tale incidenza sulle scelte delle classi dirigenti, ad assumersi pienamente e pubblicamente nel dibattito democratico la responsabilità politica del proprio orientamento ideale , nè più e nè meno come la sua antica “nemica” la Chiesa Cattolica, o ogni altra associazione che sulla base del proprio pensiero voglia orientare la società civile, le sue classi politiche,  o più semplicemente i cittadini, uniformandosi in tal modo pienamente al principio della pubblicità delle associazioni  affermato dalla Costituzione Italiana, a cui  peraltro essa stessa doverosamente si attiene in paesi di ben maggiore e consolidata tradizione democratica, come l'Inghilterra o gli Stati Uniti d'America.

Una maturazione di tale portata del ruolo della Massoneria nella società italiana costituirebbe un tassello non secondario, di portata specularmente quasi identica a quello altrettanto necessario di una compiuta riaffermazione della laicità dello Stato, nello sviluppo di  quell'indispensabile processo di consolidamento dello Stato, che la Sinistra Italiana nel suo insieme, Socialista , Cattolica o Comunista,  ha per troppi anni trascurato di porre al primo posto dell'agenda politica del paese, con grave danno alle sue stesse possibilità di governo dei processi sociali ed economici.

Deve comunque essere compito primario di una Sinistra rinvigorita nella analisi, nei programmi, e nella sua capacità di ricostruire consenso ed alleanze sociali,  contrastare nel merito questa visione  assoluta ed autoritaria dei rapporti economici che pretende di risolvere in sè ogni questione sociale o morale, affermando al contrario una propria alternativa visione della società che ritiene di dover anteporre  la risoluzione delle questioni sociali  alle esigenze del mercato, dell'impresa, o degli interessi finanziari, attraverso la riaffermazione del ruolo della politica decisa nei luoghi ove costituzionalmente si esercita  la sovranità popolare,  come momento centrale ed insostituibile di una concezione della Democrazia e dello Stato fondata sulla rappresentanza.

 

Franco Bartolomei 

Direzione Nazionale del Partito Socialista

 
 
 
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