Creato da falco58dgl il 26/09/2005

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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.

 

« Il ritornoLa mia città (gioco letterario) »

Torino

Post n°139 pubblicato il 15 Maggio 2007 da falco58dgl
 

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Strade che s'incrociano ad angolo retto. Poche curve, poche rotondità. Anche le piazze sembrano disegnate da una mano geometrica, da una mente razionale che bada al sodo, all'essenziale. Ampi corsi che tagliano la città da parte a parte, cambiando nome. Le case, in centro, disegnano perimetri quadrangolari, seguono il contorno degli isolati, delimitano cortili interni di cemento con garage e qualche albero stento. In periferia, invece, gli edifici assomigliano a giganti a due dimensioni, solitari e grotteschi.

 Il cuore della città è barocco, composto e algido. Si cammina per strade racchiuse da portici grigi intonati al colore delle case. Il grigio scuro è dovunque. Nei balconi, nella pietra, nel colore del cielo. Fuori dal perimetro del centro  lo
stile architettonico cambia. Vicino a Porta Susa, eleganti palazzine umbertine danno il benvenuto al ventesimo secolo.

 Del periodo fascista, è rimasto poco. Solo qualche costruzione plumbea che il tempo ha reso simile ai fantasmi delle fabbriche ribattezzate, con umorismo sinistro, “archeologia industriale”. I buchi della guerra sono stati tappati, restano solo pochi tetti sbrecciati e alcune rovine che non si sa se imputare all’incuria o ai bombardamenti.

 Gli anni ‘60 irrompono davanti al Palasport, dietro Porta Palazzo e sul corso che porta verso la Francia. Cingono la città d’assedio come se seguissero un piano prestabilito. Sono casermoni a nove piani, con ingressi umili o falsamente sfarzosi, una selva di cognomi che s’addensano sul citofono, ascensori stretti e famiglie con pochi bambini.

 Si distinguono quasi solo per i numeri civici. Sembrano riflettersi l’uno negli altri, quasi orgogliosi del loro anonimato.

In fondo, la periferia che sfuma nei comuni vicini, fatti di altri centri storici, quartieri intermedi e ghetti residenziali. Cavalcavia, tangenziali, campi verdi quasi incongrui, spazi vuoti popolati da gru e scheletri di case in costruzione.

La città è tagliata da fiumi. Un fiume grande e altri minori che affluiscono. Dall’alto appaiono come serpentine capricciose che la mano dell’uomo ha domato e piegato alle sue esigenze, cogli la loro posizione e il significato, un luogo adatto a un insediamento. Dietro il fiume le colline. Dall’altro lato, lontane, le montagne disposte a semicerchio, alte e innevate. In mezzo, la pianura. Sulla pianura, la città attraversata dai fiumi.

Questa città ha un nome. Ha un cuore che batte debolmente. E’ ignara di sé, lontana, indifferente, fredda come le sue montagne. Accoglie chi viene da lontano senza odio e senza amicizia, con una punta di fastidio.
E’ difficile da amare, protegge i propri segreti fino a farli quasi scomparire. Esprime rapporti fondati sulla consuetudine, sul riserbo, su una discrezione che è diventata leggendaria.

 Genera anticorpi violenti e disperati che si aggrumano nei quartieri perduti e nel mercato, che riempiono l’atroce carcere irto di porte e passaggi, vive la sua composizione meticcia come una sciagura ineluttabile, una separazione necessaria.

E’ una città basata sul lavoro. Si lavora molto, si parla del lavoro, ci si lamenta della mancanza di tempo libero, ma il tempo della libertà è vissuto come un lavoro, viene organizzato e pianificato come un appuntamento d’affari. Non si sa oziare. L’ozio è un privilegio da emarginati che hanno bisogno di alcool o di eroina per ritagliarsi uno spazio di assenza.

E’ una città che teme il ridicolo come la peste. Bisogna fare “bella figura”, essere bravi, professionali, versatili, saper gestire, saper manipolare, portare gli altri sulle proprie posizioni. Si ostenta poco il denaro e i beni materiali, l’ostentazione è ritenuta grossolana, poco fine, troppo latina.

E’ una città dell’Occidente del mondo, un occidente mitteleuropeo ignaro del mediterraneo.

E’ una città che non appartiene a nessuno, neanche a chi l’adora.

Writer

http://www.writer-racconti.org/

Commenti al Post:
StoriediMare0
StoriediMare0 il 15/05/07 alle 20:43 via WEB
Volevo augurarti una buona serata. Nadia
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 15/05/07 alle 21:17 via WEB
Che carina, Nadia. Buona serata a te :) (aggiunta...) W.
 
DolceA0
DolceA0 il 15/05/07 alle 23:21 via WEB
una città calvinista
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 15/05/07 alle 23:54 via WEB
Solo in parte, Dolce. Torino è una città doppia, piena di misteri e riti quasi sconosciuti ai più. W.
 
nenicchia
nenicchia il 16/05/07 alle 10:12 via WEB
...che ha urlato con voci prestate. Opaca e austera. Celato intreccio di silenzi e strappi vissuti. E se socchiudo gli occhi ne respiro il tempo, l'aria densa della sua immobile frenesia. Ci verrò...un giorno! :)
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/05/07 alle 15:59 via WEB
Bello il commento, Nenicchia. "Celato intreccio di silenzi e strappi vissuti". In realtà, Torino sta cambiando ed è abbastanza diversa dalla città grigia e riservata che ho descritto nel mio pezzo. W.
 
   
nenicchia
nenicchia il 16/05/07 alle 16:35 via WEB
Torino mi ha sempre affascinata. In realtà è difficile che una città così a nord, mi susciti tanto interesse! Non tanto per pregiudizio, quanto per clima e colori. Eppure ho la senzazione che ne rimarrei colpita. La stessa cosa non mi succede ad esempio per Milano, che ho visto e che non mi ha lasciato un buon sapore. Grazie per l'apprezzamento sul commento, veniva direttamente dalla lettura del tuo racconto. Baci. Serena.
 
     
falco58dgl
falco58dgl il 16/05/07 alle 18:40 via WEB
Serena,tu vivi a Lecce,una città che amo particolarmente. Adoro camminare per le strade del centro storico,costruite in modo che ogni angolo regali prospettive differenti. Mi piace molto anche quella sua aria da "città alla fine della terra", la luce che la impregna e l'attraversa. Torino è una città particolare, da conoscere attraverso i suoi angoli segreti. Un forte abbraccio. W.
 
     
nenicchia
nenicchia il 16/05/07 alle 21:19 via WEB
E' vero, è bella la mia città e "alla fine della terra" rende molto l'idea di come la percepisco. Bella da scoprire sempre. Allora vorrà dire che la prossima passeggiata a Lecce la faremo insieme :) Per Torino invece mi sa che dovrò aspettare un po' prima che mi sveli i suoi angoli segreti. Ma non dispero!!!! Abbraccio ricambiato! ;)
 
     
falco58dgl
falco58dgl il 17/05/07 alle 02:09 via WEB
Vado a Lecce abbastanza sovente. Nel caso, ti avviso :) W.
 
rox.rg
rox.rg il 16/05/07 alle 15:06 via WEB
Torino, la mia città.. avrrà anche una doppia personalità ma a me piace e nn trovo il centro così grigio e cupo.. adoro i sui vecchi caffè sotto i portici, le stradine che si perdono intorno a Via Garibaldi e che ti fanno scopire angoli che ancora ti sfuggivano.. amo la sua collina, dietro la Gran Madre. Ogni giorno, uscendo dall'ufficio non posso fare a meno di guardarla, con il sole, pioggia, d'inverno o d'estate la mia collina è sempre affascinante e unica.. così vicino alla città storica.. Forse per me che ci vivo, ho imparato a dare i colori a questo centro che troppo spesso è descritto come triste ma per me nn c'è nulla di cupo.. pensa a p.za Castello, p.za Vittorio (una delle più grandi piazze nn solo a livello nazionale). Per nn parlare dei porticati di questa città così continui e lunghi... studiati per i reali del passato.. ma ancora così belli e piacevoli da percorrere. AMO LA MIA CITTA' e anche se sono torinese di adozione la sento cmq mia.. beso!!
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/05/07 alle 16:05 via WEB
Rox, il mio racconto è stato scritto diversi anni fa,in un momento in cui Torino era più chiusa in se stessa e avvolta nella sua discrezione. In questi ultimi anni,la città si è aperta ed è diventata più viva, ha imparato a valorizzarsi. In quanto alla sua natura doppia, mi riferivo agli aspetti apolllinei e dionisiaci che convivono insieme: Torino è città di lavoro e consuetudini e, insieme, di misteri e pratiche esoteriche. Un bacio a te. W.
 
   
rox.rg
rox.rg il 17/05/07 alle 13:19 via WEB
il racconto è bello e nn volevo offendere la tua capacità di scrivere.. mi piace molto come dici le cose e come le raffiguri.. ma su torino ho un debole e nn riesco a vederla così.. diciamo cmq se il racconto è riferito ad anni fa... sicuramente mi fa sentire meglio!!! Torino è la mia piccola bomboniera... beso
 
     
falco58dgl
falco58dgl il 17/05/07 alle 17:22 via WEB
Rox, il tuo commento mi ha fatto piacere. Hai manifestato il tuo affetto per Torino e la cosa mi è parsa bella e legittima. Io, con la città, ho avuto un rapporto sempre molto ambivalente e solo in questi ultimi anni ho iniziato a sentirmici bene. Un besito. W.
 
ciaodolce
ciaodolce il 16/05/07 alle 16:43 via WEB
Si, infatti ora è diversa...ma quando la frequentavo anni fa era grigia e non solo per la nebbia che non si alzava fino alle 11,00 di mattina....solo una cosa: correre lungo gli argini del Po a partire dal cimitero è fantastico, fino ad arrivare al Valentino.....
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 16/05/07 alle 18:42 via WEB
Benvenuta, ciaodolce. Torino è un luogo che si rivela poco a poco, è difficile da amare. Però,come hai scritto, può regalare suggestioni intense. Adesso esco e vado a fare una passeggiata sul Po :) un caro saluto. W.
 
Manfredi.E
Manfredi.E il 16/05/07 alle 22:55 via WEB
Questa cosa che uno non sa oziare, è tragica.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 17/05/07 alle 02:10 via WEB
Più che altro, è faticosa. Si tende a vivere il tempo di vita come tempo di lavoro. W.
 
fenicenera1968
fenicenera1968 il 17/05/07 alle 15:06 via WEB
buondì falco... perdona l'assenza nn è un gran periodo x me... ci si sforza di sorridere a tutti per non far capire che abbiamo dentro ma a volte si ha bisogno di fuggire... sei sempre unico, sembra di esserci a torino... un abbraccio e un bacio Fenn... ps: grazie!
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 17/05/07 alle 17:24 via WEB
Fenn, mi dispiace sapere che non attraversi un buon periodo. Ormai vi considero degli amici e agli amici auguri fortuna e benessere. Ti ringrazio del commento e ti mando un forte abbraccio. W.
 
   
fenicenera1968
fenicenera1968 il 17/05/07 alle 17:58 via WEB
sei sempre dolcissimo, ti ringrazio e ricambio l'abbraccio...F.
 
brubus1
brubus1 il 17/05/07 alle 20:25 via WEB
Ci sono passato vicino ma non l'ho mai visitata. Credo non conoscendola, che sia uguale a Milano sotto certi aspetti, più umana e artistica. Mi baso su questa deduzione un pò per conoscenza televisiva, di lettura e per quel che mi hanno raccontato. Un caro saluto Writer.
 
 
brubus1
brubus1 il 17/05/07 alle 20:27 via WEB
E poi credo sia barocca rispetto a Milano, come al sud lo è Lecce.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 17/05/07 alle 22:56 via WEB
In realtà Torino e Milano sono molto diverse tra di loro, si respira un'aria differente, anche se entrambe sono città del nord e industriali. Un saluto affettuoso a te, Brubus. W.
 
cateviola
cateviola il 20/05/07 alle 00:09 via WEB
Ma anche tu partecipi al gioco "La mia città", vero? Metti anche te stesso nella lista dei giocatori :)
Come commentare il tuo racconto, senza mai essere stata a Torino? Eppure, la racconti come la immaginavo... anche grazie alle parole di amici torinesi, anche grazie alle corse nel parco di Bruno ..
Il tuo ritratto di Torino è delicato e impietoso al tempo stesso, soprattutto quando ne descrivi il carattere chiuso, la compostezza fredda, che i miei amici torinesi smentiscono con composta discrezione.
Complimenti per le emozioni che regali e ...
Forza Torino!
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 20/05/07 alle 00:41 via WEB
Certo, Cate, anch'io partecipo. Manderò on line un testo che intitolerò "Tra Città del Messico e Torino". Però non inserirò il mio nome tra i giocatori. Se volete, fatelo voi. W.
 
adriana_ar
adriana_ar il 20/05/07 alle 19:33 via WEB
Mi hai risvegliato tanti ricordi con questo tuo scritto.Ho vissuto a Torino 18 anni .Le prime esperienze di giovane donna inebriata dalla sua indipendenza e dalla nuova realtà. Un bacio alla città e a te Adriana.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 26/05/07 alle 15:54 via WEB
Il tuo percorso è stato l'opposto del mio. Hai vissuto a Torino gli anni della giovinezza, mentre io me ne sono allontanato appena maggiorenne. Sono lieto di aver risvegliato in te ricordi legati a quel periodo, quando ti sei affacciata al mondo. Un bacio a te. Writer.
 
lalunaeifalo
lalunaeifalo il 26/05/07 alle 15:09 via WEB
Ciao. Mi piace molto questo tuoi scrivere di città, o meglio di luoghi. Ho sempre amato lo studio delle caratteristiche di un luogo, della sua personalità, che inevitabilmente vanno a finire dentro le persone. Di torinesi ne ho conosciuti pochi, ma Torino mi piace parecchio. Ho ricordi nitidi di una fredda sera d'inverno tra i monumenti illuminati del centro, con le acque del Po che brillavano. Torino ha una compostezza elegante rara a trovarsi in Italia (forse a Trieste), il suo centro è uno scrigno di segreti austeri, immobili nel tempo. Il tuo racconto è comunque chiaro, di una certa intensità, forse un pelo troppo descrittivo nella prima parte. Ciao. Max
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 26/05/07 alle 16:00 via WEB
Max, ai luoghi ho dedicato parecchi testi e tutta la prima parte di "Sguardi", il mio primo libro di racconti. I luoghi sono per me tappe di un percorso interiore, fasi di crescita e transizione esistenziale. Torino è una città molto composta, è vero, questo attributo rappresenta insieme la sua ricchezza e il suo limite (almeno della Torino visibile, la città è doppia e presenta anche una natura segreta). Certo, la prima parte del testo è parecchio descrittiva, mi serviva per introdurre la seconda parte, più giocata sul filo delle emozioni. Un caro saluto. Writer. P.S. Il testo che partecipa al gioco "la mia città" è "Tra Città del Messico e Torino", poco più in alto.
 
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LA RECENSIONE

usumacinta

DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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