Creato da falco58dgl il 26/09/2005

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Passato e presente

Post n°213 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da falco58dgl
 

Accolgo un invito che mi è stato fatto da lafatadelmare a pubblicare un testo sul razzismo e sulle dichiarazioni deliranti di un amministratore leghista.

Luglio 1943. Mio padre si trasferisce a Pola, nell’allora Istria italiana,  per iniziare un corso per allievi ufficiali della marina. E’ giovane, ha 19 anni e magari vive questa situazione come un’occasione per fare nuove conoscenze, vivere esperienze diverse da quelle della sua città natale. C’ è la guerra e l’avvenire appare  fosco e incerto.  Settembre 1943. L’Italia firma l’armistizio con le potenze alleate e diventa automaticamente nemico della Germania nazista, con cui  fino al giorno prima conduceva una battaglia che sta scivolando verso la sconfitta.  I tedeschi massacrano gli italiani un po’ ovunque: a Cefalonia vengono uccisi più di 5.000 soldati italiani  rimasti senza ordini e catena di comando. In Istria, gli allievi ufficiali vengono presi senza colpo ferire, messi su vagoni piombati e deportati nei campi di concentramento. I prigionieri si ritrovano a lavorare in miniera per 14 o 15 ore al giorno nell’area della Ruhr, non lontano dal confine con il Belgio e L’Olanda. Muoiono a centinaia, a migliaia, di stenti, di fatica, di fame, di bombardamenti sganciati da aerei che sono diventati “amici”, ma che non riescono a discriminare con precisione tra truppe naziste e prigionieri di guerra. Gli ebrei vengono sterminati a milioni in campi dove le camere a gas funzionano a pieno regime, i soldati russi vengono trattati come numeri da depennare con un tratto di  matita. Ma anche gli Italiani cadono come mosche, provati dalle condizioni di vita, dalla durezza del lavoro e dall’alimentazione insufficiente. 1945. Gli alleati entrano nel territorio tedesco, i kapò abbandonano il campo, i superstiti attraversano a nuoto il Reno in una gelida mattina di Aprile, camminano per decine di chilometri fino a incontrare le avanguardie dell’esercito inglese e americano che li prendono in consegna e gli permettono di rientrare a casa.

Mi è venuto in mente tutto questo quando un vicesindaco leghista ha affermato che con gli immigrati occorre usare gli stessi metodi delle SS,  colpirne dieci per ogni reato commesso.

 Le SS lo hanno fatto abitualmente. A Marzabotto, alle fosse Ardeatine  (per citare solo due tra le stragi più eclatanti) centinaia di civili -donne, uomini, vecchi, bambini- sono stati presi indiscriminatamente, concentrati, messi davanti a un muro e massacrati a colpi di fucile e di mitragliatrice.

Ma c’è di più: apprendo che nel bergamasco altri 42 comuni ad amministrazione leghista hanno firmato in contemporanea alle 12 di ieri una circolare per vietare le nozze tra un cittadino italiano e un extracomunitario sprovvisto di permesso di soggiorno.

Ritengo che l’illegalità vada combattuta ovunque e che chi delinque -italiano o straniero che sia- vada perseguito. Ma i rigurgiti di razzismo che  attraversano il nostro paese sono intollerabili, soprattutto quando tendono a dimenticare il nostro passato recente ed evocano fantasmi che speravamo di aver consegnato alla storia per sempre.  

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Commenti al Post:
lafatadelmare
lafatadelmare il 07/12/07 alle 21:51 via WEB
Intanto grazie per la citazione e poi voglio ribadire che l'illegalità va sempre combattuta proprio come dici tu, e sempre vuol dire sempre, ma quello che non riesco a tollerare sono i pregiudizi che tanti italiani hanno oggi verso gli stranieri, come hanno potuto dimenticare che anche i nostri nonni hanno cercato fortuna altrove...io spero vivamente che nessuno voglia tornare indietro ad immergersi nel periodo più buio della nostra Storia quando la vita non valeva un soldo bucato!...ciao e buona serata...
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/12/07 alle 21:58 via WEB
Il tema è complesso, fata. La sparata del leghista è una porcheria che si commenta da sè. Poi ci sono forme di razzismo più sottili, fatte di indifferenza, ostilità latente e isolamento. L'integrazione tra le comunità immigrate e la nostra società non è facile, anche perché questa Italia sta vivendo un periodo di perdita di sicurezze che, a volte, da luogo a derive razziste. ciao. W.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/12/07 alle 13:09 via WEB
gia chissà perchè quei tempi sono tornati. oggi la nostra vita non vale un soldo bucato
 
Gioiasole
Gioiasole il 07/12/07 alle 22:39 via WEB
Ho letto dell'episodio del vicesindaco - sembra che poi abbia fatto mea culpa, resosi conto dell'enormità di quanto incautamente e stoltamente detto. Ma la cosa si fa preoccupante: l'insofferenza dilaga e tendono tutti - molti, troppi - a fare di certe erbe un fascio. Sull'argomento mi sono già espressa in un commento ad un altro tuo post: tendiamo a dimenticare quello che i nostri nonni e padri hanno vissuto sulla propria pelle. Andiamo avanti credendo di essere migliori degli altri; ma non saranno il razzismo e l'intollerenza a farci uomini migliori e più liberi. Non mi piace parlare di tolleranza, ma di rispetto per l'Uomo: non si tratta di porgere l'altra guancia, ma di punire chi merita, senza colpire alla cieca, diventando ciechi davvero. Un abbraccio, Gioia
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 08/12/07 alle 01:43 via WEB
Ho letto anch'io che ha fatto marcia indietro, forse gli hanno fatto notare che le SS non sono propriamente un modello di democrazia e federalismo... :-) Le radici della discriminazione stanno nel clima di precarietà che vige nel nostro paese e nella mancanza di politiche di integrazione serie, anche a fronte di un aumento massiccio dell'immigrazione. Un forte abbraccio a te. W.
 
cateviola
cateviola il 07/12/07 alle 23:47 via WEB
non esistono razze, non si posson più sentire assurdità del genere! Cresce l'ostilità nei confronti dei poveri della Terra, dei diversi (diversi da chi?), di chi non può o non vuole assimilarsi. Cresce l'isolamento, l'odio, la divisione tra deboli, oltre che il divario tra deboli e potenti. Mi pare ovvia la condanna delle sparate leghiste, il discorso si complica quando chi chiede rispetto della legalità (non nei modi beceri di quel sindaco) viene tacciato di razzismo da chi non sa come si vive nelle periferie e da chi proprio non vuol vedere chi sono i deboli anche in mezzo ai cittadini con documenti a posto
Un abbraccio, bel post
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 08/12/07 alle 01:48 via WEB
Cate, quello che occorre evitare assolutamente è la guerra tra poveri, per cui i residenti dei quartieri periferici delle nostre città si scontrano con gruppi di immigrati, magari per difendere un territorio che da sempre è oggetto di emarginazione e degrado. Sarebbe un dramma che accrescerebbe le tensioni e creerebbe una situazione esplosiva. Certamente, la pratica della legalità deve valere per tutti, a prescindere dalla nazionalità di appartenenza. un bacione. W.
 
EukleidaS
EukleidaS il 08/12/07 alle 09:28 via WEB
Io ci porterei il Vice-sindaco alle Fosse Ardeatine! Lui... e altri nove!
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 08/12/07 alle 13:23 via WEB
Non dire sciocchezze, Eukleida. Le Fosse Ardeatine sono state una tragedia, non si prestano a battute. W.
 
hunkapi_genova
hunkapi_genova il 08/12/07 alle 15:52 via WEB
Ciao Writer, buona domenica!
 
eticamedia
eticamedia il 08/12/07 alle 20:03 via WEB
il vero problema è come creare occasioni di confronto per evitare d'incontrare gli Altri solo per strada o nelle case dove prestano servizio - cioè in modo conflittuale o tendenzialmente conflittuale. Vedo che i ragazzi dell'Erasmus non trattano così i coetanei rumeni o italiani o francesi. Il vero problema è come per i nostri emigranti di ieri (quelli di oggi sono cervelli in libera uscita)la situazione concreta di vita: ed è qui il problema. Economia, casa, integrazione... Penso non si possa parlare della faccenda solo come un fatto di costume, e non trovo buone né le politiche della lega né quelle della sinistra. Ci vuole concretezza, corsi di formazione come quelli che una volta gli inglesi facevano ai cittadini dell'Impero, quando approdavano nell'isola. Infatti, si integravano benissimo: fermo restando che poi i loro figli sono quelli delle banlieu e simili. Insomma, sbaglia certo la lega: ma chi non è razzista dovrebbe elaborare una politica, non solo fare affermazioni umanitarie - che non tolgono i problemi, i bambini bruciati nelle roulotte, lo sfruttamento schiavistico dei lavoratori tutti (non solo delle ragazze). E ce ne sono tanti di questi poveri accampamenti e di questi poveri schiavi.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 09/12/07 alle 01:57 via WEB
La tua analisi mi pare interessante, Eticamedia. Sono d'accordo con te quando sostieni che le politiche d'integrazione vanno fatte in modo concreto e va privilegiato un approccio formativo (alle regole dell'Occidente per chi viene da altri paesi, alla transculturalità per gli Italiani). Quando ho partecipato a eventi, seminari, momenti di vita comune con persone di altri paesi l'ho sempre percepito come un elemento di ricchezza e un'opportunità di conoscenza. Certo, il problema è di dimensioni gigantesche e di difficile soluzione: in Francia gli immigrati vivono a maggioranza nelle banlieu, a Londra esistono quartieri etnici, negli Stati uniti interi pezzi di città sono abitati in prevalenza da immigrati messicani, latinoamericani, coreani, cinesi. Forse le politiche d'integrazione migliori si realizzano in Olanda, dove gli immigrati non sono concentrati tutti in qualche quartiere, ma le case popolari vengono assegnate in modo alternato a olandesi, turchi, maghrebini, così da spingere i residenti a interagire e a mettere in contatto le reciproche culture. In Italia, l'incremento dell'immigrazione è stato rapido e poco preparato, con il risultato che l'immigrato viene sfruttato e costretto a lavorare in condizioni estremamente precarie e, se non riesce a trovare una qualsivoglia occupazione, viene spinto a delinquere. Poi, certo, esistono le mafie albanesi, russe, nigeriane, ma quello è un altro discorso. ciao. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 09/12/07 alle 11:43 via WEB
troppo comodo fare retromarcia, tanto l'affermazione resta e la smentita scompare. Certe affermazioni meritano provvedimenti amministrativi e penali. E poi, da quando ai comuni è concesso legiferare in fatto di diritto di famiglia. complimenti per il blog, che ho aggiunto al mio blogroll
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 09/12/07 alle 14:40 via WEB
Infatti, credo che la persona in questione abbia ritrattato quando si è resa conto del clamore e delle proteste suscitate dalla sua affermazione. Ti ringrazio della preferenza e la ricambio. ciao. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 09/12/07 alle 16:48 via WEB
Hai fatto proprio bene a ricordare gli episodi di cui si sono macchiati dei degenerati anni fà. Purtroppo, quegli episodi non sono serviti a niente se non alla distruzione di milioni di uomini e oggi pare stia tornando di modo quell'ideale fasullo di superiorità....ma superiorità di che? Me lo domando da un bel pò!E' vero pure che la giustizia deve perseguire "sempre" l'illecito,perseguire e non perseguitare chi arriva in terra straniera con intenzioni oneste. Un sorriso Wri, carmen/onice0
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 09/12/07 alle 18:41 via WEB
carmen, ho dedicato a te e, più in generale, a tutti i lettori, il mio ultimo racconto. Il tuo commento mi trova d'accordo, il nazismo e il fascismo sono stati dei cancri che hanno corroso le società di quel tempo. Ciao. W.
 
marea14
marea14 il 11/12/07 alle 23:31 via WEB
Razzismo strisciante? Io penso che dovremmo avere il coraggio di dire che in Italia esiste il razzismo. Intolleranza e razzismo non sono fenomeni nuovi: negli anni ’50, la civilissima Torino era piena di cartelli con su scritto “non si affitta ai meridionali” …
Ed abbiamo anche la memoria corta. Con una velocità sorprendente abbiamo dimenticato che noi siamo un popolo di emigranti … e che le rimesse degli emigrati sono state preziosissime per l’Italia. Penso che, per rinfrescarci la memoria, dovremmo tutti leggere “L’orda” di Gian Antonio Stella.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 11/12/07 alle 23:50 via WEB
Certamente intolleranza e discriminazione sono fenomeni antichi, anche se distribuiti in modo non uniforme tra la popolazione. Ricordo bene i cartelli di Torino, visto che i miei si sono spostati dalla Puglia a Torino alla metà degli anni'50. Eppure non credo che la società italiana sia razzista. I nostri vizi sono diversi: culto degli interessi particolari, nessun senso dello stato, favori personali, conflitti d'interesse che attraversano verticalmente gruppi e professioni. Poi ci sono alcune robuste minoranze con una posizione esplicitamente razzista, ma non interpretano il sentire comune. ciao. W.
 
Pattivis
Pattivis il 14/12/07 alle 19:55 via WEB
Caro amico, sono d'accordo con te,il male porta sempre altro male.... ma resto perplessa su quanto vi agitate in parecchi se,per celebrare un matrimonio venga richiesto il permesso di soggiorno.Scusami,ma se un tizio qualsiasi ne fosse sprovvisto sarebbe come "inesistente" per il nostro governo,o,nel migliore dei casi,una persona che c'è,di fatto,ma che non ci dovrebbe essere per legge,a meno che non dimostri che la famiglia lo mantiene come studente o,che cmq....ha sufficienti soldi per poter fare il turista. Insomma,a che titolo costui sta nel nostro territorio? E guarda che la lega c'entra poco perchè ho visto fare tante retate nelle metropolitane tantissimi anni fa dove chiedevano i documenti ed il posto di lavoro,perchè è ovvio che se uno non lavora puo' prendere anche piu' facilmente una brutta strada a tutto svantaggio della serenita' e tranquillita' a cui tutti i cittadini di qualsiasi stato appartengano anelano da sempre! Questo è quanto....attendo tua risposta,pat
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 14/12/07 alle 22:23 via WEB
Gli immigrati clandestini possono essere sfruttati da imprenditori senza scrupoli che, spesso, li preferiscono a quelli regolari perché sono più ricattabili e disponibili a lavorare per una paga oraria più bassa, gli immigrati clandestini sono quelli che lavorano nella raccolta di pomodori per 30 euro al giorno, possono essere taglieggiati dai padroni di casa che affittano un posto-letto a 300 euro (ci sono casi in cui due stanze rendono anche 3.000 euro al mese all'italianissimo padrone che poi evade il fisco), ma se vogliono sposarsi con un italiano o un'italiana, questo fa scandalo. Tutto ciò mi pare disgustoso e ipocrita e, inoltre, non rientra tra le competenze dei comuni quello di stabilire regole per i matrimoni. In ogni caso, il mio articolo era centrato sull'affermazione del vicesindaco leghista " bisogna fare come le SS, occorre colpirne dieci per ogni reato". Sei d'accordo con questa affermazione? W.
 
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LA RECENSIONE

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DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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