Creato da falco58dgl il 26/09/2005

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Blog di narrativa, suggestioni di viaggio, percorsi interiori, sguardi sul mondo.

 

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Desaparecidos

Post n°215 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da falco58dgl
 

                                       (morti a Mogadiscio)

Si avvicina il Natale. Un’orgia di luoghi comuni ripetuti, di pubblicità gonfie di stelline e Babbi Natale che portano sacchi colmi di telefonini, panettoni, ipod, coca-cola e navigatori satellitari,  sta prendendo faticosamente forma.

 Anche se i camionisti  se ne fregano del paese e bloccano i rifornimenti  di alimentari, benzina e merci, fermando la Fiat. Anche se le forze politiche continuano il balletto grottesco intorno alla legge elettorale  in una logica del “tutti contro tutti”, fottendosene anche loro dei problemi concreti del paese. Anche se i media ci deliziano con le anticipazioni sull’ultimo film di Pieraccioni,  le stragi kamikaze colpiscono con puntualità svizzera i paesi del bacino del mediterraneo e  il Medio Oriente,  le morti “bianche” (chissà perché si chiamano bianche, come se il sangue degli operai fosse annacquato dall’indifferenza) hanno l’onore della prima pagina, dopo essere state relegate in due righe di circostanza nella cronaca locale,  la precarietà del lavoro obbliga un’intera generazione a  rimanere nella casa paterna e materna e a rimandare sine die i propri progetti di vita. Ma sì, chissenefrega, sta arrivando il Natale,  siamo tutti più buoni,  l’anno muore tra eccessi di cibo, riunioni familiari, week end in montagna, film da buttare, angosce nascoste sotto il tappeto come cumuli di polvere che è poco elegante mostrare agli invitati, regali fatti e ricevuti.

In questo quadretto mefitico alcuni eventi risultano invisibili, sono scomparsi come quegli oppositori ai regimi dittatoriali dell’America Latina che venivano buttati in mare da elicotteri o interrati in fosse comuni.

 Della Birmania non parla più nessuno, se non qualche blog per lamentarsi del fatto che nessuno ne parla, anche se laggiù si continua morire, si continua a essere incarcerati, torturati, sequestrati, un intero paese è tenuto in gabbia da una giunta di assassini e trafficanti di droga.  Della tragedia del Corno d’Africa, ne parlano solo alcune riviste specializzate  (otto articoli di otto blog  nell’ultima settimana) anche se la guerra tra l’esercito Etiope e i militanti delle corti islamiche a Mogadiscio e nelle altre città della Somalia ha  causato un numero di sfollati enorme  e più di 4.000 morti  tra i civili solo quest’anno.

Mogadiscio è una città fantasma.
La città è un misterioso, imprevedibile, deserto campo di battaglia. Tra le macerie, squarci e spazi aperti dai bombardamenti sono vuoti. Negozi, mercati, scuole, uffici, università e porto sono chiusi. Ciò che resta della popolazione passa il giorno barricato nelle buche scavate sotto il pavimento delle case. Sono quasi tutti maschi, rimasti a difendere le proprietà. Chi deve uscire in cerca di acqua e di cibo, corre ricurvo tra auto bruciate e muri crollati. Cadaveri e feriti vengono lasciati dove cadono. Un'aria spessa, bollente e polverosa, stende su tutto una nebbia affumicata. Negli ultimi giorni non si spara più solo di notte".

Del Darfur si occupa ormai solo qualche decina di organismi non governativi nell’indifferenza generale. Del continente sudamericano si sa unicamente (e lo sanno in pochi) che il re di Spagna ha zittito Chavez nell’incontro di Santiago del Cile e che in Venezuela  un referendum ha bocciato l’ipotesi di riformare la costituzione  per favorire la rielezione dello stesso Chavez. Un intero continente  grande tre volte l’Europa e abitato da decine di milioni di figli e nipoti di italiani è invisibile, non esiste, è fuori dai nostri occhi e dalle nostre menti.

Ma anche in Italia, la mafia sembra essere desaparecida,  la perdita di potere d’acquisto dei salari è oggetto di qualche litigio televisivo tra membri del governo e dell’opposizione, la sofferenza degli psicotici e degli eronoimani  è un tema fuori moda, poco spettacolare, poco interessante, non fa audience. Possiamo solo sperare che non ci tocchi personalmente. 

 Ma sì, avanti così, tra due settimane è Natale, Santa Klaus è in arrivo.

Blog che parlano della Birmania e del Corno d'Africa:

Ecoblog

liberaci
Analisi sui movimenti islamici radicali
Passi nel deserto
Secondo protocollo.org
Franca Rame
Roby, walk this way
La torre di Babele
Mazzetta
ZonaLais
Roberto e Stella
Libera Associazione Barbarica
Liberali per Israele
The best of black
Daily Stefs
Utopie irlandesi

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Commenti al Post:
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 11/12/07 alle 23:23 via WEB
ci devo tornare qui e dai link, è vero Cla' è Natale ma l'aria di festa, dove sta?
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 11/12/07 alle 23:26 via WEB
Infatti non c'è aria di festa, Mi. Ma un'indifferenza più spessa della pece. W.
 
franco460
franco460 il 11/12/07 alle 23:35 via WEB
La Birmania è presente nelle coscienze finchè durano i tam tam dei media. Adesso c'è l'orgia consumistica del Natale che ci impedisce di pensare. Ciao
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 11/12/07 alle 23:42 via WEB
La Birmania non era presente neanche prima, tranne a fine settembre, quando si è scatenata la repressione. Natale è solo un paravento, in realtà l'orgia consumistica ci viene proposta tutto l'anno. Benvenuto, franco460. W.
 
   
franco460
franco460 il 12/12/07 alle 09:16 via WEB
E' vero, ma per Natale c'è l'overdose ( camionisti permettendo). Ciao
 
blackadder79
blackadder79 il 12/12/07 alle 00:45 via WEB
La Birmania ed il Corno d'Africa sono gli esempi più eclatanti di "guerre dimenticate"...Il tam tam mediatico per il popolo del Burma è durato meno di una candela accesa durante un fortunale, mentre per lo Zimbabwe nessuno ha detto quasi nulla di niente, giusto per ribadire il concetto che i media sono liberi di raccontare solo quando pare a chi di dovere (oppure se ne fregano per il semplice fatto che non interessa ad anima viva).. Ti ringrazio molto per la citazione,'notte.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 12/12/07 alle 13:37 via WEB
I media italiani sono soggetti (come tutti i media, del resto) alle leggi dell'audience e dello share. In Italia, in particolare, con il duopolio bloccato Rai- Fininvest, questa esigenza è pervasiva e determina un'informazione bloccata e fotocopia. L'importante è ritagliarsi spazi di ascolto che permettano di raccogliere pubblicità e quindi l'Africa, l'estremo oriente e l'America Latina sono tagliati fuori dalla programmazione. Non fanno spettacolo, i morti non sono spendibili, deprimono gli inserzionisti pubblicitari. ciao, Blackadder. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/12/07 alle 07:16 via WEB
Grazie per il commento e per il link. Segnalo a te e a tutti il sito War News http://www.warnews.it/mappa_interattiva.html Aloha StefsTM
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 12/12/07 alle 13:40 via WEB
Benvenuto, Stefs. Sono andato su blogbabel e ho linkato tutti i blog che avevano un riferimento alla Birmania o al Corno d'Africa nell'ultima settimana. Purtroppo la ricerca non è stata particolarmente lunga. ciao. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/12/07 alle 11:02 via WEB
Ciao Writer, sono contento tu abbia visto il post sul nostro sito...le immagini del calendario dell'associazione LibLab sono antecedenti alla rivolta, quando qualcuno di buon cuore aveva già coscienza della situazione critica di quel posto. Non facciamoci "addormentare" dai media tradizionali...andiamo avanti, per quanto possibile. Dici bene quando parli di mafia in Italia...va tutto bene, sempre bene, non c'è nessun problema, quando dalle mie parti (in abruzzo, figurati) hanno iniziato a sparare e incendiano una macchina al giorno ed i politici ed i giornalini locali fanno i vaghi o preferiscono parlare di altro...e di basso profilo...come Babbo Natale. Ciao!!! Giulio
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 12/12/07 alle 13:43 via WEB
Giulio, innanzi tutto lascia che ti dica che il vostro blog "libera associazione barbarica" fa un ottimo lavoro di controinformazione e di denuncia. Visto che i media sono limitati dalle regole imperative dell'aiudience e della raccolta pubblicitaria, i blog sono strumenti di informazione alternativa importanti. In questo senso, occorre continuare la campagna per sostenere i "popoli dimenticati". Ciao. W.
 
onice0
onice0 il 12/12/07 alle 11:37 via WEB
Siamo alle solite mio caro Writer, odio tutta questa indifferenza con tutta me stessa....Ho già detto che da un pò mi occupo di un bimbo "sfortunato"e della sua comunità, ho messo il link anche nel mio blog ma non basta,mi rendo conto che c'è poco riscontro nella gente.Che razza di individui ha generato questa società del consumismo?Mi complimenti con te che non demordi mai. Un bacio, Carmen
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 12/12/07 alle 13:49 via WEB
Carmen, viviamo in una fase complicata e difficile, in cui i valori collettivi sembrano cedere il passo a interessi di piccolo gruppo, di corporazione, familiari, di orizzonte limitato. Più che il consumismo, è andato in crisi il senso d'identità e appartenenza. Le novità sembrano ostili, chi viene da fuori è percepito come un intruso, si privilegia la dimensione "micro", ci dsi impoverisce economicamente e spiritualmente. Proprio per questo ho intenzione di andare avanti, postando testi e articoli che si oppongono a questa tendenza che si va diffondendo nel nostro paese e, più in generale, nell'Occidente. Ciao, un bacione. W.
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 12/12/07 alle 14:45 via WEB
facile fare gli struzzi su tutte le cose e principalmente quando si vuol pensare che i problemi degli altri devono essere risolti solo dagli altri e in altre sedi... si può far poco in certi casi, è vero. Ma sono certa che un qualcosa si può fare oltre il nostro consumo estremo, oltre i nostri egoismi si può andare... e non per mettere la coscienza a posto e reiterare il nostro consumismo spietato.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 12/12/07 alle 18:46 via WEB
sì, Angi. Non siamo onnipotenti, ma basterebbe dedicare un po' di attenzione in più alle "guerre dimenticate" per modificare, almeno in parte, la situazione. Un bacio. W.
 
marea14
marea14 il 12/12/07 alle 18:55 via WEB
Bel post. Lo sottoscrivo.
Volevo solo aggiungere che alla fine di novembre Amnesty International ha reso noto nuovi arresti di attivisti politici a Myanmar … non solo la democrazia ma la stessa ombra della democrazia è lontanissima …
Inoltre Due giorni fa, anche l'inviato speciale dell’ONU, Human Rights Watch, ha pubblicamente denunciato il reclutamento di minori nell’esercito di Myanmar, specificando che ben il 20% dell’esercito (cioè circa 80.000 su un totale di 400.000 effettivi) è formato da ragazzi che hanno meno di 18 anni. E spesso i bambini che disertano vengono condannati ad oltre cinque anni di prigione.
Più o meno contemporaneamente il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha affermato che la pazienza della comunità internazionale nei confronti della giunta militare al potere nell'ex Birmania si sta esaurendo. Dichiarazione indubbiamente importante. Peccato, però, che non abbia specificato quando questa pazienza finirà. La mia è già finita da un pezzo … sono poco paziente?
Un’ultima cosa. Secondo Medici Senza Frontiere, in alcune delle zone del Bangladesh c’è allarme per la mancanza di acqua potabile: detriti, alberi sradicati e carcasse di animali hanno contaminato molte sorgenti di acqua. Possiamo aiutare la popolazione del Bangladesh con donazioni a Medici Senza Frontiere oppure si può donare (fino al 16 dicembre) 1€ con SMS al 48581 o 2€ chiamando dalla rete fissa Telecom il 48581. Per altre forme di donazione clicca QUI
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 12/12/07 alle 23:32 via WEB
Marea, grazie per le informazioni sulla Birmania. Occorre fare circolare le poche notizie che filtrano da quel paese, bisogna tenere in piedi la fiammella della comunicazione e della solidarietà. Faccio mie le indicazioni su "medici senza frontiere" che ho già a suo tempo divulgato per la catastrofe del Bangladesh. Ti mando un forte abbraccio, spezziamo la cortina del silenzio! W.
 
cateviola
cateviola il 12/12/07 alle 18:56 via WEB
poco da aggiungere, Claudio.. non è solo l'orgia prenatalizia (che inizia sempre prima, con gli spot dei panettoni al primo cambio di stagione) e non è solo questione di continente invisibile (l'Africa tutta, in genere, salvo la mobilitazione di qualche star per il Darfur) o le mille guerre dimenticate. Gli invisibili sono in mezzo a noi, nelle nostre città. E "invisibili" in altro senso - latitanti - si godono il silenzio. No, non mi riferivo ai latitanti della mafia, delle mafie tipiche. Penso anche ai dirigenti della ThyssenKrupp, invisibili... la segreteria della direzione, unica a farsi viva in ospedale a portare un saluto agli operai feriti (non sono vittime solo gli uccisi), è stata ammonita per l'ingiustificata assenza dal posto di lavoro!
Un bacio
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 12/12/07 alle 23:39 via WEB
Cate, le forme di marginalità sono numerose e stratificate. Basta pensare agli anziani, ai disabili, ai disoccupati, ai precari a vita, ai minori senza famiglia, e via discorrendo. Un intero universo di invisibili, costretti a scomparire dal tipo di società malata in cui viviamo. I dasaparecisos sono tra noi, è vero. ciao. W.
 
sabrina_ergo_sum
sabrina_ergo_sum il 13/12/07 alle 11:20 via WEB
Ieri ho scritto del freddo dell'indifferenza...a mio modo s'intende...ma la parola ha quel significato per tutti...l'indifferenza è rimanere fermi e immobili difronte al mondo...ci riempiamo di paroloni...riempiamo i blog di accuse di manifestazioni d'affetto di forme di coraggio che rimangono pur sempre immobili...inchiodati alla nostra indifferenza innata...alla nostra vigliaccheria...le grandi manifestazioni di solidarietà partono dalle piccole solidarità... guardimoci intorno ...ci sono persone che soffrono...ed accettano la sofferenza in silenzio...all'inizio tutti sembrano coinvolti oltremodo dal senso di generosità..ma poi decadono miseramente dinnanzi ad una vera fattiva dimostrazione d'affetto...
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 13/12/07 alle 18:10 via WEB
Sabrina, certamente ciò che si scrive sui blog sono parole, ma non sottovaluterei l'importanza della campagne collettive di solidarietà e di sostegno a casi individuali o a situazioni collettive. Se uno dei miei post ha convinto anche solo una persona a versare un euro per il Bangladesh, a medici senza frontiere, alla caritas, a Emergency, a solidarizzare con la Birmania, non è stato tempo sprecato o vuota retorica. Poi, certo, l'indifferenza è un muro che si riforma in fretta e ottunde le coscenze. Ciao, un forte abbraccio. W.
 
Notram
Notram il 13/12/07 alle 13:14 via WEB
Ciao Writer, è un bel po' che non ci si vede ( virtualmente). Purtroppo la nostra è una società governata dai media, dove è la televisione a decidere chi ha il potere, cosa dobbiamo pensare, su cosa dobbiamo avere un'opinione e quale essa debba essere. E' un fenomeno davvero triste che l'ampliamento delle possibilità di comunicare stia portandoci inesorabilmente ad una sempre più povera quantità e qualità dell'informazione stessa. Perchè se non se ne parla ormai una cosa non esiste più, e questa è una cosa che dovrebbe farci venire i brividi solo a pensarci. E' bello ritrovarti, sei uno che aiuta la gente a pensare:)
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 13/12/07 alle 18:14 via WEB
Benritrovato, Notram. Diciamo che i mezzi di comunicazione provano a manipolare e indottrinare, ma esiste sempre la possibilità di ragionare con la propria testa, non è automatico essere plasmati dai media. In questo senso, la rete è una valida alternativa: sui blog sei tu che decidi cosa pubblicare, puoi cercare fonti alternative a quelle ufficiali, sei autore e non spettatore passivo. Ti mando un saluto cordiale, fatti vivo. W.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 13/12/07 alle 20:40 via WEB
Ciao, ho letto il tuo commento riguardo al link del mio blog sul tuo. Ti ringrazio per l'interessamento dimostrato. Emiliano
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 13/12/07 alle 21:45 via WEB
Emiliano, ho voluto dar conto dei post che trattano il problema delle "guerre dimenticate" e il tuo blog era una di quelli che parlava del Corno d'Africa. Un cordiale saluto. W.
 
cassy1980
cassy1980 il 15/12/07 alle 09:38 via WEB
Fotografia sconsolante ma veritiere. Faccio parte dei media quindi conto su di voi per essere informata di ciò che i TG "dimenticano".
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 15/12/07 alle 15:21 via WEB
Cassy, basta guardarsi intorno (su Internet o sui media non omologati) per avere un quadro delle "guerre dimenticate". Un saluto. W".
 
giampi1966
giampi1966 il 17/12/07 alle 11:40 via WEB
Bel messaggio, purtroppo la Somalia ha avuto il torto di ribellarsi ai progetti degli americani e ora grazie al gendarme etiope deve subire l'ennesima mattanza, non che le corti islamiche fossero il massimo della vita, ma almeno avevano riportato un pò di giustizia e soprattutto erano espressione dei Somali. Un salutone
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 17/12/07 alle 12:06 via WEB
Più che altro, la Somalia è periferica e non strategica. Adesso sta acquisendo un po' di importanza proprio gtrazie al radicamento delle corti islamiche, come paese a rischio di terrorismo. In realtà, il terrore in Somalia esiste già da un pezzo ed è provocato dalla guerra che incombe sul paese da più di 20 anni. Ciao. W.
 
brubus1
brubus1 il 18/12/07 alle 12:06 via WEB
Un articolo e non uno scritto tuo stavolta ho trovato. Anche se in ritardo... mi ha colpito il titolo "Desaperecidos", un termine a me non nuovo purtroppo. Quello che mi è piaciuto è che hai fatto bene a menzionare le 'disattenzioni' dei media su problemi davvero importanti e molto avvezze ad altre stupidaggini. In fondo oggi chi possiede un pò di voce e potere si comporta allo stesso modo dei militari argentini ai tempi del golpe... con relative conseguenze. C'è una indifferenza preoccupante. Troppe chiacchere, pochi fatti. Non ci pensare in quello che ti ho scritto nell'ultimo commento. So che il tempo a disposizione è sempre troppo poco e leggere o commentare tutti gli amici blogger, non è impresa facile. Ti capisco, io non ce la faccio con circa una ottantina e ultimamente il tempo è diminuito. CIAO CARISSIMO.
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 18/12/07 alle 13:09 via WEB
Brubus, l'informazione è piegata alle esigenze della raccolta pubblicitaria e dei canoni dello spettacolo. Quindi occorre passare da una notizia all'altra senza approfondire nulla e proponendo una visione del mondo stereotipa e frammentaria. Ti mando un caro saluto. W.
 
zapata71
zapata71 il 21/12/07 alle 00:07 via WEB
Ciao Claudio. E di cosa ti stupisci? Se non fosse Natale sarebbe l'epifania, o carnevale, o il 25 aprile, oppure Pasqua, o il primo maggio, e da qualke anno s'è aggiunta (x diritto quesito) halloween: un'infinità di feste comandate, e devi essere felice e contento x forza.
In ciascuna di queste ricorrenze impera il dio commercio, la frenesia, il clacson impazzito delle auto, l'insopportabile finzione di luci e colori, atte a maskerare (x il tempo necessario) la melma nella quale stiamo affogando tutti.
E fra questi tutti ci sono anke i camionisti, tanto bistrattati; credo abbiano le loro ragioni per protestare: per esempio i costi di trasporto, le tasse autostradali e la continua ascesa del prezzo del petrolio. br> Un'altra verità del nostro belpaese è ke qui ciascuno guarda solo ed esclusivamente il proprio orticello: in questo dovremmo prendere esempio dai francesi, dal loro senso di comunanza, dal loro 'fare gruppo': facci caso, quando in Francia scende in campo una categoria di lavoratori, beh, non è mai sola, una nazione compatta appoggia la protesta contro il governo. Da noi, no. Da noi, ciascuno per i fatti suoi, e se i camionisti protestano sono solo dei rompic.....
Le morti sul lavoro si kiamano 'bianche' perchè non determinate da un colpo inferto da una mano assassina, in antitesi a quelle derivanti da omicidio, almeno io so così.
La Birmania ha colorato le pagine dei giornali e riempito il video x un pò di tempo: non xkè fregasse qualcosa a qualcuno, solo x far notizia; quale contropartita si può ricavare interessandosi a quella noiosa vicenda? Nessuna? E allora se la vedessero loro, questo è il pensiero dei governi. E così pure x l'Africa ..
Ma cosa pretendete, dico, dai miseri politicanti italiani, ke s'interessino pure di politica estera? Ma se questi passano il tempo a cambiar nome dare ai propri partiti di appartenenza, a fare e disfare alleanze, e non son capaci di risolvere i problemi nazionali, figuriamoci se possono prestare attenzione a quello ke accade laddove l'america è assente ...
E' sempre tutto uguale Claudio, è sempre e solo il nastro di un film infinite volte visto: muore un ispettore di polizia a Catania per una partita di calcio, segue fintissima indignazione nazionale, poi tutto come prima, sino a quando muore un ragazzo laziale sull'autostrada, segue altra fintissima indignazione generale, radio, tv e giornali pieni, la notizia fa vendita, talk show, tutti pieni di veritè fatte di formule vuote (cito Guccini) e poi ancora tutto come prima: qualunque sia il fatto del giorno, ciascuno bada al proprio sopravvivere, anke xkè di certo ci sarà qualke festa comandata nei paraggi, su: sii forzato e felice ..........
 
 
falco58dgl
falco58dgl il 21/12/07 alle 01:01 via WEB
Non ci penso neanche a essere "forzato e felice". Continuerò a scrivere sulle omissioni dei media, sull'ipocrisia dilagante e sui sussulti di coscienza civile che continuano a sopravvivere in questo paese. Ho apprezzato il taglio amaro e ironico che hai dato al tuo commento, ma non accetto di appartenere alla schiera di chi fa finta di non vedere. Ciao, zapata. W.
 
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(in seguito a uno spiacevole episodio
avvenuto su un blog della community)

 

LA RECENSIONE

usumacinta

DIECIMILA E CENTO GIORNI
Storie di uomini tra Italia e America Latina
di MARIA PIA ROMANO

Un tuffo che ha il colore del giallo ocra e del verde intenso, di mandorle amare, schizzi di sudore e deliri di lacrime. Di Italia ed America Latina, di viaggi e di fughe, di ritorni e di allontanamenti. Di esaltazione di popoli, di passioni e grida senza voce nella notte. Del blu e dell'azzurro di cielo e mare. Gli stessi che guardano fluire i giorni, i diecimila e cento giorni, mentre la brezza marina scuote il pino le cui radici restano annodate alla terra. All'amore, alla ricerca costante che dà un senso alle cose, alla vita che è fatta di scenari che cambiano, di sogni di libertà da
condividere con i compagni, di ansie e sconforti segreti, che si affondano nel dolore della bulimia, ingurgitando per rabbia e insoddisfazione cibi di cui non si riesce a percepire il sapore. Emersione, immersione, navigazione, approdo: in quattro sezioni si snoda avvincente la narrazione, che racchiude un arco di trentaquattro anni, dal 1970 al 2004.

E' uno di quei libri che si vorrebbe non finissero mai i "Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini, edito da Besa. Ti capita tra le mani e lo leggi d'un fiato, perdendoti in quei nomi che diventano subito uomini e tu li ascolti e li vedi soffrire, gioire, respirare, far l'amore. Destini che s'incrociano e si salvano a vicenda, in un costrutto narrativo di suprema bellezza.

Ci sono immagini che s'imprimono nitide e vere nella mente, mentre insegui il tuo cuore rapito dalle storie. Storie di uomini. Storie che vengono fuori in una sorta di "stream of consciousness", in cui più che la cronologia conta il tempo interiore, che ti porta direttamente dentro le porte delle loro case e ti dischiude l'universo dell'anima. Fotogrammi sospesi tra un'Italia che si chiude dietro un perbenismo di facciata e cela solo irriguardose marginalità ed un'America Latina che grida la sua libertà con fierezza sconcertante, mentre è ancora oppressa da un macigno sul cuore che non la fa respirare.

Lo psicologo di origini tarantine, che ha una lunga esperienza di lavoro all'estero, proprio in America Latina, scrive di Perù, Nicaragua, Messico, Kosovo, Italia con la penna guizzante di una grande intelligenza che, come lama, squarcia la cortina dell'indifferenza dei tanti.

 

 

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