Briganterosso Blog

Personalmente ritengo, come molti, che la decisione dei senatori Rossi e Turigliatto di non partecipare al voto sia stato un grave errore politico, soprattutto in considerazione del fatto che, un loro eventuale voto a favore, non ne avrebbe cambiato l’esito. Infatti, nell’ipotesi di un loro voto favorevole, sarebbe stato impossibile il processo mediatico contro la sinistra radicale e si sarebbe reso palese il vero disegno politico che è in atto in Italia (neocentrista) e ed i veri poteri forti (Vaticano, Nato, Confindustria) che stanno dietro questa operazione. Anzi, oserei dubitare, che le dichiarazioni rilasciate da D’Alema il giorno prima del voto non fossero del tutto casuali (tesi avvalorata dal fatto che Pinifarina è giunto al Senato accompagnato dall’autista di Fassino)

I dodici punti programmatici stilati da Prodi non fanno altro che confermare questa tesi: Infatti, sono scomparsi i Dico, non è in discussione la permanenza in Afghanistan, si parla di Tav e riforma delle pensioni e si danno poteri pieni al premier con buona pace della collegialità e del programma dell’Unione a lungo benedetto dai compagni della maggioranza.

Ritengo inammissibile la campagna di odio nei confronti del compagno Turigliatto che, come già detto, condanno politicamente ma non riesco a fare lo stesso dal punto di vista umano, e credo che l’Area dell’Ernesto, di cui faccio parte, si debba battere per evitare la sua espulsione dal Partito perché ciò significherebbe un’ulteriore perdita di pezzi proprio, in una fase interna del Partito, dove credo sia indispensabile l’apporto di tutte le minoranze (sia pur con le diversità che tutti conosciamo) nell’ evidenziare, a partire dalle Conferenze di Organizzazione, l’assoluta inadeguatezza della linea politica uscita dal Congresso di Venezia.

Il che fare? Non so se come dice qualcuno l’unica strada percorribile oggi è quella di “ingoiare il rospo” comunque nel caso la decisione dovesse essere questa, dobbiamo stare molto attenti (sia come Partito sia come Area) ad avventurarci in campagne di propaganda tese a convincere gli altri che quel rospo sia buono. Cerco di spiegarmi meglio: oggi noi ci troviamo in una tenaglia, saremo criticati da destra perché ritenuti  inaffidabili e da sinistra perché l’accettazione dei dodici punti programmatici significherà una rottura, o sicuramente una difficoltà di interlocuzione, con il nostro blocco di riferimento. Io penso che da questa situazione dobbiamo cercare di uscirne da sinistra, senza farci condizionare dai ricatti (resi purtroppo ancora più forti) di chi vuole instaurare la dittatura della maggioranza, e senza avere paura di alzare la voce quando sarà necessario.