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« Dopo il temporaleCARO PAPA' »

STELUTIS ALPINIS

Post n°234 pubblicato il 10 Novembre 2011 da lorifu
 

 

 

 

 


Se tu vens cassù ta' cretis
là che lôr mi àn soterât,
al è un splaz plen di stelutis;
dal miò sanc l’è stât bagnât.

Par segnâl, une crosute
je scolpide lì tal cret,
fra chês stelis nas l'arbute,
sot di lôr, jo duâr cujet.

Cjôl sù, cjôl une stelute:
jê 'a ricuarde il nestri ben.
Tu j darâs 'ne bussadute
e po' plàtile tal sen.

Quant che a cjase tu sês sole
e di cûr tu préis par me,
il miò spirt atôr ti svole:
jo e la stele sin cun te.


 

Versione italiana

 

Stella Alpina
Se tu verrai quassù fra le rocce,
dove fui sotterrato,
troverai uno spiazzo di stelle alpine
bagnate del mio sangue.

Una piccola croce è scolpita nel masso;
in mezzo alle stelle ora cresce l'erba;
sotto l'erba io dormo tranquillo.

Cogli, cogli una stella alpina:
essa ti ricorderà il nostro amore.
E baciala, e nascondila poi nel seno.

E quando sarai sola in casa,
e pregherai di cuore per me,
il mio spirito ti aleggerà intorno:
io e la stella saremo con te.


Chi non conosce il friulano riesce comunque a capire che si tratta della superbamente umile, mi si perdoni l’ossimoro, stella alpina  o edelweiss in tedesco.

Secondo una leggenda svizzera questo fiore sarebbe stato un tempo una fanciulla così bella, pura e nobile di animo che, sebbene desiderata da molti cavalieri, non incontrò mai nessuno degno di diventare suo sposo. Quando morì, ancora zitella, fu trasportata sulle vette più eccelse delle montagne e trasformata in un fiore che fu chiamato Edelweiss (che significa nobile bianco) e che nasce in luoghi inavvicinabili per gli esseri umani. Poiché dunque per raccogliere questo fiore occorre fatica e coraggio, la frase "cogliere Edelweiss” divenne per un uomo, sinonimo della conquista del più alto e nobile onore.

 Per noi, gente di montagna, la stella alpina è molto di più che un semplice fiore perché essendo difficile coglierla  in  luoghi impervi e a volte irraggiungibili se non attraverso indicibile fatica, rappresenta  la proiezione dell’uomo verso una meta ideale  che riesce a raggiungere solo attraverso il superamento di infiniti ostacoli.   

Ma la stella alpina sublimata nel canto Stelutis Alpinis di Antonio Zardini  è anche il simbolo degli  orrori e sofferenze della 1° guerra mondiale che in questo canto si elevano diventando dolore universale.

E’ il canto degli alpini perchè è la storia di un alpino morto nella grande guerra, il quale si rivolge all’amata dicendole che lui e la stella alpina le saranno sempre accanto.

 Sentirla cantata in friulano è un’emozione che ti serra la gola, un brivido lungo quasi 100 anni che ti riporta a quel tempo, a quella guerra ma anche al senso patriottico che allora ispirava gli animi e  che oggi è andato perso.

Per i friulani “Stelutis alpinis” non è solo il canto dell’Alpino morto, ma un inno, un inno a questa terra di confine che tra  guerre, invasioni straniere, dolorose emigrazioni ha mantenuto intatta la fierezza del suo volto.

 E tra la canzone di De Gregori che non può  cogliere la bellezza di parole intraducibili ho preferito emozionarmi con il canto originale in friulano capace di evocare le stesse suggestioni che ne  hanno animato lo spirito.

 

 

 

 
 
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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