la memoria dispersa
un mondo di affetti perduto (ricordi, pensieri, riflessioni)
TEMPO
Il tempo che passa è tiranno ma è l'attimo che conta, l'attimo che ti prende, ti fa pensare, ti fa sentire, racchiude un mondo, ti fa passare oltre...
Ci sono amori che non muoiono mai, anzi traggono forza dalle rovine, così come ci sono vite che muoiono nel momento di esplodere in tutta la loro bellezza.
La vita e l'amore sono atti di coraggio.
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« LETTERA APERTA AL PRESID... | SEI FELICE? » |
Post n°231 pubblicato il 04 Novembre 2011 da lorifu
Ipocrisia, che squallore. Eppure tutti ne siamo rimasti vittime o nei nostri comportamenti ci sono, o ci sono stati, inconsapevoli o meno, segni di ipocrisia. Ma perché si agisce con ipocrisia, quali sono le ragioni che ci inducono a scivolare nel fango della finta lusinga e del falso sentimento spacciato per autentico? Dal greco, hypokrisìa, significa fingere buoni sentimenti o virtù che non si possiedono per lo più a scopo di suscitare simpatie e consensi; il termine greco hypokrités designava gli attori i quali, per professione, fingevano sentimenti che non provavano. Non si può dire quindi che ipocrisia sia una parola coniata di fresco perché la storia e la letteratura, a partire dai tempi di Gesù che lanciava strali contro i farisei colpevoli secondo lui di non avere un’autentica fede ma di nascondere dietro regole e comportamenti di facciata grande aridità e vuoto morale, è stata sempre contraddistinta da tradimenti, congiure, inganni; basti pensare a quelli perpetrati da Pietro e Giuda nei confronti di Gesù o all’uccisione di Cesare da parte di Bruto, per arrivare allo stesso Mussolini, tradito ed ucciso dal popolo che lo aveva osannato e idolatrato fino poco tempo prima. E in letteratura che dire di Anna Karenina che per amore di Vronskij sfida la bigotta e ipocrita società russa fino a morire suicida o di Madame Bovary, uscita dalla penna di Gustave Flaubert che rivendica il suo ruolo di donna libera in una società beghina e con una mentalità retriva che pure la costringerà a un atto estremo. La figura poi di don Abbondio è l’ipocrisia per antonomasia con le sue paure, la sua vigliaccheria, la sua piaggeria, la sua pochezza. E quanto assomigliamo a don Abbondio nei nostri comportamenti quotidiani, quando fingiamo un sentimento che non proviamo, quando facciamo un complimento che non sentiamo, quando lusinghiamo chi non stimiamo o invidiamo, quando diciamo in occasione del successo di un nostro “amico” o conoscente: “Quanto sono contento per te” pensando esattamente il contrario, o quando in televisione è tutto uno spropositare di complimenti falsi e menzogneri.
L’ipocrisia poi,in una società tutta basata sull’immagine e la competizione sfrenata, l’inganno e il falso buonismo sta dietro la porta. L’allargamento delle relazioni, il posto di lavoro da difendere, il politico di turno o il portaborse da adulare a fini utilitaristici, rancori mai sopiti da riscattare, frustrazioni, colleghi da incenerire, amici da scaricare, amiche da ridimensionare, si sono moltiplicate le occasioni per dimostrare sentimenti falsi, traendo soddisfazione dalla altrui disgrazia.
E’ un male anche legato alla disumanizzazione dei rapporti sociali, degli ambienti di lavoro dove i ritmi e la produttività sempre più esasperati hanno creato il terreno fertile per il divide et impera e il mors tua vita mea creando divisioni e fratture fra gli uomini producendo la disgregazione e la degenerazione delle relazioni umane diventate fragili e prive di autenticità.
Gli uomini condannano l’ingiustizia perché temono di poterne essere vittime, non perché aborrano di commetterla. Platone |
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BURANO 2020
Tu credi di incontrare l’amore,
in realtà è l’amore che incontra te
nei modi più strani,
inaspettati, involontari, casuali.
A volte lo confondiamo col bene
e lo surroghiamo.
Spesso siamo convinti sia amore,
fingiamo sia amore,
e leghiamo noi stessi
a una indistruttibile catena
frutto dei nostri desideri mancati
dei nostri sogni sopiti
delle nostre abitudini
delle nostre paure
delle nostre comodità
delle nostre viltà
dei nostri calcoli
della nostra apatia
dei nostri falsi moralismi.
Ma quando arriva, se arriva,
lo riconosci,
come “il sole all’improvviso”
sconvolgente, coinvolgente,
totalizzante, esclusivo,
fusione di corpo e anima
osmosi perfetta.
Se finisce,
un dolore muto, senza fine.
loretta
Ottimo post.
Un saluto e buon fine settimana
buona sabato Lori
roberta
A Roma la sinistra è mortalmente contro Berlusconi,ma ad Imola , la stessa sinistra sta aspettando le leggi di Berlusconi per disfarsi di una parte dei dipendenti e trasformarli da "pubblici" a "privati"!