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« DUE DONNEWHITNEY HOUSTON »

Per tutti queli che amano il proprio lavoro

Post n°274 pubblicato il 08 Febbraio 2012 da lorifu
 

 

 

Ma è proprio così?

Si può ancora parlare di dedizione al lavoro senza cadere nella retorica o  rischiare di passare per ridicoli?

E’ che al giorno d’oggi parlare di lavoro è anacronistico per  le tante ragioni che conosciamo.

Ce n’è sempre meno, il futuro si prospetta in salita e quando si riesce a strappare  un contratto, o per un colpo di fortuna, ottenere un posto a tempo determinato o indeterminato che sia, si è troppo preoccupati per la paura di perderlo  per riuscire ad attivare tutte le energie  al fine di ricavarne anche una certa soddisfazione personale.

Ma c’è ancora  chi ha  avuto la fortuna di sceglierlo, o nel caso fosse stato  obbligato dalle circostanze, ha trovato mille buone ragioni per farlo bene.

Chi ama il proprio lavoro non può vivere senza, è essenziale alla sua realizzazione non come   persona di successo ma come persona che è assai diverso dal perseguire la carriera a costo di qualsiasi compromesso e egoismo personale.

In genere  non è geloso del proprio sapere ma ama trasmettere e condividere, è disponibile al confronto e al giudizio, è pronto a tuffarsi, con l’entusiasmo di un bambino,  in sfide sempre nuove e stimolanti.

Contrariamente a chi lo subisce,  riesce anche a trovare il tempo da dedicare a se stesso, alla propria famiglia,  agli altri perché ha capito che non c’è dissonanza e che una cosa non esclude l’altra.

E riuscire ad armonizzare con l’ambiente di lavoro potrebbe essere considerata una strategia per neutralizzare gli effetti negativi dovuti a fatica e stress.

Ha soprattutto capito che subirlo e viverlo come un peso significherebbe sottrarre a se stesso  una fetta non indifferente di vita.

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Commenti al Post:
artchoker
artchoker il 09/02/12 alle 01:10 via WEB
Tutto molto giusto Loretta, però credo che coloro che amano il proprio lavoro e lo fanno volentieri oggi siano la minoranza. Se ampliamo un po' il discorso, come fa una società ad essere buona e sensata se la maggioranza di chi lavora lo fa da incazzato e non vede l'ora di smontare?
Non vorrei sembrare tragico, ma questo è ciò che io vedo e sento. Personalmente ho sempre amato molto il mio lavoro e metto passione in tutto ciò che faccio, e, hai ragione, si vive molto meglio...:o)
 
 
lorifu
lorifu il 10/02/12 alle 17:00 via WEB
Sono d’accordo con te nel senso che per lavorare bene ci devono anche essere le condizioni perchè questo avvenga a partire dalla serenità e il giusto riconoscimento del lavoro fatto. Mi pare che negli ultimi anni si sia fatto a gara per peggiorare le cose tanto da guardare con sempre più scetticismo al lavoro. Ciao, loretta
 
alirt
alirt il 09/02/12 alle 08:14 via WEB
Ogni lavoro, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di sceglierlo e di combattere per prenderselo, e si sa che soprattutto al giorno d'oggi non è così, è come un rapporto sentimentale consolidato. Ha i suoi difetti, le volte che verrebbe voglia di mandarlo a quel paese, ma, superato quel momento, dà tanta soddisfazione e piacere che è impossibile lasciarlo. Io scelsi di fare l'insegnante vari anni fa, abbandonando la via della libera professione e non me ne sono mai pentita, considero il mio il lavoro più bello del mondo, e stare in mezzo agli adolescenti mi mantiene giovane e allegra. Un abbraccio, che bel post!
 
 
lorifu
lorifu il 10/02/12 alle 17:07 via WEB
Sono anche io convinta che fare un lavoro che piace, che si ama, ti dà la giusta carica e porta beneficio sia a te che a chi si avvale del tuo lavoro. E’ che al giorno d’oggi è quasi un privilegio riuscire a fare il lavoro che piace e quando succede…la vita è un’altra cosa.
 
angiolhgt
angiolhgt il 09/02/12 alle 13:09 via WEB
verissimo....ma è una condizione necassaria ma non sufficiente per la "felicità", oltre al lavoro esistono gli "altri" ovvero il "fattore ambiente di lavoro"..certe volte non basta lavorare alla perugina facendo il collaudatore di cioccolatini in uno stato continuo di ebbrezza da climax epicureico-gustativo: se sei circondato da testedicazzo ti vanno per traverso!..
 
 
lorifu
lorifu il 10/02/12 alle 17:12 via WEB
Purtroppo anche quello fa parte del gioco e bisogna essere talmente forti da non lasciarsi condizionare da fattori negativi che alla fin fine danneggiano soprattutto noi stessi. D’altra parte…l’alternativa?????
 
IO.RAMINGO
IO.RAMINGO il 09/02/12 alle 15:33 via WEB
La mia vita da lavoratore è stata segnatadalle raccomandazioni, il primo ad esserlo osno stato io, e nel lavoro di formatore ho profuso tutte le mie energie e amore, non solo per il lavoro ma anche per il prossimo. Insegnavo in un corso di disegnatori tecnici, ho fatto di tutto e di più, ma sono stato, come si dice volgarmente trombato; per far posto al nipote del direttore. Il secondo lavoro, durato fino alla pensione, ho sempre dato l'esempio ai miei colleghi più giovani, ma oggi le cose sono cambiate e il mondo del lavoro è solo per giovani rampanti, che spesso lo fanno solo per denaro e non per attaccamento all'azienda.
 
 
lorifu
lorifu il 10/02/12 alle 17:19 via WEB
Nel tuo commento ci sono molti elementi su cui discutere. Tu stesso dici che il primo raccomandato sei stato tu, ragion per cui, quando si entra nella logica della raccomandazione bisogna pure aspettarsi quello che poi a te è successo. Da quel che ho capito nel tuo lavoro hai profuso tutta la tua passione ed energia possibile ma a volte, e la tua esperienza insegna, non basta. Ciao Pino :-)
 
   
IO.RAMINGO
IO.RAMINGO il 10/02/12 alle 18:40 via WEB
Loretta, pestare i calli a qualcuno fa sempre male, ma almeno spesso ti togli quei fastidiosi sassolini dentro le scarpe. A me andando via da entrambi i lavori è rimasta la soddisfazione di essere rimasto nei cuori di parecchie persone; non solo nel lavoro,ma anche lasciando la mia borgata, quelli che erano i miei ragazzi d'azione cattolica ancora oggi mi vogliono bene e in questi giorni vivo con loro un'esperienza meravigliosa, la rivisitazione di quei momenti felici. Un abbraccio Pino
 
     
lorifu
lorifu il 11/02/12 alle 14:53 via WEB
Segno che hai lasciato un buon ricordo. Ciao e buona domenica, loretta
 
Vince198
Vince198 il 10/02/12 alle 00:02 via WEB
Si inizia sempre con grande entusiasmo quando si ha la fortuna di fare quel che si è sempre desiderato, indipendentemente dal profitto.
Poi, man mano l'entusiasmo degli anni ruggenti, per una serie lunghissima di motivazioni (nel mio caso intendo dire) si affievolisce, ci si accorge che più di una volta si è sottratto tempo prezioso agli affetti più cari e allora non si vede l'ora di recuperare.. Dopo 40anni ho smesso e non sono pentito. Giusto per usare na frase fatta: c'è un tempo per ogni cosa, ogni cosa al momento giusto. Evidentemente ero saturo.. Il lavoro "perfetto" per me non esiste: c'è sempre qualcuno che ti rovina i piani o, per lo meno, ti rende la vita un pò più complicata..
Fra l'altro io me la sono complicata in questi ultimi anni, per il colmo dei colmi, da solo.. ^_____^
 
 
lorifu
lorifu il 10/02/12 alle 17:29 via WEB
Sono d’accordo con te quando dici che il lavoro perfetto non esiste ed è pura utopia. Ci può essere un lavoro che ti piace di più, che è maggiormente nelle tue corde, verso cui hai una predisposizione maggiore ma se potessimo scegliere, senz’altro non opteremmo per quello alla catena di montaggio o davanti a una pila di carte. E se tornassi indietro, nonostante il grande piacere e le grandi soddisfazioni avute come insegnante, non sottrarrei, come ho fatto, buona parte delle mie energie alla famiglia che ho sempre subordinato alla scuola. Ciao Vince :-))
 
mpt2003
mpt2003 il 10/02/12 alle 11:48 via WEB
amare il lavoro sarebbe la situazione ottimale quella alla quale tendiamo tutti..poi purtroppo c'è la condizione in cui sei costretto a lavorare perchè non hai alternativa e allora lo stress è tanto e fa pure male......se dobbiamo tendere al meglio sarebbe bello amare il lavoro e divertirsi lavorando......ma è l'ottimo a cui pochissimi possono ambire. ciao. mp
 
 
lorifu
lorifu il 10/02/12 alle 17:36 via WEB
Penso che gli unici a divertirsi col proprio lavoro siano i politici, perché oltre a divertirsi guadagnando una barca di soldi non sanno fare altro e gli artisti veri perché l’arte è la massima espressione di se stessi. Ciao mp., un abbraccio.
 
acetosella5
acetosella5 il 10/02/12 alle 12:01 via WEB
Ho sempre ammirato e stimato molto quelli che facevano al meglio il loro lavoro, qualunque fosse. E' un pezzo così grande della vita di ognuno che farlo con disamore e disimpegno è umiliante per ch lo fa. Quando ero bimba conoscevo un pescatore al quale si ailluminavano gli occhi quando parlava dei vari di tipi di reti, sapeva tutto sul suo mestiere e atrsmetteva questo uo amore con le parole e l'espressione del viso. Io quei tempi desideravo solo una cosa per il mio futuro: fare il pescatore.
 
lorifu
lorifu il 10/02/12 alle 17:45 via WEB
Evidentemente era riuscito a trasmettere vero amore in quel che faceva e traspariva dal suo viso, dai suoi gesti. Penso che non ci sia testimonianza più forte di quella che si riceve da un autentico esempio di passione in quel che si fa. :-))
 
elliy.writer
elliy.writer il 10/02/12 alle 22:56 via WEB
E' già stato detto, ma è proprio così: è un privilegio riuscire a "scegliere" il proprio lavoro. Averne uno è già molto. Però, visto che è una fetta importante della propria vita, affrontarlo ogni giorno come fosse un patibolo è deleterio. Se amarlo non è proprio possibile, comunque bisognerebbe esserne grati e svolgerlo al meglio, sia per dovere verso il datore di lavoro, sia per se stessi, per potersi serenamente guardare allo specchio. Essenziale è anche l'ambiente di lavoro, i colleghi, il rapporto umano che si riesce a creare, gli angoli che si tenta di smussare... è un lavoro nel lavoro, ma ne vale la pena. Entrare in ufficio la mattina col muso lungo e trovarsi in mezzo a facce altrettanto scontente e scontrose... ti ammazza la giornata!
 
 
frankspada
frankspada il 11/02/12 alle 10:35 via WEB
I'am crazy, I know, and stupid, really stupid, and lucky, really lucky, as You know well, but it's so wonderful, really, really wonderful, dear Loretta.
 
   
lorifu
lorifu il 12/02/12 alle 10:43 via WEB
Thanks Frank, I'm really lucky. Good morning. loretta
 
 
lorifu
lorifu il 11/02/12 alle 15:06 via WEB
Hai colto in pieno. Riuscire a creare dei buoni rapporti coi colleghi ti aiuta a vivere bene quelle ore che sei generalmente costretto a passare gomito a gomito anche con chi non ti sta a genio.E non è questione di ipocrisia riuscire a smussare, assecondare, condividere se attraverso il compromesso si riesce ad ottenere il benessere generale. Buona domenica cara Elliy
 
 
lorifu
lorifu il 12/02/12 alle 10:45 via WEB
La tua risposta è più sotto:-))
 
veuve_cliquot
veuve_cliquot il 11/02/12 alle 22:35 via WEB
Ho amato moltissimo il mio lavoro, per esso ho rinunciato a tante cose (ma non ne sono pentita)...ma dopo 25 anni comincia veramente a venirmi a noia. Invidio quelli che hanno la possibilità di poter cambiare e fare cose nuove, avere nuove esperienze. Anche i più grandi amori dopo tanti anni si affievoliscono! E poi vedo che i tempi stanno veramente cambiando, i giovani che mi ritrovo intorno vivono solo per far carriera e soldi, il lavoro è solo il mezzo per arrivare a questo. Se fanno qualche cosa in più è per farsi vedere dal capo non perché ritengono che sia giusto farlo. Personalmente mi piacerebbe andare in pensione, magari per riiscrivermi a una facoltà universitaria completamente diversa, per imparare cose nuove, per non morire sapendo tutto di una sola cosa e ben poco di tutto il resto. Lo so che le parole che hanno detto i nostri ministri hanno fatto irritare la maggior parte degli italiani, ma io concordavo con loro: il posto fisso alla fine toglie ogni entusiasmo anche alle persone migliori, la ripetitività fa diventare abulici. :))
 
 
lorifu
lorifu il 12/02/12 alle 11:03 via WEB
Sono in parte d’accordo con quel che dici. Ogni bel lavoro, alla fin fine stufa fermo restando che c’è lavoro e lavoro. Se mi parli di passare tutta la vita alla catena di montaggio o a pulire le scale, o a riempire moduli in qualche ufficio penso che alla fine ci potrebbe essere il rigetto e rischio alienazione. Ma ci sono certi lavori in cui tu puoi in parte modificarne la natura e renderli più graditi attraverso un diverso approccio. Parlo del lavoro dell’insegnante, del medico, dell’infermiere, del commesso… di tutti quei lavori dove ci può essere gratificazione nella prestazione. Si sa che le cose cambiano, i lavori cambiano ma è importante che noi cambiamo con loro per riuscire a stare al passo ma soprattutto per riuscire a coglierne gli aspetti positivi e costituirne una risorsa.:-))
 
angiolhgt
angiolhgt il 12/02/12 alle 09:32 via WEB
scegli sempre delle musiche molto raffinate...meriti un affaccio solo per degustare le bottiglie millesimate che custodisci nella tua discoteca!...
 
 
lorifu
lorifu il 12/02/12 alle 10:44 via WEB
Grazie Angelo. Sono le atmosfere che mi piacciono. :-)
 
ziryabb
ziryabb il 12/02/12 alle 20:21 via WEB
Mi è sempre piaciuto il lavoro degli altri con la consapevolezza che... L'erba del vicino...è una illusione.Non sono mai stato felice nei lavori che ho fatto (36 mestieri,36 miserie dicono i francesi). La cosa che non ci piace è dovere farlo perché non abbiamo altro scelta.Una volta lasciamo volentieri un lavoro che non ci piace perché c'è sempre un altro che ci aspetta.Ora non è più così. Finora quelli che dicono Mi piace il mio lavoro (lavoro non è)sono quelli che appartengono al mondo dello spettacolo, gli intellettuali fra virgolette di ogni bordo,quelli che difendono la pensione a 70 anni. Tutti gli altri sono stufi dei ricatti del mobbing,del bossing e non vedono l'ora di chiudere la carriera al più presto.La cosa che non sopporto è quando si confonde la personalità con il mestiere che si fa. Giudichiamo le persone per il lavoro che fanno:insopportabile.
 
 
lorifu
lorifu il 12/02/12 alle 21:11 via WEB
Ho avuto la fortuna di fare un lavoro che mi è piaciuto molto trovando sempre stimoli nuovi per farlo bene. Chiaramente non è stato un lavoro rigido e controllato e mi ha dato molta libertà di azione e possibilità di intervenire con iniziative progettuali mirate ad obiettivi sempre nuovi e con un campo d’azione diversificato, e tutto nel settore dell’insegnamento. Qualche volta sono stata sulle scatole a qualcuno ma fa parte delle regole del gioco: “non puoi piacere sempre a tutti”
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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