la memoria dispersa
un mondo di affetti perduto (ricordi, pensieri, riflessioni)
TEMPO
Il tempo che passa è tiranno ma è l'attimo che conta, l'attimo che ti prende, ti fa pensare, ti fa sentire, racchiude un mondo, ti fa passare oltre...
Ci sono amori che non muoiono mai, anzi traggono forza dalle rovine, così come ci sono vite che muoiono nel momento di esplodere in tutta la loro bellezza.
La vita e l'amore sono atti di coraggio.
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Post n°349 pubblicato il 12 Settembre 2012 da lorifu
dipinto di Maria Kreyn
“Io sarei tornato in Africa, ma non per guadagnarmi la vita, per questo mi bastavano un paio di matite e poche centinaia di fogli di carta della meno cara. Ma sarei tornato là, dove mi piaceva vivere, vivere veramente, non puramente trascorrere i giorni” (Verdi colline d’Africa) Hernest Hemingway
“Vivi e a un tratto ti accorgi di esistere”
E’ in questo modo che amo tratteggiarmi, anche se per i più è vero il contrario, nel senso che l’esistenza viene considerata un fatto biologico mentre la vita ciò che le dà succo. La mia concezione che non vuole mettere in discussione il significato unanimamente attribuito a questi due termini è solo un modo per far risaltare la differenza che c’è tra il vivere quotidiano, in mille faccende affaccendati, e la scoperta di esistere nell’accezione piena del termine, come consapevolezza e rivelazione di sé. Tutti esistono ma non tutti colgono l’opportunità straordinaria di fare della loro vita un progetto dandole il senso che più si attaglia al loro spirito e carattere mai dimenticando che tutti siamo esseri unici e irripetibili e non ci sarà mai nessuno come noi.
Vivere una vita autentica significa avere la percezione della realtà ed essere pronti al cambiamento, di non troppi sogni quindi dovrebbe essere fatta la nostra vita ma di quel tanto che basta per essere capaci di seguire vocazioni e attitudini quando queste diventano un’ impellenza irrinunciabile per la nostra felicità ed equilibrio interiore. Non può mancare l’amore, il coraggio, l’egoismo, ma soprattutto lo sguardo sul presente perché niente di più di ciò che ci sta accadendo può avere importanza e il passato o il futuro rischiano di zavorrare l’irripetibilità del momento. La vita è anche sofferenza. C’è la tentazione a volte di lasciarsi andare, rinunciare alla lotta, avvitarsi su se stessi senza stimoli e reazioni ma non vi può mai essere ragione così grande da giustificare l’inazione. La sofferenza fa parte della vita e si può anche riuscire a gestirla se riusciamo a inserirla in quel progetto dal quale siamo partiti.
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BURANO 2020
Tu credi di incontrare l’amore,
in realtà è l’amore che incontra te
nei modi più strani,
inaspettati, involontari, casuali.
A volte lo confondiamo col bene
e lo surroghiamo.
Spesso siamo convinti sia amore,
fingiamo sia amore,
e leghiamo noi stessi
a una indistruttibile catena
frutto dei nostri desideri mancati
dei nostri sogni sopiti
delle nostre abitudini
delle nostre paure
delle nostre comodità
delle nostre viltà
dei nostri calcoli
della nostra apatia
dei nostri falsi moralismi.
Ma quando arriva, se arriva,
lo riconosci,
come “il sole all’improvviso”
sconvolgente, coinvolgente,
totalizzante, esclusivo,
fusione di corpo e anima
osmosi perfetta.
Se finisce,
un dolore muto, senza fine.
loretta
Penso che la cosa più sana e quindi migliore sia vivere secondo la nostra natura interiore. Come ci sentiamo di essere e godere la vita seguendo il nostro Io. Così sarà il miglior modo di adattarci all'esistenza quotidiana i cui ingredienti sono anche la sofferenza e tutte le varie difficoltà che sappiamo. Quindi non creiamocene di nuove vivendo la vita che gli altri,anche i genitori, ci hanno imposto (sicuramente volendo il meglio per noi). E sogniamo che fa bene e non vuol dire staccare i piedi da terra :)
Però secondo me non bisogna desistere, delle volte si trovano emozioni nei luoghi più impensati, in un blog, in un quadro, in una canzone, negli occhi di un bambino, in una gita al mare...basta saperle vedere...:o)
Certo, con Hemingway non c'è paragone...sgrunt...:o(
Vivere, esistere.. Potrei risponderti shakespirianamente, adattandola, "This is the question"..
Di sicuro.. respirare è la conditio sine qua non, ma è il resto, tutto quello che in itinere facciamo, incontriamo, ci confrontiamo etc. che ci anima in modo del tutto particolare. La differenza è palese.. Esistere se esistiamo per gli altri e se gli altri esistono per noi: un rapporto che ci lega indissolubilmente ad un'organizzazione nella quale esprimiamo il meglio di noi stessi, quando possibile. Sentirci soddisfatti però, è altro. Qui mi fermo perchè la coscienza di ciascuno di noi è così ramificata che è difficile dare una risposta unica ed esaustiva. Non saprei proprio da dove iniziare..
Un abbraccio a te^___^