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« DOLOR Y GLORIAOde al giorno felice »

Boris Ryzyi

Post n°625 pubblicato il 01 Giugno 2019 da lorifu
 

 

 

Precoce e talentuoso poeta russo, scrisse la prima poesia a quattordici anni, quasi presentisse che la sua vita sarebbe stata breve. Fece tutto in pochissimo tempo. Prima dei vent'anni divenne campione regionale di boxe, si sposò e a 23 era già laureato in Geofisica e Geoecologia. 
Una vita intensa, una corsa contro il tempo nel difficile passaggio all'età matura in una Russia, erano gli anni '80 dello scorso secolo, piena di contraddizioni.

Smarrimento e malinconia furono gli ingredienti con cui condiva la sua vita sregolata e fatta di eccessi. Amava il suo Paese e la poesia dalla magica musicalità sgorgava come acqua pura mentre narrava se stesso e le sue genti avvolte nel mistero della vita e della morte.
Chissà se il suicidio, a soli 27 anni, era il 2001, nel desiderio di farsi conoscere, arrivare, non fu il modo per consegnarsi all'immortalità. 

Due sue splendide poesie

Non ho camminato nei tuoi sogni...

Non ho camminato nei tuoi sogni,
né mi sono mostrato in mezzo alla folla,
non sono apparso nel cortile
dove pioveva o meglio cominciava
a piovere (questo verso
lo cancello e non lo sostituirò),
era allettante credere, come uno stupido,
che ti avrei incontrato presto,
eri tu che mi apparivi in sogno
(e mi prendeva una dolce tenerezza),
mi sistemavi i capelli sulle tempie.
Quell'autunno perfino le poesie
in parte mi riuscivano bene
(però mancava sempre un verso o una rima
per essere felice).
Boris Ryzyi

PORTAMI LUNGO VIALI VUOTI...

Portami lungo viali vuoti,
parlami di qualche sciocchezza,
pronuncia vagamente un nome.
I lampioni piangono l'estate.
Due lampioni piangono l'estate.
Cespugli di sorbo. Una panchina umida.
Amore mio, resta con me fino all'alba,
poi lasciami.
Rimasto come un'ombra offuscata,
vagherò qui ancora un po', ricorderò tutto,
la luce accecante, il buio infernale,
io stesso fra cinque minuti sparirò.
Boris Ryzyi 

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Commenti al Post:
Vince198
Vince198 il 02/06/19 alle 11:47 via WEB
Non so cosa scrivere, se non che sono rimasto incantato, profondamente emozionato nel leggere quei versi, Loretta. Poeta che non conosco fra l'altro.. Vista la genialità di quest'uomo, forse non si può scinderla da una fragilità interiore che ha avuto il sopravvento, un triste sopravvento..
 
 
lorifu
lorifu il 04/06/19 alle 10:50 via WEB
Penso anch'io Vince che si sia trattato di fragilità. I poeti russi, oltre a una sensibilità accesa, vivendo tutte le contraddizione di un immenso Paese che ha vissuto cambiamenti epocali, non sempre sono riusciti ad adattarsi al cambiamento. Molti di loro si sono rifugiati all'estero, soprattutto negli Usa , portandosi dietro quella nostalgia che non sempre sono riusciti a gestire.
 
woodenship
woodenship il 03/06/19 alle 15:53 via WEB
La chiusa della seconda lirica ha tutta l'aria di un addio pronunciato prima di una qualsiasi morte...Mi vien da chiedermi se,un poeta,abbia in dono la consapevolezza della propria data di scadenza........Grazie di cuore per averlo condiviso anche lella sua bellissima espressione poetica.......Un bacio scintillante di stelle........W.......
 
 
lorifu
lorifu il 04/06/19 alle 10:52 via WEB
hai letto bene Wooden. Si intuisce nella chiusa della seconda poesia il malessere profondo, non soltanto amoroso, che avrebbe portato Ryzhy a concludere i suoi giorni tragicamente.
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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