Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

la memoria dispersa

un mondo di affetti perduto (ricordi, pensieri, riflessioni)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Messaggi di Maggio 2019

 

DOLOR Y GLORIA

Post n°624 pubblicato il 31 Maggio 2019 da lorifu
 

 



L'ultimo film di Almodóvar, presentato nei giorni scorsi a Cannes, e in odore di Palma d'oro, purtroppo non ottenuta, ha fatto centro.
Non amo particolarmente la filmografia di Almodóvar; di lui ricordo soprattutto "Volver" e "Tutto su mia madre", ma "Dolor Y Gloria"sono andata a vederlo con la netta sensazione che mi sarebbe piaciuto. E così è stato.
In questo film c'è un Almodóvar intimo, sincero che forse alla soglia dei settant'anni ha voluto mettersi a nudo parlando di sé senza filtri, raccontandosi attraverso il film della sua vita. Un film a tratti doloroso, soprattutto quando rammenta l'infanzia povera, in un paesino vicino a Valencia, la scoperta della sua omosessualità, il grande amore per la madre, interpretata da una intensa Penelope Cruz, che come un filo invisibile attraversa la sua vita. E poi l'amore, amore perso e ritrovato per caso, destinato a riaccendersi per un solo attimo, forse soltanto nel ricordo di quello che fu. 
Salvador, il suo alter ego, magistralmente interpretato da Antonio Banderas, è un uomo afflitto dai tanti mali fisici ma più ancora da quelli dell'anima che ha sempre cercato di lenire facendo uso di eroina perdendosi e perdendo stimoli, ispirazione, voglia di vivere e creare. Ma il suo talento e la forza interiore lo spingeranno a rinascere e a trovare la forza per tornare dietro la macchina da presa.

"Il cinema della mia infanzia sapeva di pipì. Di gelsomino. E di brezza d'estate" scriveva, ma solo quando riuscirà a riconciliarsi con se stesso attraverso il controllo dei mali fisici e il superamento dei sentimenti di colpa nei confronti della madre, potrà finalmente rappresentare quel mondo che gli viveva dentro.

Dolor y Gloria, dolore e gloria è la sintesi perfetta di un film basato sulla memoria, e sarà proprio la memoria a diventare elemento salvifico. Bellissimo!

 
 
 

Caligola

Post n°623 pubblicato il 30 Maggio 2019 da lorifu
 

 

Caligola di A. Camus...non una lettura da sotto l'ombrellone ... ma il 1. Atto che prelude alla follia dell'imperatore è una sublimazione dell'amore che trova ragioni nella sua irragionevolezza.

 

Cedo­nia (in grande appren­sione) Una guar­dia l'ha visto pas­sare. Ma tutta Roma vede Cali­gola dovun­que. E Cali­gola non vede che l'ombra di Drusilla.

Siede affranta. Silenzio.

Sci­pione Dimmi, Ceso­nia, l'amava fino a que­sto punto?

Ceso­nia Di più, ragazzo mio. La desiderava.

Sci­pione In che modo strano lo dici.

Ceso­nia Per­ché, vedi, se l'avesse sola­mente amata, la sua mor­te non avrebbe cam­biato niente. Le malat­tie dell'anima non sono gravi. Ci si salva con la malin­co­nia. Invece no, lui oggi sente i morsi della carne. Bru­cia tutto.

Sci­pione (indi­screto) Ma desi­de­rava anche te.

Ceso­nia Que­sto non ti riguarda.

(Pausa) Sì, mi desi­dera. E' vero. Però non m'ama.

Sci­pione (timi­da­mente) Non capi­sco.

Ceso­nia (stanca) Io sì. Vuol dire che mi domanda solo il pia­cere. Ma è desi­de­rio que­sto? Un giorno vedrai che si può amare spesso, ma mai desi­de­rare più d'una volta.

----------

Caligola
(Con­fi­den­ziale) Le dicevo così. Avvi­ci­nati, di più, più vicina... No, non aver paura. Non ti desi­dero - non ancora o non più, non lo so. Quando pog­gio la mia mano sul corpo di un'altra donna, tutto il rim­pianto della tua carne mi sale alle lab­bra. E quando qual­cuna si appog­gia alla mia spalla, l'ucciderei sen­za con­ce­derle un sor­riso per punirla di avere ten­tato d'imitare una tene­rezza che non appar­tiene ad altri che a te...

...(La voce va inde­bo­len­dosi) E nono­stante tutto, in certe sere come que­sta, davanti a que­sto cielo inon­dato dal chia­rore te­nue delle stelle, come resi­stere a tutto ciò che il mio amore ha di puro e di struggente?

...Cali­gola Io t'amavo, Dru­silla, di un amore puro - puro co­me le stelle più pure. T'amavo, Dru­silla, come si può amare il mare o la notte - con un impeto che aveva tutta la dispe­razione dei nau­fragi. E ogni volta che spro­fon­davo in que­sto amore, mi sot­traevo ai cla­mori del mondo e all'infernale tor­mento dell'odio.

Non lasciarmi, Dru­silla. Ho paura. Ho paura dell'immensa soli­tu­dine dei mostri. Non andar­tene. Ah, que­sta tene­rezza e que­sto andare oltre!...

 

 

 
 
 

IN CALARE

Post n°622 pubblicato il 29 Maggio 2019 da lorifu
 

 

Empatici ma intimi, i versi poetici di rimpianto malinconico -nella propria vita presente-, di quel trascorso ormai lontano e del tempo che resta da vivere. L'opera In calare dell'Autrice Loretta FUSCO si fa immagine nitida ed emozionale di un preciso stato d'animo, nella suggestione semplice e realistica ma corrosiva e incisiva di riflessioni personali, di rimpianti e di mancanze. Decifrazione chiara e perfetta cui collettivamente identificarsi dunque, che intenzionalmente raggiunge nella sua focalizzante visione, quel senso di inesorabile accettazione e delusione di noi tutti al trascorrere dell'esistenza.

Con questa motivazione la Giuria del Premio Argentario 2019 ha assegnato alla mia poesia "In calare" il 2° posto nella sezione Poesia edita.

In calare

Ed eccomi qui
a scrutare il tempo
quello passato e quello che resta,
a separare il grano dalla pula,
a lasciarmi ferire 
in un riscatto estivo senza fine
dalla luce di settembre.
Eccomi qui
tra sottrazioni e somme
a capitalizzare gli attimi,
amplificati dal pulsare della vita.
Eccomi qui
a sgranare gli occhi su me stessa
nel ritmo di giorni in calare
e di sregolati battiti del cuore.
Eccomi qui ora 
nella stretta striscia di luce
di raggi obliqui e stanchi 
mentre l'ombra divora
quel che resta del giorno.

"L'Altrove Atteso"


 

 
 
 

Autoritratto

Post n°621 pubblicato il 24 Maggio 2019 da lorifu
 

 
 
 

Con rinnovato entusiasmo...

Post n°619 pubblicato il 21 Maggio 2019 da lorifu
 

Dopo molto tempo ho ripreso a scrivere sul mio blog. Sono praticamente ritornata alle origini. Ricordo ancora il giorno in cui m'iscrissi a Libero e creai il mio primo post. Era il 31 dicembre 2009, esattamente dieci anni fa. Mi affacciavo a questo mondo che non conoscevo timidamente, con l'unico scopo di esprimere i miei pensieri ed emozioni. La scrittura mi aveva sempre affascinata ma è in questo spazio che sono riuscita a trovare gli stimoli giusti e a fare le prime conoscenze virtuali, alcune delle quali sono poi diventate delle solide amicizie. In tutti questi anni sono stata costante nel proporre e propormi nella mia veste più autentica, senza orpelli e infingimenti di sorta. Scrivendo ho allargato miei orizzonti, mi sono confrontata su tematiche diversificate instaurando un buon dialogo, interagendo sempre nel rispetto della libertà e delle opinioni altrui. È qui che ho scoperto e assecondato la mia vena creativa, iniziando a fare i miei primi passi nel mondo letterario. Scrivere per me è terapeutico e mi dà la carica giusta per affrontare la vita con curiosità e gioia infantile, sempre alla ricerca di motivazioni valide e fonti ispirative in linea col mio sentire.
"La memoria dispersa" è la mia creatura e l'ho coltivata nel tempo con amore.
Quando vado a ritroso tra le pagine del blog e ritrovo alcuni post amati rivedo come in un film le tante persone conosciute e le tante parole spese, mai banali perché ho sempre privilegiato la discussione pacata dal contradditorio intelligente.
Anche mostrarmi in carne ed ossa, così come sono fisicamente, è sempre stato il mio modo di essere come presentarmi con il mio nome e cognome.
Nel mondo virtuale non è tutto rosa e fiori, come nella realtà del resto ma nelle interazioni che si sono create non posso che gioire di quanto ricevuto.

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

BURANO 2020

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
 

 


Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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