Un blog creato da lorifu il 31/12/2009

la memoria dispersa

un mondo di affetti perduto (ricordi, pensieri, riflessioni)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Messaggi di Agosto 2019

 

Amore è poesia, ovvero poesia è amore

Post n°648 pubblicato il 29 Agosto 2019 da lorifu
 

Pedro Salinas, il grande poeta spagnolo che sapeva parlare d'amore.
Nel suo capolavoro "La voce a te dovuta", una sorta di canzoniere amoroso, l'oggetto amoroso è l'amore stesso, amore inteso come scia di tempo sottratta all'eterno nulla.
Anche se i versi delle settanta poesie che lo compongono sono dedicati al grande amore della sua vita Katherine R. Whitmore, il tessuto poetico travalica le consuete forme di sonorità e ritmo. Acquistano una loro inconfondibile cifra in quanto, pur attenendosi alla realtà e alla concretezza, nel continuo divenire e trasformazione dei percorsi esistenziali riescono a creare forti suggestioni negli animi capaci di entrare in contatto con la propria intimità.

Oltre alla straordinaria poesia di Pedro Salinas,  seguono due mie poesie d'amore perché l'amore è tutto e può tutto. 

Gli amori vanno, vengono, si trasformano, prendono o perdono forza, ma non saranno mai cancellati dalla memoria di chi li ha vissuti.
L'amore è energia, dono, pensiero che abita vicino, lontano e irradia la tua vita.

 

foto - Robert Doisneau

 

Eterna presenza

Non importa che non ti abbia,
né importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti volevo intera.
Oggi più non chiedo
agli occhi e alle mani
le ultime prove.
Di stare al mio fianco
ti chiedevo prima;
sì, accanto a me, sì,
sì, però lì fuori.
A me già bastava
sentir le tue mani
darmi le tue mani,
sentire che ai miei occhi
tu davi presenza.

Ma adesso ti chiedo
di più, ben di più
di un bacio o uno sguardo:
di starmi più addosso
di me stesso, dentro.
Come il vento sta
donando, invisibile,
la vita alla vela.
Come sta la luce,
ferma, fissa, immobile,
facendo da centro
che non mai vacilla
al tremulo corpo
della fiamma inquieta.
Come sta la stella,
presente e sicura,
senza voce o tatto,
sul petto disteso,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è di essere l'anima
dell'anima mia,
sangue del mio sangue
dentro le mie vene.
È che tu stia dentro
di me come il cuore
mio, che io mai
vedrò, toccherò,
ma il cui palpitare
non sarà mai stanco
di darmi la vita
finché morirò.
E come lo scheletro,
segreto profondo
di me, che soltanto
mi vedrà la terra,
intanto però,
è lui che nel mondo
sostiene il mio peso
di carne e di sogno,
di gioia e di pena
misteriosamente
senza che degli occhi
lo vedano mai.
Quel che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza
per noi non sia fuga,
mancanza, oblio:
ma che per me sia
possesso totale
dell'anima lontana
eterna presenza.
Pedro Salinas
(Traduzione di Valerio Nardoni)
da "Il corpo, favoloso. Lungo lamento", Passigli Poesia, 2015Emozioni

 

Emozione

Colsi nei tuoi occhi
gli umori del mondo
e mi specchiai in quelle scintille accese.
Scivolai su labbra increspate e molli
dolce indugiare che sapeva d'infinito.
Nell'intimo abbraccio
di mani impazienti
ci spogliavamo l'anima
per suggere l'intensità
di un piacere non solo carnale.
Le parole morivano sulle labbra.
Non c'era bisogno di spiegare
ciò che stavamo vivendo.

loretta fusco da "L'Altrove Atteso"


 

Eppure ti amo

Eppure ti amo,
ti amo nel tanto,
nel vago, nel nulla.
Ti amo al mattino
quando la nebbia sale
e non ti sfuma,
nell'abbaglio del sole
che ti staglia nitido,
nel fragore della pioggia.
Ti amo sempre,
mentre addento una mela,
spezzo il pane,
mentre bevo,
rido,
cammino,
piango.
Ti amo in tutti i modi
in cui si può amare.
Con incredulità,
stupore, gratitudine,
ti amo.
Ti amo quando mi baci
in mezzo alla folla,
sotto la doccia,
a teatro,
quando mi parli,
mi scrivi,
sei assorto.
Ti amo prima, dopo,
nel presente, nel futuro.
Ti amo sempre
anche ora che il vento ti ha disperso.

loretta fusco da "L'Altrove Atteso"

 

 
 
 

Vite immaginative o immaginifiche

Post n°647 pubblicato il 16 Agosto 2019 da lorifu
 

L'immaginazione è ciò che fa splendere la vita.
Per me un desiderio insopprimibile represso per tanto tempo, inghiottito in quella vorticosa corsa dove la realtà era talmente incombente da annullare tutto il resto.
Ricordo l'immaginazione della prima infanzia, quando la felicità era il risultato di una fervida fantasia e di uno stato di innocenza dove il bello era preponderante e bastava scivolare su un cartone lungo una china, capelli al vento, per provare l'ebbrezza di una gioia pura.
Orchi, streghe, draghi erano relegati al mondo delle favole e prevaleva sempre il bene sul male con i buoni che alla fine la spuntavano sempre.
I sogni, in gioventù, andavano di pari passo con i desideri ampliati a dismisura dalla voglia prepotente di vivere una vita speciale quando speciale significava uscire dall'appiattimento di giorni tutti uguali che non potevano corrispondere a quel fremito di vita che si accendeva a ogni risveglio.
E l'immaginazione riempiva i vuoti, andava a colmare l'infinità di gesti, azioni, riflessi condizionati, parole che niente avevano di autentico se non l'idea che fossero quelli giusti perché nel mondo reale da sempre anche le emozioni sono veicolate da stereotipi introiettati, regole costruite, modelli precostituiti.
Il lavoro, la famiglia, rapporti, relazioni sociali, tutto ruota intorno ad un reale al quale ci adattiamo senza interrogarci se sia veramente quello che vogliamo, operando scelte e azioni delle quali spesso non ne comprendiamo il motivo.
Ci vergogniamo quasi a ipotizzare vie alternative, costretti a non uscire dalla razionalità del presente, prigionieri di noi stessi e dei tanti paletti che abbiamo frapposto tra una vita agita ritenuta immodificabile e una vita dove l'immaginazione, aprendosi alle infinite possibilità di cambiamenti, porta con sé anche tutta la fragilità di sogni, desideri che proiettati in un futuro futuribile sbattono le ali come falene contro i lampioni.
Ma l'immaginazione fa la differenza tra una vita trascinata tra obblighi, doveri e piaceri codificati e una vita dove il rispetto dei propri desideri, pur col rischio di cozzare contro schemi e ostacoli di varia natura ti permette di apprezzarla in tutta la sua intensità dandole dignità e spessore.
E tra una vita non vissuta, tutta giocata sul piano della razionalità e del miglior risultato prevedibile e una vita in cui insoddisfazioni e tensioni lasciano intravedere la bellezza di un'interiorità divorata dal bisogno di scoprire mi riconosco in quest'ultima e non ho ancora finito di rincorrere sogni sulle ali della fantasia.

Duy Huynh - Rebirth of the Great Blue

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

BURANO 2020

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 
 
 

 


Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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