Sogno e realtà
Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni
ARRESTATECI TUTTI
Chiudetemi il blog, mandatemi in cella perché eventuali multe io non le pagherò per nessuan ragione, fatemi qualsiasi altra angheria, ma la mia voce urlerà sempre il suo dissenso allo scellerato operato di certi governanti.
Le parole che seguono sono di Concita De Gregorio, io ne sottoscrivo ogni virgola.
Molto più di un bavaglio
Quel che sta accadendo in Italia è qualcosa che riguarda il mondo intero. Si sta scrivendo una legge che impedisce il lavoro d'indagine, che favorisce le mafie, che imbavaglia la stampa. Confinarla ad una sacrosanta rivendicazione del diritto di cronaca ed accontentarsi di qualche modifica in favore di editori e giornalisti è un errore. Non si tratta solo di mantenere intatta la possibilità di raccontare crimini e malaffare: si tratta prima ancora di non impedire il lavoro di chi indaga. Lasciare la libertà di parola e limitare gli strumenti di lotta al crimine otterrebbe alla fine lo stesso risultato: silenzio. E' una legge che mette in pericolo il Paese che ci è stato consegnato da chi ci ha preceduto a prezzo di enormi sacrifici. Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo di noi, il dovere di disobbedire. Fate pure la vostra legge: noi non la rispetteremo.
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“Il ritorno di Lilith”
Io sono Lilith, la dea delle due notti che ritorna dall’esilio.
Io sono Lilith, la donna-destino. Nessun maschio le e’ mai sfuggito e nessun maschio desidera sfuggirle.
Io sono le due lune Lilith. Quella nera e’ completata dalla bianca, perché’ la mia purezza e’ la scintilla della sua depravazione, e la mia astinenza l’inizio del possibile. Io sono la donna-paradiso che cadde dal paradiso, e sono la caduta-paradiso.
Io sono la vergine, viso invisibile della scostumatezza, la madre-amante e la donna-uomo. La notte perché’ sono il giorno, il lato destro perché’ sono il lato sinistro, e il sud perché’ sono il nord.
Io sono Lilith dai candidi seni. Irresistibile e’ il mio fascino perché’ i miei capelli sono corvini e lunghi, e di miele sono i miei occhi. La leggenda narra fui creata dalla terra per essere la prima donna di Adamo, ma io non mi sono sottomessa.
Io faccio l’amore e mi riproduco per creare un popolo del mio lignaggio, poi uccido i miei amanti per lasciare spazio a coloro che non mi hanno ancora conosciuta.
Io sono la guardiana del pozzo e il punto di incontro degli opposti. I baci sul mio corpo sono le piaghe di quanti lo tentarono. Dal flauto delle due cosce sale il mio canto, e dal mio canto la maledizione si diffonde come acqua sulla terra.
Dal flauto delle due cosce si eleva il mio canto
e dalla mia lussuria sgorgano i fiumi.
Come non potrebbero esserci maree
ogni volta che tra le mie labbra verticali brilla un sorriso? …
I libri mi hanno scritta anche se non mi avete mai letta. Il piacere sfrenato, la sposa ribelle il compimento della lussuria che conduce alla rovina totale: sulla follia si schiude la mia camicia.
Quanti mi ascoltano meritano la morte, e quanti non mi ascoltano moriranno di rabbia.
Non sono ne’ la ritrosia ne’ la giumenta facile, piuttosto il fremito della prima tentazione.
Non sono ne’ la ritrosia ne’ la giumenta facile, piuttosto lo svanire dell’ultimo rimpianto.
Io sono la leonessa seduttrice e ritorno per coprire i sottomessi di vergogna e per regnare sulla terra. Ritorno per guarire la costola di Adamo e liberare ogni uomo dalla sua Eva.
Io sono Lilith
e ritorno dal mio esilio
per ereditare la morte della madre che ho generato.
(Joumana Haddad)
Il sito di Joumana Haddad
Da un vecchio articolo intervista de L’Unità ...
Joumana si alza e apre una delle finestre che danno sul mare, per lasciar uscire il fumo delle mie troppe sigarette e del suo sigaro, poi si gira verso di me e, congedandomi, mi sussurra, sorridendo con amarezza, quasi fosse un regalo privato, quelli che sembrano proprio i versi di una sua poesia, composti lì per lì, nati da soli, per l’urgenza di capire, di scavare, di smascherare la vita e il destino, di mettere all’angolo lo spazio e il tempo, di trarre a riva, in salvo, un’ultima speranza: «Dimmi, Voce, quante grida occorrono per risvegliare una testa mozzata?».
Da WikipediaLilith è il demone femminile della religione mesopotamica associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu, circa nel 3000 a.C. Vari studiosi datano l'origine verso il 700 a.C.[1]. Lilith compare nell'insieme di credenze dell'Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una civetta che lancia il suo urlo nella versione della cosiddetta Bibbia di re Giacomo. Secondo la tradizione della cabala ebraica, invece, è il nome della prima donna creata, prima compagna di Adamo e precedente a Eva. La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche della Mesopotamia. Nell'immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria.
Alla fine dell'Ottocento, in parallelo alla crescente emancipazione femminile nel mondo occidentale, la figura di Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile e, rivalutata nelle religioni neopagane, viene posta a fianco di simboli come quello della Grande Madre... Continua a leggere
Sarebbe Lilith la prima donna venuta prima di Eva di cui narra la bibbia taciuta, più bella e soprattutto non derivata dalla costola dell’uomo bensì creata alla pari che perciò non sottostava agli ordini di Adamo.
La leggenda narra che fecero l’amore e Lilith assecondò la guida di Adamo, la volta successiva volle condurre lei i giochi d’amore
« Ella disse 'Non starò sotto di te,' ed egli disse 'E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra. »
e al rifiuto di Adamo chiese:”Perché dal momento che siamo stati creati uguali?”
Finché Lilith se ne andò senza voltarsi indietro e Adamo preso dall’ira trasformò il giardino dell’eden in inferno.
Tra miti e leggende di origine varia la si incontra tra ebrei, babilonesi, sumeri e via via fino al cristianesimo riempiendo anche innumerevoli pagine letterarie da Goethe fino a Levi.
Lilith che continua a nascere e a nascere e nascere ancora.
Odiata e desiderata.
Mai doma.
L’uomo la fiuta, appena la vede, come ribelle, nemica perché non ha accettato di sottostare al suo volere. E insieme prova per lei un desiderio strano che non lo lascia in pace, la voglia di sedurla. O di ucciderla.
Poi vennero le leggi, le religioni ed imposero i ruoli di dominio e sudditanza, ma vennero anche le fiabe e le poesie d’amore, ma anche inganni e tradimenti che riportano ogni Lilith a capire quando non di amore si tratta ma di potere.
Così le Lilith vanno girando il mondo e parlano di libertà e gli Adami si serrano al loro potere e parlano di prigione.
Sono andato al mercato dei rottami
E ho comprato catene
Pesanti catene
per te
amore mio
Poi sono andato al mercato degli schiavi
E ti ho cercata
Ma senza trovarti
amore mio.(Prevert)
Ma se da un lato Lilith incarna il diritto di parità di diritti, ci ricorda che uomo e donna non hanno uguale identità, se lui impone lei gira le spalle e va via. Essere pari non significa plagiare i comportamenti maschili nelle peggiori prerogative. Essere pari vuol dire chiedere il rispetto e la dignità che si offre. Essere pari significa interagire assecondando i criteri di sussidiarietà e integrazione.
Joumana Haddad sarà presente Al Festival Adriatico Mediterraneo.
Un evento destinato a far parlare molto per la sua rilevanza socio-culturale si tratta di “Jasad - Corpi ed eros dal mondo arabo”.
Joumana, Ninar e Sama saranno presenti all’inaugurazione della mostra e discuteranno sulle ragioni del loro lavoro e sul coraggio di mettere in discussione la morale condivisa nei paesi arabi, dove il ruolo della donna è continua ad essere considerato subalterno rispetto a quello maschile. La Haddad, inoltre, lunedì 30 (ore 17.30) sarà protagonista di un incontro alla Mole Vanvitelliana, dal significativo titolo "Tabù e maschilismo. Le donne non stanno a guardare".
La mostra resterà aperta per tutta la durata del Festival Adriatico Mediterraneo (dal 28 agosto al 5 settembre, dal martedì alla domenica) dalle ore 17 alle 24, e dal 6 al 26 settembre dalle ore 17 alle 20. L'evento, una produzione del festival, è curata dall'associazione culturale MAC - Manifestazioni artistiche contemporanee. L'ingresso è gratuito.
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