Sogno e realtà
Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni
ARRESTATECI TUTTI
Chiudetemi il blog, mandatemi in cella perché eventuali multe io non le pagherò per nessuan ragione, fatemi qualsiasi altra angheria, ma la mia voce urlerà sempre il suo dissenso allo scellerato operato di certi governanti.
Le parole che seguono sono di Concita De Gregorio, io ne sottoscrivo ogni virgola.
Molto più di un bavaglio
Quel che sta accadendo in Italia è qualcosa che riguarda il mondo intero. Si sta scrivendo una legge che impedisce il lavoro d'indagine, che favorisce le mafie, che imbavaglia la stampa. Confinarla ad una sacrosanta rivendicazione del diritto di cronaca ed accontentarsi di qualche modifica in favore di editori e giornalisti è un errore. Non si tratta solo di mantenere intatta la possibilità di raccontare crimini e malaffare: si tratta prima ancora di non impedire il lavoro di chi indaga. Lasciare la libertà di parola e limitare gli strumenti di lotta al crimine otterrebbe alla fine lo stesso risultato: silenzio. E' una legge che mette in pericolo il Paese che ci è stato consegnato da chi ci ha preceduto a prezzo di enormi sacrifici. Abbiamo il dovere di conservarlo per chi verrà dopo di noi, il dovere di disobbedire. Fate pure la vostra legge: noi non la rispetteremo.
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NOTE LEGALI
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Come prevedibile e più che ovvio quando devono farla franca qualsiasi sia l'appartenenza politica fanno quadrato, e spogliati dalle divise colorate restano nudi furfanti e nulla più. Prove di salvataggio del presidelcons. Di fatto lo sono, in quanto becero intento di una politica che vuole farlo passare come effetto e non causa di una politica amorale, lasciando la possibilità a corrotti di ogni genere di asserire che quello lì è "vittima" della magistratura "comunista". E forse questo si meritano, e non ditemi ci meritiamo, noi no! Questo si meritano i fautori di un paese allo sfacelo in balia di venti di guerra taciuti e di meritocrazie gridate ai quattro venti e poi si riconosce in una classe dirigente che ride della drastica diminuzione del potere d'acquisto dei salari di cittadini che pur vivendo sulla propria pelle tale iattura resta legata ai vecchi sistemi che dovrebbe aborrire e farli gridare al pericolo. Un pericolo di sopravvivenza libertaria di cui si è abbondantemente sforato il limite massimo. Quando scatterà l'istinto di autosalvezza se non riusciamo neppure a infervorarci di fronte alle lotte per il profumo di democrazia che lancia i suoi effluvi dalle coste nord africane?

La casta si salva. Sempre e comunque. A prescindere dal colore della casacca che talvolta viene indossata. Come successo ieri alla Camera dove si doveva decidere sulle richieste di procedere dei magistrati e quindi sul destino processuale di due ex ministri, Pietro Lunardi e Alfonso Pecoraro Scanio, e sull’ex parlamentare Vittorio Sgarbi. Il primo dei beneficiari (per la seconda volta sottoposto al voto di Montecitorio) è stato Pietro Lunardi del Pdl accusato per una presunta corruzione quando era pro tempore al dicastero delle Infrastrutture e dei trasporti. Lunardi si è trascinato anche l’ex ministro verde Alfonso Pecorario Scanio, anche lui indagato per corruzione a Potenza e, infine, la Camera dei deputati dichiara intoccabile anche Vittorio Sgarbi sul conflitto di attribuzione sollevato dalla Cassazione per una questione di insindacabilità per affermazioni che Sgarbi ha fatto da deputato in tv. No, no, no. L’unica eccezione che l’avvocato Maurizio Paniz e gli altri membri della giunta, è per l’ex finiana Catia Polidori: verranno concessi i tabulati telefonici del 14 dicembre, giorno in cui lasciò Fli per votare la fiducia a Berlusconi e venne – così dice lei – travolta da una serie di telefonate in cui veniva insultata. Un sì ad acquisire i tabulati che non ha un sapore differente dal no: in questo caso era la stessa deputata a chiedere di poter rintracciare coloro che l’hanno offesa attraverso i deputati.
Insomma, una lunga serie di “prove di salvataggio”, come le definisce il Corriere della Sera, in vista della discussione sul conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato che la maggioranza insegue come l’ultimo salvagente per Silvio Berlusconi e il caso Ruby. Il caso emblematico è quello di Lunardi. All’epoca dei fatti era ministro e non parlamentare. E il tribunale dei ministri, prima di procedere, deve avere un’autorizzazione dalla giunta per le autorizzazioni, un’altra delle grandi speranze di Berlusconi. Ma ieri gli atti dell’indagine sull’acquisto di un palazzetto da Propaganda Fide sono stati restituiti al tribunale dei ministri di Perugia. La giunta per le autorizzazioni a procedere aveva portato in aula proprio la richiesta di rinviare gli atti. In favore dell’orientamento della giunta hanno votato 292 dei 548 deputati presenti. I no sono stati 254 e due gli astenuti. Lunardi, all’epoca ministro delle Infrastrutture, è accusato di avere acquistato da Propaganda Fide per 3 milioni di euro palazzo cielo-terra di 5 piani in via dei Prefetti valutato 8 milioni di euro.
Dopo avere comprato l’immobile, con la mediazione di Angelo Balducci, Lunardi avrebbe fatto ottenere a Propaganda Fide un finanziamento di 2,5 milioni di euro per la realizzazione di un museo nella sede della ‘Congregatio pro gentium evengelizationè in piazza di Spagna. Nell’inchiesta sono implicati anche l’imprenditore Diego Anemone e l’architetto Angelo Zampolini.
Diverso il caso Pecorario Scanio. La Camera ha detto no all’uso delle intercettazioni sull’ex ministro verde accusato di corruzione a Potenza e sotto inchiesta per lo stesso reato al tribunale dei ministri. In questo caso si sono espressi a favore il Pdl e i Radicali eletti nel Pd. Contro hanno votato Pd e Idv. Lega, Fli e Udc si sono invece astenuti.
Eccoci allora a Sgarbi. Anche per il suo caso l’aula ha resistito nel conflitto di attribuzione tra poteri sollevato dalla Cassazione sulla insindacabilità deliberata da Montecitorio in favore di Sgarbi per affermazioni fatte da deputato in tv. Hanno votato contro Pd e Idv. Udc e Fli si sono astenuti e, infine, Lega e Pdl hanno fatto blocco votando a favore.
In relazione al caso di Pecoraro Scanio si è fatto subito sentire Maurizio Paniz, autorevole componente della giunta per le autorizzazioni a procedere, deputato e avvocato vicinissimo a Berlusconi: “Il garantismo”, ha spiegato Paniz, “non è legato all’appartenenza politica. Negando l’uso delle intercettazioni difendiamo una prerogativa parlamentare scritta molto chiaramente nella Costituzione“.
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