Creato da DONNADISTRADA il 10/09/2008

Silena DalFinestrino

visioni e immagini del mondo.. Quasi sempre la fotografia parla più delle parole.Un buon viaggiatore è colui che non sa dove sta andando. Lin Yu-t'ang

Messaggi di Dicembre 2013

La strada

Post n°408 pubblicato il 29 Dicembre 2013 da DONNADISTRADA
 

 

foto angela, Trivandrum, Kerala 1996

 

le ombre, mai
dimenticare le ombre
A.

Mentre tutti fanno auguri, feste e cene pantagrueliche, penso che presto prenderò la strada. Ne avevo già parlato qui qualche tempo fa. Partire a piedi, in bicicletta, in autobus o in autostop. Non so con quale mezzo, ma per adesso il sogno è quello di andare. E lascio che sogno sia, indipendentemente dal fatto che possa realizzarlo per davvero.


Non solo Hartmut è in viaggio senza soldi e in bici da cinque anni, c'è anche C.

C. non ha mai lavorato e vive nelle case dove lo ospitano oppure in una tenda o dentro una grotta. Da otto mesi è partito per il nulla oppure solo per la sua dimensione, la sua strada. Viveva una storia d'amore con una donna e viveva anche nella casa della donna tra olivi, un cane ormai vecchio e qualche gallina.

Aveva un sogno di andare per boschi per sei mesi e la sua compagna pensava di seguirlo. Lei, una regolare e con lavoro regolare. Qualche giorno prima di partire lei non si sentì di seguirlo. Per lui fu un grosso trauma. Lei parlò di destino. Lui parlò di anaffettività. Capisco lei. Non era il suo viaggio. Sarebbe stato il viaggio per amore di lui. Non era un viaggio facile. Non lo seguì a mangiare radici o qualche frutto.

C. partì da solo. Per molti mesi nessuna notizia. Poi finita l'estate qualche notizia e qualche breve racconto. Ha scritto un libro. "Breve ma intenso" Scrive dei diari dai luoghi dove si trova.

 

vi riporto un breve stralcio dal racconto del viaggio di C.:

"Attila semina sassi bianchi mano a mano che nel bosco procede. E il bosco si fa foresta e corre la notte, accorre la paura di non saper o non poter tornare. La strada sale e il bosco urla anche lui, di rimando all'astro e sopra la strada che non è più strada, né sentiero, né mulattiera ma solo bosco e foresta e passaggi di animali, cinghiali o cacciatori o persino lupi, o cani o uomini famelici. Famelici prima ancora che affamati."

e un altro:

"A me piace essere quello che fa il fuoco alla mattina quando tutti dormono, la valle tace, e il sole ancora non lo sai se c'è o se il chiaro sopra al monte chiamato cielo dell'aurora è grigio nube o azzurro.

A me piace essere quello che fa il sole alla mattina."

 
 
 

Il segno che sorride

Post n°407 pubblicato il 17 Dicembre 2013 da DONNADISTRADA
 

 

«Dobbiamo abbandonare ogni modello,
e studiare le nostre possibilità»
E. A. Poe

 

 

 

 

 

 

 

Vi ricordate il ciclista incontrato una mattina in Sicilia che mi ha regalato la penna di barbagianni? Mi aveva scritto il suo nome e cognome. Mi aveva detto che non usa internet ma ha un profilo facebook che gestisce un suo amico che ogni tanto pubblica qualche fotografia. Forse l'amico ha riaperto il profilo di Hartmut e ha accettato la mia amicizia.

Che dire altro che la sua amicizia mi riempie di gioia e che comunque avrei conservato la penna di barbagianni e quella conversazione di cinque minuti come una delle cose più belle che mi siano mai capitate.

foto da facebook, dal suo profilo.

 
 
 

partenza

Post n°406 pubblicato il 15 Dicembre 2013 da DONNADISTRADA
 

La mia ultima granita, stamattina alle sette e mezzo al bar vicino casa. La granita ha origini antiche e veniva prodotta con la neve conservata sottoterra prima ancora che ci fossero i frigoriferi e le gelatiere.

Tra poco riparto, aeroporto di Catania, consegna della Panda super basic e rientro a casa.
E' la prima volta che mi piange il cuore e anche gli occhi dover ripartire. Anche se non funziona quasi nulla qui, adesso è finalmente "Casa".
Grazie a tutti quelli che hanno seguito la mia avventura nella casa dove sono nata.
A presto
Foto: La mia ultima granita, stamattina alle sette e mezzo al bar vicino casa. La granita ha origini antiche e veniva prodotta con la neve conservata sottoterra prima ancora che ci fossero i frigoriferi e le gelatiere.  Tra poco riparto, aeroporto di Catania, consegna della Panda super basic e rientro a casa. E' la prima volta che mi piange il cuore e anche gli occhi dover ripartire. Anche se non funziona quasi nulla qui, adesso è finalmente "Casa". Grazie a tutti quelli che hanno seguito la mia avventura nella casa dove sono nata. A presto

 
 
 

VERTIGO

Post n°405 pubblicato il 09 Dicembre 2013 da DONNADISTRADA
 

Ancor prima di partire per la Sicilia e ancor prima di decidere se partire oppure no, mi era arrivata   notizia di una sagra del maiale e del cinghiale che si sarebbe tenuta ad Antillo nei giorni 7 e 8 dicembre. Avevo pensato: Chissà, se fossi in Sicilia in quei giorni potrei anche andare. Avevo controllato la strada, si sale da Sant'Alessio, una lunga strada. Quando poi in Sicilia ci sono stata davvero ho ricontrollato le notizie e gli orari della sagra. Il sabato era solo di pomeriggio, ma la domenica tutto il giorno.Ieri mattina dopo la mia ormai solita granita con brioche appena sfornata (Domani sarà la mia ultima granita perché poi ripartirò  alla volta delle nebbie e del gelido inverno padano.), prendo la strada del versante nord-orientale in direzione Sud.  Ripasso da Scaletta dove quattro anni fa un alluvione ha spazzato via vite e case. Passo da Alì Terme, Nizza, Roccalumera, Furci, Santa Teresa di Riva e Sant'Alessio. Mi soffermo a guardare il paesaggio che si apre sul mare lasciando senza fiato tra un'insenatura e l'altra. I Monti Peloritani finiscono sul mare. Alcuni speroni sono ricoperti da reti per evitare che massi di grosse dimensioni rovinino sulle auto in transito o sui pedoni. I paesini si susseguono nelle anse dei torrenti. Ogni paese della litoranea ha al suo interno altri paesi semi nascosti alla vista del mare. Li avevano edificati lì per proteggerli dai pirati.  Quasi tutte le strade che salgono su  a tre chilometri dal mare  si è già a quota 500 m slm o ancora di più. Antillo invece sono 18 chilometri da Sant'Alessio. Diciotto chilometri da condividere con la mia Fiat Panda super basic e soprattutto con le mie vertigini. La salita l'ho percorsa pianissimo ma con poche defaillance. Poche volte ho dovuto alzar la mano in senso di scusa all'auto che mi seguiva per chiedere un po' di pazienza.Alla sagra vendevano prodotti di primissima qualità, come salami di maiale nero, di cinghiale, ricotte artigianali, formaggi, nocciole, verdure di coltivazioni proprie e cuocevano il pane in forni montati lungo le strade del paese. Ho mangiato uno di questi panini e un cannolo. Anche le macellerie, le pasticcerie e il ristorante avevamo banchetti dove vendevano e preparavano cibo che dall'espressione sul viso delle persone non doveva essere proprio male ed era anche economico, perché con dieci euro c'erano tre primi, polenta, carne con contorno e anche un bicchiere di vino.Dopo aver fatto qualche acquisto e un giro panoramico verso le due del pomeriggio raggiungo l'auto parcheggiata e riparto per i miei diciotto chilometri di discesa tra curve, dirupi e ponti. Diciotto chilometri che ho percorso quasi interamente in prima e a dieci chilometri l'ora. La giornata era bella, se ci fosse stata pioggia o nebbia o peggio ancora neve non mi sarei azzardata a montare fin lassù. In un luogo dove la strada era un po' più larga un'auto mi si affianca e l'uomo alla guida mi domanda se ho problemi. Rispondo di no che soffro fortemente di vertigini e che sto guidando in prima. Risponde che non può far nulla per me. Lo ringrazio  Mi sono data coraggio e  in meno di un'ora ero giunta sulla strada litoranea.  Mi fermo sul lungomare e tiro un respiro di sollievo fumando una sigaretta. Dopo senza problemi altri quaranta chilometri di litoranea mi riportano a casa. 

 
 
 

UN DONO

Post n°404 pubblicato il 06 Dicembre 2013 da DONNADISTRADA
 

Stamattina mi sono alzata, come ormai tutte le mattine da quando sono in Sicilia, alle sei e il cielo appena dietro la Calabria è di un rosa stupendo. Il tempo di ammirarla e mi lavo (acqua fredda, non sono riuscita infatti a far partire la caldaia) e giù in strada. Prendo l'auto e vado a far colazione nel primo bar che trovo sulla via. Finito di consumare la mia granita con panna e brioche, ci vuole coraggio alle sette di mattina ad ingollare una granita, ma lasciatemelo fare starò da queste parti solo una settimana :)

Quando esco c'è una bicicletta con uno zaino su   e una scatolina con piccoli attrezzi per riparazione di biciclette. Avevo sentito qualcuno che parlava italiano con forte accento straniero, ma ero seduta nella stanza attigua e non ho visto chi parlava. Due uomini commentavano la bicicletta e commentavano di conseguenza il suo proprietario. Dicevano tra loro e anche con me che mi ero soffermata anch'io:

-visto che padellona che ha?

-dov'è la padella? faccio io

e mi mostrano un secchiello da ghiaccio che senza dubbio fungeva anche da pentola per cucinare ooltre che per lavare piatto o bicchiere. Un piatto d'allumino chiudeva questo cestello e uno spago teneva unito il tutto e l'assicurava alla bicicletta.

Del ciclista neanche l'ombra e prendo la mia Fiat Panda molto basic e riparto. Mi fermo   cinquanta metri più avanti per comprar le sigarette e quando sto per riprendere l'auto si è appena fermato il ciclista, forse per andare anche lui in tabaccheria.

Non ho l'abitudine di attaccare bottone con estranei, ma appena vedo questo signore non posso far a meno di dirgli ciao, da dove vieni e dove vai.

E' tedesco ed è in viaggio da cinque, dico cinque anni. Torna in Sicilia tutti gli anni da novembre ad aprile e si ciba prendendo dei frutti dagli alberi che incontra per strada. Qualche volta gli hanno offerto un lavoro per un anno, ma ha risposto che lui non ha tempo per lavorare. Qualche volta fa qualcosa, ma gratis e per amicizia in cambio solo di un pasto caldo.

E i soldi? gli domando.

Non ho bisogno di soldi, risponde lui e poi quest'estato sono tornato in Germania e ho lavorato per cinque settimane, giusto il tempo di ricaricare denaro che basterà per molto tempo ancora. Dorme in tenda e sacco a pelo o in grotte che trova lungo la strada. Non usa internet, non usa altri aggeggi elettronici perché gli mettono tristezza. Ha un profilo facebook che di tanto in tanto gestisce un suo amico per postare qualche fotografia. Lui ha la strada e la bicicletta attrezzata. La sua casa, dice. Gli vorrei offrire la colazione, ma dice che prende soltanto un caffè e poi si mette in marcia. Dove vai oggi? Verso Tindari mi dice. Lo saluto affettuosamente come con un vecchio amico che si può incontrare lungo la via. Mi vuole fare un regalo: una penna di un uccello. Ne sceglie una da una borsetta che tiene in bici. Di un barbagianni incontrato a Caltagirone qualche tempo fa.

Gli ho parlato non più di cinque minuti ma è stato un incontro che mi ha reso felice.

 
 
 

 

 

 

NY 1997 foto angela

 

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