storie di mondi

Il ritrovamento del più celebre Teschio di Cristallo è legato alla figura dello scrittore e archeologo Frederick Albert Mitchell-Hedges, che nel 1923 partecipò a una spedizione nell’Honduras britannico (l’attuale Belize), inizialmente finanziata anche dal British Museum. Il teschio fu rinvenuto a Lubaantun, che in lingua Maya significa “ luogo delle pietre”, dalla figlia adottiva Anna tra le macerie di un altare sulla sommità di una piramide. La mandibola mancante fu ritrovata qualche mese più tardi.

Il fatto che la mandibola fosse mobile si suppone forse correlato a una funzione religiosa del teschio.

Nella descrizione, quando fu resa nota la scoperta, si disse che il teschio risaliva ad almeno 3600 anni prima ed era stato modellato da un blocco di puro cristallo di rocca, lavorato con pazienza da più generazioni di artigiani.

Nel 1970, presso il laboratorio Hewlett-Packard di santa Chiara in California, l’esperto analista, dopo aver costatato che cranio e mandibola appartenevano allo stesso blocco di quarzo, ipotizzò una lavorazione con punte di diamante e polvere abrasiva di silicio, un lavoro che avrebbe occupato abili artigiani per almeno trecento anni.

Per datare il cristallo di quarzo non esiste metodo affidabile, perché è uno dei più comuni minerali della Terra, la cui formazione può risalire a milioni di anni fa ed ha una struttura che non subisce cambiamenti.

Il teschio di cristallo innescò, assieme ad altri reperti, una serie di congetture che misero in forse l’autenticità del ritrovamento, ma, nonostante le controversie, rimane un reperto d’eccezione per la metodologia di realizzazione.