Creato da cielostellepianeti il 26/07/2012
miti leggende arte storia segreti stirpi etnie futuro e passato

Area personale

 
 

Tag

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 23
 

Ultime visite al Blog

 
ukuleleducciosimonadamiani.22alizzi.rosariocielostellepianetimarty95alf.cosmoscassetta2ondablutorvajanicacopymasterkrSportivoDkaren_71loredanaruvolomiriade159amici.futuroieri
 

Chi può scrivere sul blog

 
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

 

 
« BEOWULF E I MOSTRISUBACQUEI E SOTTOMARINI »

SAMURAI: UNA CASTA GUERRIERA

Post n°165 pubblicato il 27 Marzo 2013 da cielostellepianeti
Foto di cielostellepianeti

L’immagine del samurai giapponese, nel classico cliché cinematografico, è una figura solitaria, uomo senza padroni, spada in affitto, tutto questo niente affatto corrispondente al vero samurai, esponente di una potentissima casta guerriera feudale.

Aristocratici di fatto prima, e di diritto poi, i guerrieri del Sol Levante appartenevano a una classe sociale chiusa, con tanti onori e privilegi, sebbene vincolata da obblighi pesanti.

Il termine samurai, ossia “colui che serve”, si affermò in Giappone non prima dell’ XI secolo, dopo più di un millennio di  lotte intestine e dopo che da almeno un secolo l’addestramento militare era divenuto esclusiva di alcuni clan.

La storia del samurai, come casta guerriera, iniziò verso il XII secolo, quando l’imperatore era ormai ridotto a figura simbolica e il potere passò nelle mani del dittatore militare o “ seitai shogun”, i cui eserciti non erano controllati dalla corte, ma dai feudatari locali i “daimyo” (grandi nomi) e dai samurai, loro servitori in armi.

I samurai dovevano accettare un vincolo di fedeltà assoluta al loro feudatario, fedeltà disciplinata da un codice di condotta e di vita.

Per circa sette secoli furono loro a rimanere al vertice di un sistema sociale basato su quattro classi: il buke, la nobiltà d’armi che comprendeva circa il 7% della popolazione, i contadini e pescatori, poi gli artigiani e ancora più sotto i mercanti, considerati alla stregua di parassiti.

Al di sopra delle caste c’erano lo shogun, i monaci buddisti e scintoisti e l’imperatore. Al disotto, i discendenti degli schiavi, gli Ainu (disprezzati abitanti aborigeni delle isole del Giappone) e i burakumin: discendenti di schiavi, macellai, tintori, boia, prostitute, e altri intoccabili.

Samurai si nasceva, ma anche si diventava. Poteva accadere durante l’anarchia del paese in guerra, (1478-1605), quando una lunga stagione di conflitti si riversò tra i feudi.

Servivano braccia armate in quantità e anche uomini degli strati sociali più umili potevano affermarsi. A guerra finita, molti di loro furono promossi samurai sul campo.

In seguito, un’ordinanza stabilì che la casta dei guerrieri doveva essere ereditaria e proibì a tutti i non samurai di portare armi, confiscate per evitare rivolte.

Da quel momento, i samurai divennero a tutti gli effetti una classe nobiliare con prerogative ben definite: dall’esclusiva del possesso di armi, e in particolare di spade ( dette daishò, erano in genere due, una lama lunga chiamata katana e una corta), fino al tipicamente giapponese e noto diritto alla “morte onorevole.

Altro diritto del samurai era di avere un cognome, che la gente comune non possedeva e che sarà esteso a tutta la popolazione soltanto a fine ottocento, con il tramonto del Giappone feudale.

L’apogeo dei samurai si toccò con il Periodo Edo, 1600-1868 e con il Giappone che visse poi una lunga era di pace, ma a quel punto venne meno la funzione originaria della casta guerriera, cioè la difesa. Privato del campo di battaglia, il samurai divenne burocrate e amministratore, ma anche intellettuale versato in calligrafia, poesia e musica.

Nella seconda metà dell’Ottocento, con l’apertura forzata del Giappone all’Occidente e in seguito alla creazione di un esercito moderno basato sulla leva, si chiuse l’era del samurai.

Due editti in particolare si risolsero in pari umiliazione per la casta guerriera che tanto si era distinta: la perdita del codino, obbligati al taglio dei capelli, e la perdita del diritto di portare armi in pubblico.

Fallito il tentativo di un’anacronistica rivolta all’arma bianca, soffocata dai fucili dei soldati imperiali, i samurai dovettero abbandonare il sogno di far rivivere gli antichi valori della loro casta guerriera.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963