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CULTURE PREINCAICHE

Post n°167 pubblicato il 03 Aprile 2013 da cielostellepianeti
Foto di cielostellepianeti

Che gli Inca giunsero per ultimi è un dato di fatto.

 Prima di loro si svilupparono molte meravigliose civiltà, per cui, è ovvio ritenere che quasi tutto, nel Perù fosse antecedente agli Inca.

La sequenza di culture succedutesi nel corso di millenni, è stata solamente intravista dai reperti riportati in luce dagli scavi archeologici, poiché con il loro arrivo, la civiltà degli Inca prevalse su tutte le altre, manipolandone e cancellandone il ricordo storico.

Gli Inca vittoriosi non organizzarono soltanto le terre e le popolazioni, ma anche i ricordi.

La storia ufficiale, che prima del loro arrivo il Sudamerica era un vuoto culturale, fu imposta a tutti i popoli conquistati, inducendoli ad abbandonare ogni loro tradizione orale. La manipolazione selettiva della storia doveva rappresentare gli Inca come gli unici portatori di cultura. La storia del Perù non aveva un linguaggio scritto, in questo modo si rese possibile lasciar cadere nell’oblio tutte le altre storie preincaiche.

Quanto all’epoca, non esistono cenni storici riguardo al Perù che permetta di risalire a date precise, tuttavia gli archeologi hanno ottenuto qualche progresso, sciogliendo almeno approssimativamente le divisioni spaziotemporali di queste culture preincaiche. Per mezzo dei disegni sulla ceramica ritrovata con gli scavi, si è potuto dare luogo a un’ampia successione cronologica della cultura.

Verso il 1500 a.C. l’uomo si trova già da lungo tempo sulla costa desertica settentrionale del Perù, possiede l’arte della tessitura e della ceramica, costruisce edifici, coltiva il granoturco e raccoglie il tubero della manioca. Non è stato il primo però, poiché altri vi furono prima di lui, come dimostrano le prove con il carbonio 14, che ne rivela la presenza fin dal 3000 a.C.

In una valle a sud della penisola di Paracas, quella di Nazca, esiste un’altra cultura perduta, intenzionalmente dimenticata dagli Inca: la cultura Inca-Nazca. Attualmente è divenuta meno misteriosa in quanto gli archeologi ne hanno rilevato molti aspetti. L’immensa rete di linee, una riunione fantastica di rettangoli e quadrati, impressi in quei territori sabbiosi e desolati, rappresenta il massimo mistero sottoposto al mondo, scientifico e non, delle culture Inca-Nazca. Queste linee, alcune delle quali si allungano per miglia, hanno all’incirca 1500 anni.

Si conosce che in un’epoca vicina al 900 d.C., una nazione montanara, chiamata l’Impero di Tiahuanaco, arrivò fino alla costa con invasioni religiose e militari emigrando dalla zona del lago Titicaca. Essi si occupavano di astrologia ed è assai probabile che la cultura Tihuanaco portasse la tecnica delle linee ai Nazca.

 

L’impero di Tiahuanaco rappresenta la civiltà dominante del IV periodo nel Perù e in Bolivia, ma come le altre culture preincaiche ha lasciato soltanto misteri inesplicabili. I resti di ciò che è stato il massimo centro cerimoniale delle Ande, sono ancora visibili sull’altipiano boliviano, vicino al lago Titicaca e a un’altezza di oltre 3800 metri.

La lavorazione della pietra nell’Impero, fu senz’altro la migliore nel territorio andino. Le pietre sono sistemate insieme con pezzi riportati a tenoni, le più grandi legate con morsetti di rame. L’opera in pietra di architettura megalitica presuppone un’organizzazione sociale, un forte governo centrale in grado di convogliare su scala così vasta l’impiego di forza lavoro in canali non produttivi di derrate.

Non si conosce, tuttavia, niente di preciso in merito a questa popolazione e al suo impero, dimostrando quanto impegno misero gli Inca nel cancellare deliberatamente ogni memoria.

Ciò nonostante, la cultura Tiahuanaco penetrò in molti angoli remoti del Perù. Molte fra le culture contemporanee adottarono il simbolo del Dio Sole, un dio piangente che versava lacrime zoomorfe: lacrime  a testa di condor e a testa di serpente. Oltre ad altri motivi figurativi quali il puma, il tridente e quelli a gradini che sono diffusi per la maggior parte delle migliaia di miglia di coste.

Quella conquista, lanciata con fervore religioso, non fu organizzata sistematicamente, in quanto oltre  ai disegni inconfondibili e al culto del Dio Piangente, lasciarono dietro di sé scarse caratteristiche sociali.

 

L’impero Chimù, (1100-1466 d.C.) chiamato il regno di Chimor, appartiene allo stesso periodo, oltrepassandolo fino a giungere a quello degli Inca.

I Chimù erano una popolazione costiera, lavoravano il fango plastico e adoravano la luna. La loro capitale Chan-Chan era grande otto miglia quadrate, piena di piramidi a gradini, di file di case, di grandi recinti murati ricoperti di disegni, di giardini e di giganteschi serbatoi rivestiti di pietra.

Ogni cosa era realizzata su vasta scala, sia la tessitura sia la fabbricazione di vasellame  per mezzo di stampi. I loro tessitori realizzavano stupende tuniche piumate, e anche la lavorazione dell’oro era compiuta su larga scala. La quantità del prezioso metallo pervenuto in possesso dei loro conquistatori, gli Inca, e più tardi degli spagnoli, doveva essere stato impressionante. 

I Chimù diedero impulso alle strade, sviluppando un sistema di comunicazione per mezzo di corrieri ed estesero le loro alleanze politiche di là dal deserto costiero fino alle Ande, allo scopo di proteggere il loro rifornimento idrico.

L’impero Chimù fu l’ultima delle culture maggiori che si opposero agli Inca e se la conoscenza della loro cultura è potuta giungere fino a noi, è dovuto soltanto al fatto che, prima che i metodi di selettività storica potesse essere attuata dagli Inca per eliminare i Chimù dalla memoria, arrivarono gli spagnoli.

Ciò che l’archeologia rivela, è che prima degli Inca, l’evoluzione culturale era ben sviluppata fra le popolazioni andine, che vi fu una lunga sequenza di culture, e che essi, giunti per ultimi, furono gli organizzatori non i creatori della civiltà peruviana .

 

 

 
 
 
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