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I violini di Auschwitz

Post n°433 pubblicato il 26 Gennaio 2019 da cielostellepianeti
Foto di cielostellepianeti

Erano le 3 del pomeriggio 27 gennaio 1945 quando l'armata dell'esercito sovietico giunse nel campo principale di Auschwitz trovandosi di fronte a una scena raccapricciante. Nella struttura erano presenti circa 7 mila prigionieri, in maggior parte bambini, sopravvissuti perché utilizzati come cavie per alcune ricerche mediche.

Nei lager nazisti la musica ebbe un ruolo di esaltazione dell'orrore e annientamento della dignità umana. Era continuamente suonata scandendo i ritmi dei prigionieri durante le marce verso i campi di lavoro, nelle adunate come durante le esecuzioni e per l'intrattenimento degli ufficiali. Eppure, per i detenuti fare musica significava ritrovare la dignità violata e, in molti casi, sopravvivere.
Nel campo di concentramento di Janovskij, si trovavano internati molti musicisti ebrei, russi e ucraini, alcuno di loro a quell'epoca famosi.
Nel campo, per volere dei nazisti, era stata formata un'orchestra con i musicisti disposti in cerchio, diretta dal maestro Munt, direttore del conservatorio di L'vov, prima di essere internato.

A Munt era pervenuto lo spartito di questa melodia, denominata Tango della morte, senza però nessuna notazione sull'autore che, a tutt'oggi risulta ancora sconosciuto. Ed era proprio questa la musica, ripetuta ossessivamente, che accompagnava gli ultimi momenti di vita dei prigionieri.
Alla fine della guerra, prima dell'arrivo dell'armata sovietica, i nazisti uccisero tutti i prigionieri, lasciando per ultimi i 40 componenti dell'orchestra. Il primo ad essere ucciso fu il maestro, direttore d'orchestra, Munt. Gli altri continuarono a suonare il Tango della morte mentre, ad uno ad uno, posavano gli strumenti ai loro piedi e si denudavano prima di essere fucilati.

 

 
 
 
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