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La Ballata di Lenore...

Post n°461 pubblicato il 13 Gennaio 2020 da cielostellepianeti

Quando mi sforzo di ricordare nella luce crepuscolare dei miei primi anni di studio quali furono i libri che più di altri avessero per me maggiore interesse, non posso fare a meno di pensare a quel grosso volume di poesie dal quale si precipitò come una raffica di vento, la " Lenore" di Gottfried A. Burger, il primo poeta tedesco moderno a scrivere per il popolo in senso programmatico, affermando la necessità di una poesia espressiva dell'anima nazionale popolare tedesca.
A lui si devono le prime ballate artistiche della letteratura tedesca, e tra queste "Lenore" fu la sua più conosciuta, tipicamente romantica per l'accensione dei sentimenti, per le fantastiche cavalcate di fantasmi nella notte, per il ritmo esaltato dei versi. Ebbe grande influenza non solo in Germania, ma anche nella poesia italiana, con l'immaginario fiabesco europeo e il gusto nordico del notturno.
In Italia fu conosciuta soprattutto grazie alla promozione di Giovanni Berchet, l'autore del più importante manifesto del Romanticismo europeo.

La ballata (troppo lunga per proporla interamente) è ambientata alla fine della guerra dei Sette anni (1756 - 1763). I soldati ritornano dalla guerra, ma Lenore non vede arrivare il suo fidanzato, Wilhelm:

"Balzò dal sonno, all'alba, Leonora,
desta da sogni di affanno e di pianto:
"Morto, o infedele sei, Guglielmo? Ancora
quanto dovrò desiderarti? Quanto?"

Probabilmente dei fatti raccontati in quella ballata non capì gran che visto che nulla conoscevo ancora della battaglia di Praga o di come usassero cavalcare i morti, o forse avvenne che non mi importava di capire, se non che l'Arte, per la prima volta veniva a battere con potenza alla mia porta...
Ancora oggi non so dire perché leggendo quella poesia non potessi fare a meno di piangere... Non so siano stati solo i fatti raccontati dalla ballata o non sia stata invece la sua forma, quella della poesia in genere...

Cavalcata nel regno dei morti...

 

 
 
 
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