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Un blog creato da alexisdg10 il 01/02/2005

Arrancame la vida!

la realtà, i sogni, la politica, l'amore, la rabbia e l'allegria: la mia vita

 
 

 

AREA PERSONALE

 

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"Sólo los besos son más placenteros que las palabras" 

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FERMIAMO LA GUERRA

per tutte le infanzie rubate

per i legami strappati

per i fiori recisi

per le andate senza ritorno

per tutti i “progetti-uomo” mai realizzati

per tutte le ferite dell’abbandono

per tutto il freddo

per tutta la paura

per tutto l’odio

per tutta la fame

per tutto il non amore…

 

SOLO LIBERTÀ...E GIUSTIZIA

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ALDA MERINI

E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento

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Post N° 518

Post n°518 pubblicato il 31 Luglio 2007 da alexisdg10
Foto di alexisdg10

Una quindicina d’anni fa, a Stoccolma, feci delle cose con il coreografo  di Bergman, Max Lundqvist e con la sua assistente alla regia, Efva Hansson, una svedese bellissima, rossa di capelli, imponente e dolcissima. Con Efva siamo ancora molto amici e capita, a volte, che lei venga a trovarci a Torino, quando è di passaggio dalle nostre parti. Non ho mai incontrato Bergman, putroppo, ma ho visto la Ullman diverse volte in un ristorante di Gamla Stan, nel cuore di una Stoccolma che è impossibile non amare. Ero innamorato di Liv Ullman a quei tempi.  Sinfonia d’autunno lo avrò visto una ventina di volte, tanto da saperne certe battute a memoria. Efva me la presentò una sera in quel ristorante dove si serviva un banalissimo arrosto di vitello con salsa di mirtilli. Di quella sera ricordo il sorriso straordinario della Ullman, la sua preziosa umiltà, la conversazione lieve e delicata. Nulla a che vedere con la presunzione e l’arroganza dei divi di casa nostra. La cosa che mi rimase più impressa fu la semplicità di quelle persone, la vita  di tutti i giorni che scorreva in loro come scorreva in noi, l’intelligenza e l’umiltà di chi aveva assunto l’arte come vocazione, lontanissimi loro da ogni riflettore che non fosse quello del palcoscenico. Se ne andò dopo cena in metropolitana, avvolta in un cappottone informe, come una persona qualunque che tornasse a casa dopo una giornata di fatiche. Ricordo la metodologia di lavoro di quelle persone: precisa, corretta, di una semplicità straordinaria, piana, liscia, fluida, senza conflitto alcuno. Non ho mai conosciuto Bergman, dicevo, ma la sua presenza in quei giorni aleggiava come un fantasma buono, come quello di una guida spirituale: Il Maestro, dicevano tutti. Ho visto tutti i suoi film e ho assistito alla rappresentazione di “Persona” al Dramaten di Stoccolma, laddove gli artisti si mescolavano alle casalinghe e alla gente comune, con un’armonia che mi fece provare una vergogna profonda per il mio paese, dove la cultura veniva considerata qualcosa per pochi intoccabili eletti e gli artisti ( o coloro che si consideravano  presuntuosamente  tali ) personaggi  capricciosi e un po’ volgari, unici abitanti di un Olimpo  grottesco fatto di cartapesta, del tutto impensabili in una società come quella svedese.  Qualche anno dopo Max Lundquist mi mandò una cassetta del suo ultimo lavoro. All’epoca avevo qualche contatto con alcuni personaggi preposti all’organizzazione di festival di cinema e  di teatro, sapevo di una rassegna che si teneva dalle nostre parti e mi misi in testa di proporre il lavoro di Max a coloro che operavano la selezione delle opere candidate. Mi sottoposi volontariamente ad una patetica trafila per arrivare a conferire con l’organizzatore della rassegna, il quale, dopo avermi inflitto un’anticamera di mesi, si degnò finalmente di ricevermi al suo cospetto. Mi trovai in un ufficio comunale, davanti ad un omuncolo spento, rassegnato e pallido, con la mia cassetta fra le mani. Mi liquidò in cinque minuti in malo modo.
“ Prima dovrei visionare il lavoro” mi disse sgarbatamente “ Inoltre io non la conosco” aggiunse con la presunzione imperdonabile degli ignoranti. Mi presentai e gli dissi soprattutto che Lundqvist era il coreografo di Bergman, che il cache era molto basso e che le spese le avrebbero sostenute loro stessi. “Vede, Padovan, forse lei non lo ha ancora capito, ma noi vogliamo solo nomi celebri per la nostra rassegna”. Me ne andai con le pive nel sacco. Quella sera telefonai a Efva e a Max per comunicare loro il mio insuccesso “Non fa niente, Alex, siamo pieni e non avremmo potuto partecipare comunque. Volevamo solo mandarti in anteprima il video dello spettacolo, era un regalo per te.” Quell’anno la famosa rassegna internazionale fu aperta da Francesca Dellera.

http://it.youtube.com/watch?v=vhh5djH7id8&mode=related&search

 
 
 
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Questo blog è nato come  luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e  di idee, come luogo di confronto,  un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante. 
E non necessariamente perchè lo scrivo io. 
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi  cessa  nel momento in cui lede quella di un altro.  La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog  sono  miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se  per disattenzione o perchè non disponibili,  accadesse  che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure  lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.

 

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PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI

 Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri. 
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere 
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle. 
 Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche. 
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro. 
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.

Federico Garcia Lorca

 sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)

 

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