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Economia mondiale: Solo chi cade può risorgere...
Post n°675 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da unamicoincomune
L'uragano finanziario non sembra perdere forza, Governi e banche centrali, sempre più allarmati, intervengono per ridare fiducia e nuova linfa a mercati ormai in caduta libera e per allontanare lo spettro della recessione. Già, la recessione che da 15 anni accompagna quotidianamente le nostre misere esistenze mortali e che dà continui spunti a economisti,politici, giornalisti e autorità finanziarie mondiali per esternare idee in proposito. Idee, spesso, confuse e contrastanti. Per avere conferma della confusione che sovente regna in campo economico e finanziario basta andare sui siti delle testate giornalistiche on-line che mettono a disposizione i propri archivi e lanciare una ricerca usando come parola chiave la parolina magica: recessione. Dal 1992 ad oggi il sito del Corrierone fornisce risultati generosi e interessanti. Spesso e volentieri la recessione è paventata, la si dà per imminente, per scongiurata, per drammaticamente reale e imminente. In altri casi la si dà per superata ma, a giudicare da quanto riportato dai giornali, la recessione è diventata una costante. In pratica il mondo convive con la recessione da 15 anni e, forse, più. Occorre, ovviamente, distinguere tra recessione nell'economia reale e recessione finanziaria. In questi ultimi 15 anni, giusto per non andare troppo indietro nel tempo, i media, i Governi e i diversi operatori economici hanno sempre affrontato il problema del crollo dei consumi, del calo della produzione e della domanda di beni e servizi. A questo, poi, si è sempre aggiunta la costante degli aumenti dei prezzi e delle tariffe in genere, dell'energia, dell'acqua e via discorrendo e così questi anni si sono trasformati in dura lotta per la sopravvivenza del cittadino medio. Quella strana figura che si aggira per le strade delle città, che si alza la mattina presto, si mette alla guida di auto, camion e furgoni e si accinge a compiere quella triste e, a volte, antipatica incombenza chiamata lavoro. Anni di lotta che hanno temprato gli individui e che hanno consentito loro di sopravvivere nonostante le angherie e le disfunzioni della politica, nonostante la rapacità dei Governi e l'avidità delle banche. A tutto questo il cittadino medio si è abituato, ci ha fatto il callo e ha reagito. Il passato lo ha formato ed il presente non lo spaventa ed infatti continua a lavorare, rischiare e vivere. Il problema sopravvivenza si pone invece per chi, sino ad oggi, ha vissuto alle spalle di chi la vita la vive veramente. Adesso il giocattolo creato per vivere e arricchirsi facendo finta di lavorare sembra avviato al macero. Azioni, bond, warrant e derivati si iniziano a rivelare per quello che sono diventati: scommesse, giochi d'azzardo. Titoli sempre più slegati dalla realtà reddituale delle aziende collegate e sempre più legati alla volontà di operatori economici avidi e senza scrupoli. Il giocattolo si è rotto ed ora tutti tremano. Certo può essere difficile da comprendere ma quanto sta accadendo è certamente un bene. Il conseguente ridimensionamento porrà le basi per una crescita ed uno sviluppo più sano e più reale. È, finita l'era dell'apparire e si torna all'era della sostanza. Banchieri e finanzieri torneranno al loro lavoro, le banche riprenderanno il ruolo che compete loro, accantoneranno la malsana e delittuosa idea di trasferire i loro rischi sugli ignari clienti e i finanzieri si occuperanno di titoli veri e non di chimere. E’ anche auspicabile un ridimensionamento degli stipendi dei manager che dovranno essere più legati ai risultati e che non daranno scandalo per la loro entità. La pestilenza è in atto ma gli anticorpi si stanno formando, è questione di tempo ma tutto cambierà, in meglio si spera. Certo, ci sarà da stringere i denti ancora per qualche tempo ma, come sempre accade, il sole sorgerà di nuovo. Sorridi mondo, domani è un altro giorno e si andrà a ricominciare. |
AL VERO GABBIANO JONATHAN
La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli.
SE
"Se" Se saprai conservare la testa, quando intorno a te tutti perderanno la loro, e te ne incolperanno; Se crederai in te stesso, quando tutti dubiteranno, ma saprai intendere il loro dubbio; Se saprai aspettare, senza stancarti dell'attesa, ed essere calunniato senza calunniare o essere odiato senza dar sfogo all'odio e, non apparire troppo bello, ne parlare troppo saggio; Se saprai sognare, e non rendere i sogni tuoi padroni; se saprai pensare, e non fare dei pensieri il tuo fine; se saprai incontrare il Trionfo e il Disastro, e trattare questi due impostori nello stesso modo; Se saprai sopportare di sentire quello che hai detto di giusto falsato dai ribaldi per farne trappola ai creduli o vedere le cose per cui hai dato la vita, spezzate e curvarti e ricostruirle con utensili logorati; Se saprai fare un mucchio di tutte le vicende e rischiarlo in un giro di testa e croce; E perdere e ricominciare da capo e non fiatar verbo sulle tue perdite; Se saprai forzare il tuo cuore e i nervi e i tendini per aiutare il tuo volere, anche quando essi sono consumati; e così resistere quando non c'è più nulla in te tranne che la volontà che dice loro: "reggete!" Se saprai parlare con le folle e mantenere le tue virtù e passeggiare con i Re e non perdere la semplicità; Se ne nemici, ne prediletti amici avranno il potere di offenderti, se tutti gli uomini conteranno ma nessuno conterà troppo; se saprai riempire il minuto che non perdona, coprendo una distanza che valga i sessanta secondi; Tuo sarà il mondo e tutto ciò che contiene e, ciò che conta, sarai un uomo,figlio! Rudyard Kipling
EINAUDI
"Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi." - Luigi Einaudi
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