Back in time

"E. andiamo? che stasera devo uscire con M.".
Quanto avrei voluto dire questa frase. Ce l'avevo lì, pronta ad esplodere. Una piccola bomba a mano. Mi bastava solo togliere la sicura e...booom! Probabilmente avrei causato lo stesso dolore che in quel momento N. e A. stavano causando a me. Ma, come ho detto, era piccola. Avrebbe ferito solo A. L'altro probabilmente mi avrebbe solo guardata male.
Ma io non sono così. Non più almeno. Non sono più la diciassettenne vendicativa che L. ricorda bene. Un po' mi manca. O forse no. Ancora non l'ho ben capito. Fatto sta che alla fine mi sono morsa la lingua. E mi sono accesa una sigaretta. Ma sì, fumiamoci sopra!

Io la gente proprio non la capisco. Cioè, o sei stupido/a, o egoista, o davvero molto crudele. Non so quale delle tre sia peggio.
Già per me è difficile stare lì, buona buona, zitta zitta, a fingere. E se fingo è solo per pararti il c*lo, lo sai! Poi ti sento dire "sono venuto a salutare E.", quando la realtà è che ti ho invitato io, senza nemmeno chiederle se le andava bene, tanto già sapevo che le avrebbe fatto piacere la tua presenza.
Poi arriva A. e vi mettete a parlare di cene alle quali io non potrò essere presente. Per ovvi motivi. Ma sì, parlate pure! "Dai, dobbiamo assolutamente andare qua"..."sì, ma poi c'è anche quell'altro posto, com'è che si chiamava?"..."ah sì sì, è vero! un'altra sera andiamo anche lì". Peccato che il discorso l'avevamo tirato fuori prima dell'arrivo di A. E per come era partito, la mia presenza era cosa scontata.

Davvero un bel teatrino. N. ha recitato la sua parte alla perfezione. A. probabilmente ci stava pure godendo di brutto ad estromettermi dalla conversazione. E scema io che ho permesso tutta questa recita.
Falsità, ipocrisia, invidia e cattiveria.

Che schifo.