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La politica spettacolo,e la mistificazione hanno inventato un mondo artificiale con un proprio pubblico, decerebrato e ignorante

Post n°4695 pubblicato il 14 Maggio 2011 da cile54

Un voto per uscire dalle acque putride

 

 

Ogni possibile limite di decenza è stato ampiamente superato, in questa campagna elettorale (e non soltanto in essa) in cui la destra ha messo in campo ogni possibile arma di distrazione di massa per evitare ciò che essa teme più di ogni altra cosa: che la realtà prenda il posto della mistificazione e irrompa nella discussione politica; che la vita reale, le condizioni dei cittadini, l'amministrazione della cosa pubblica siano il vero oggetto del confronto; che i programmi di governo delle città e del Paese diventino il discrimine che segna la scelta fra gli schieramenti che si contendono il voto dei cittadini.

 

Oggi, un quotidiano che rappresenta il distillato del trash politico e che fa dell'uso sistematico della menzogna il proprio tratto distintivo esibisce, in prima, a tutta pagina, un manifesto che porta su sfondo rosso la scritta «Via le Br dalle liste elettorali», palese imitazione di quell'altro che quel limpido personaggio rispondente al nome di Roberto Lassini dedicò alla procura milanese e fece affiggere, per nome e per conto di Berlusconi, sui muri del capoluogo lombardo. Allora Letizia Moratti finse di ingaggiare col lestofante singolar tenzone, chiedendogli di autodepennarsi dalla lista elettorale del Polo. Oggi è la sindachessa uscente medesima che esce allo scoperto e rovescia lo stesso fango sul suo competitore.

 

Ora, bisogna capire che non a serve molto urlare "mascalzoni" a coloro che si sono guadagnati sul campo questo epiteto. I mascalzoni, in quanto tali, sanno perfettamente di esserlo e non si curano affatto di nascondere la loro malafede. Non vi è in loro, non può esservi, ombra di vergogna. Loro sono in guerra - apertamente dichiarata - e come in ogni guerra qualsiasi mezzo è buono per distruggere il nemico. La verità è questione del tutto irrilevante. Si fa il lavoro sporco senza remore, finché serve e purché paia efficace. Quanto più gli argomenti politici latitano, quanto più è manifesto il fallimento del proprio reggimento, quanto più la paura di perdere il potere si fa strada, tanto più si abbandona ogni prudenza, ogni residuo senso di lealtà, tanto più ci si butta nella rissa, sperando che il polverone confonda tutto e travolga chi da un confronto razionale, onesto, avrebbe solo da guadagnare, offrendo, per converso, una chance a chi avrebbe tutto da perdere. E' una guerra asimmetrica, il cui meccanismo è stato collaudato e in seguito oliato da Berlusconi per oltre vent'anni, nei quali non si è tralasciato strumento, soprattutto mediatico, per alterare, deformare la percezione della realtà.

 

La politica spettacolo, la strategia della mistificazione hanno inventato un mondo artificiale e hanno prodotto un proprio pubblico, decerebrato e ignorante, addomesticato a modelli culturali, a stili di vita, ad aspettative di successo personale fondati sul favore, sul conflitto rancoroso e fratricida fra poveri cristi, deprivati persino della coscienza di sé, della propria collocazione sociale e ignari di quale colossale imbroglio essi siano le prime vittime. E' a questa parte del "popolo" che si rivolgono i "mascalzoni", consci che chi guida il gioco saprà trarne sicuro profitto.

 

Ecco perché la fatica da compiere è oggi, e ancor più dovrà essere domani, quella di sottrarsi al diabolico gioco di specchi che ti fa rincorrere il "mascalzone" il quale, come ricorda il saggio, «ti tira sul suo terreno e ti batte con le sue armi migliori». Noi - pur coi nostri deboli ed oscuratissimi mezzi - dobbiamo fare l'opposto, scoprire e raccontare ogni giorno la nudità del re, riportare a forza l'attenzione sui bisogni sacrificati, sui problemi rimossi, sulla natura profonda delle contraddizioni sociali, sulle cause e sui fresponsabili dell'ingiustizia e della disuguaglianza. E di come si possa combatterle, di come - concretamente - un'alternativa sia sul serio possibile e praticabile, come riscatto collettivo, non come fuga illusoria in un mondo di carta, forgiato ad imitazione di quello dorato del sultano. Si può e si deve dimostrare, senza complessi minoritari, che c'è bisogno di una sinistra forte, che è falsa e di comodo la rappresentazione di una contesa politica polarizzata nella coppia centrodestra-centrosinistra e che, anzi, ovunque i due schieramenti siano programmaticamente omologhi, è necessario saper offrire un'alternativa autentica, capace di parlare a chi non si rassegna e vuole dare voce e visibilità, anche nelle istituzioni, alle proprie ragioni e alle proprie battaglie.

 

Nella competizione elettorale, nel voto, non si esaurisce mai tutta la politica. Lì, semmai, raccogli (in parte) quello che hai saputo seminare prima. Ma l'appuntamento è importante perché può dare il là ad una svolta tale da riaprire i giochi ingessati della politica. Poi, il 12 giugno, ci sarà l'altro appuntamento, quello con i referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento. E lì non c'è acrobazia che tenga: è il merito che tiene banco, inesorabilmente. Non a caso il governo ha fatto e sta facendo di tutto per evitarli e, se non gli riuscirà il fraudolento proposito, per nasconderli. Da qui ad allora dovremo impegnare ogni nostra risorsa, senza nulla risparmiare, per parlare a quanta più gente possibile. E per portarla a votare. Se ce la facciamo, qualcosa di importante può accadere nelle acque imputridite della politica italiana. E anche nella sinistra. Cominciando da domenica.

 

Dino Greco

14/05/2011

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