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Entro il 2015 acquisteremo medicinali per 1,1 triliardi di dollari. Ma la crescita del mercato è in flessione

Post n°4725 pubblicato il 23 Maggio 2011 da cile54

Meno farmaci per tutti. Cala la spesa mondiale

 

Malattie cardiovascolari e gastrointestinali, disturbi al sistema nervoso centrale, semplice febbre, raffreddori. Quando ci sono di mezzo rischi per la salute, o presunti tali, ovunque nel mondo non si bada a spese. Entro pochi anni, precisamente il 2015, sfiorerà infatti quota 1,1 trilioni di dollari la spesa globale per i medicinali, “griffati” con famosi marchi o generici che siano. La previsione è dell’Ims Institute for Healthcare Informatics ed è stata pubblicata ieri nello studio dal titolo The Global Use of Medicines: Outlook Through 2015. Sebbene la cifra sia astronomica, secondo l’Ims, tra le più prestigiosi istituzioni internazionali in questo campo, non stiamo entrando nella cosiddetta età dell’oro delle multinazionali farmaceutiche. Anzi. Se il tasso di crescita delle prescrizioni e dei consumi avesse seguito il trend medio degli ultimi cinque anni, pari al 6,2 per cento, il risultato sarebbe stato ben superiore agli 1,1 trilioni stimati.

 

Nei prossimi tre anni la spinta del mercato, storicamente tra i più floridi al mondo, subirà un rallentamento compreso tra tre e sei punti percentuali. A pesare sono soprattutto i bassi livelli di crescita della spesa per i medicinali negli Stati Uniti, l’impatto della scadenza di numerosi brevetti di importanti medicinali nei mercati sviluppati, la continua e forte domanda nei mercati emergenti di prodotti a basso costo e i cambiamenti della normative in diversi Paesi. In particolare, la spesa per i prodotti di marca nei mercati sviluppati rimarrà nel 2015 allo stesso livello del 2010. Peraltro, globalmente, la quota di mercato dei “griffati”, che è passata dal 70 per cento del 2005 al 64 nel 2010, subirà un ulteriore calo entro il 2015, arrivando al 53 per cento. Ci sarà una crescita per questi prodotti nei Paesi emergenti, eppure 80 centesimi per ogni dollaro speso in farmaci in questi mercati nel 2015 saranno riservati a farmaci generici.

 

Guardando dalle parti di casa nostra, in media nei principali Paesi Ue i farmaci generici rappresentano oggi circa il 50 per cento delle unità vendute e contribuiscono per il 20 per cento alla spesa, generando un fatturato 13 miliardi di euro/anno. In molti Paesi dell’Europa centrale e orientale i generici coprono fino al 70 per cento in volume di tutti i farmaci prescritti (30 per cento in valore). Solo la Grecia ha consumi di generici più bassi dell’Italia (nel 2009 poco meno di 650 milioni di euro). Sempre entro il 2015, l’Ims Institute si aspetta che la spesa per i biosimilari, copie a brevetto scaduto dei farmaci biologici, superi i 2 miliardi annui. La scadenza dei brevetti di medicinali di marca, esso produrrà 98 miliardi dollari di risparmi netti per i contribuenti nei Paesi sviluppati fino al 2015, rispetto ai 54 miliardi risparmiati nei cinque anni precedenti il 2010.

 

Discostandosi parzialmente dalle medie planetarie il mercato italiano dei farmaci sembra non conoscere crisi. Il consumo continua ad aumentare in maniera spedita e nei 5 anni dal 2005 al ottobre 2010 la crescita è stata del 20 per cento. È come se ogni italiano prendesse in media almeno un farmaco ogni giorno dell’anno. È lo scenario di spesa e consumo di farmaci che emerge dall’ultimo Rapporto Osmed (Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali) dell’Istituto superiore di sanità. Nel periodo considerato sono state prescritte 954 dosi ogni mille abitanti al giorno; nel 2005 erano 774. Mentre la spesa è stata di 9.732 milioni di euro, per i farmaci di classe A, cioè i cosiddetti salvavita e le medicine per le malattie croniche, una voce cresciuta senza sosta dal 2007, quando ammontava a 9.484. Si fanno comunque strada anche i generici (non protetti da brevetto), consumati da un italiano su 10, e quelli equivalenti (commercializzati con il nome del principio attivo).

 

Federico Tulli

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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