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A Milano si comincia molto male: il PD e Vendola s'impongono per tenere fuori i comunisti dal governo della cittą

Post n°4811 pubblicato il 11 Giugno 2011 da cile54

La giunta di Pisapia: sei donne e fuori la Federazione della Sinistra

 

«Entro quindici giorni Milano avrà la sua squadra di governo e almeno la metà sarà rosa». Non è venuto meno alle promesse, il neosindaco Giuliano Pisapia. A poco più di dieci giorni dalla vittoria, ha comunicato alla città i nomi dei nuovi assessori, sei dei quali sono donne. Ma alcune delle speranze che l’elezione dell’avvocato aveva suscitato sono state deluse. Bruno Tabacci, ex Udc oggi Terzo Polo, siederà sulla strategica poltrona del Bilancio. Ed anche la borghesia pesante, che dietro la sigla Gruppo 51 ha manifestato a suon di paginate sul Corriere il proprio appoggio al nuovo primo cittadino – con il banchiere Alessandro Profumo in prima linea - avrà il proprio rappresentante, con l’ex democristiano Piero Bassetti alla presidenza della Consulta per l’internazionalizzazione del Sistema Milano. Rimane invece fuori la Federazione della Sinistra, a fianco di Pisapia fin dalle primarie, e che nei giorni scorsi aveva presentato al nuovo primo cittadino una rosa di nomi. Un fatto che desta «stupore e sconcerto» per Antonello Patta, segretario provinciale del Prc e portavoce della Fds. «È semplicemente inspiegabile che un sindaco vincitore delle primarie prima e delle elezioni poi grazie ad una straordinaria mobilitazione popolare e della sinistra», ha commentato Patta, «formi una Giunta in cui è presente il centro ma è esclusa la sinistra, in seguito alle pressioni dei poteri forti». Una lettura respinta al mittente da Pisapia che ha rivendicato di aver preso le proprie decisioni «in autonomia di cui mi prendo la responsabilità». Eppure – commentano in molti - è difficile non leggere nella composizione della nuova squadra un test a livello locale del ticket Vendola-Bindi, che in molti vorrebbero riproporre al nazionale. A Sinistra Ecologia e Libertà vanno ben due posti di governo, con Daniela Benelli al Decentramento e servizi civici, e la funzionaria Cgil Cristina Tajani, considerata molto vicina al governatore della Puglia, Nichi Vendola, al Lavoro. Ma a far la parte del leone nella nuova Giunta - non solo per il numero ma anche per l’importanza delle deleghe - è l’area cattolica, organica e non al Pd, che sembra avere in Rosy Bindi il proprio riferimento politico nazionale e nel neo-vicesindaco Maria Grazia Guida, quello locale. All’ex direttrice della Casa della Carità, scelta da Pisapia come numero due, andrà anche la delega all’Istruzione. Medesima componente, per il nuovo assessore alla Sicurezza, Marco Granelli. Nomine pesanti, non troppo in linea con il percorso disegnato da Pisapia nel corso della lunga campagna elettorale. «Speriamo che questo non si traduca in politiche che perdono di vista il carattere laico e plurale che ha caratterizzato tutto il percorso di costruzione dal basso del programma, che Pisapia ha proposto alla città, e sul quale noi ci siamo impegnati con gli elettori», ha commentato Patta, sottolineando che la Fds «vigilerà sui fatti». Sempre del Pd, ma della fascia delle “giovani leve” i nuovi assessori alla Salute, Pierfrancesco Majorino e, alla Mobilità, Pierfrancesco Maran. L’archistar Stefano Boeri, forte delle sue 53mila preferenze, spunta la sua partita tutta personale sull’Expo: a lui va infatti l’assessorato di nuovo conio Cultura, Expo, Moda, Design. L’ex direttrice delle Risorse Umane della San Pellegrino – Gruppo Nestlè, Chiara Bisconti, si occuperà invece di benessere, mentre Franco D’Alfonso, coordinatore della lista ”Milano civica” ed ex manager Fininvest, è delegato alle Attività produttive. Con l’Expo in vista e un Pgt tutto da rifare – è stato varato in extremis dall’ex Giunta Moratti e sulla sua validità pende un ricorso al Tar – sono ancora più pesanti le deleghe assegnate alla direttrice del carcere di Bollate, Lucia Castellano, titolare di Casa, demanio e lavori pubblici, e all’ex presidente del Comitato dei Garanti del Comune di Milano, da Lucia De Cesaris all’Urbanistica e edilizia privata.

«Alla luce di queste scelte», ha sottolineato ancora il segratario provinciale del Prc «la Fds non può che emettere un giudizio politico negativo: è incredibile che Pisapia abbia vinto le primarie con una caratterizzazione di sinistra, che in Giunta non esiste più». L’amaro bilancio che se ne trae «è che anche una straordinaria partecipazione dal basso, se non viene catalizzata attraverso un’organizzazione, nulla può contro i poteri forti». Ma questa presa di distanza, ha tenuto a precisare, «non significa una rottura. Noi vigileremo da subito che non prevalgano interessi dei poteri forti e dei salotti buoni su temi quali l’Expo, le scelte urbanistiche, i beni comuni, i bisogni sociali, culturali e soprattutto quelli dei ceti popolari delle periferie».

 

Alessia Candito

11/06/2011

 
 
 
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