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Interviene addirittura per bloccare il dibattito nel paese e in parlamento, bisogna davvero dirgli che sbaglia

Post n°4861 pubblicato il 22 Giugno 2011 da cile54

Rispettare la Costituzione (e vale anche per Napolitano)

 

Non posso più tacere: la questione libica deve poter essere discussa senza che il Presidente della Repubblica tenti di imporre una sua interpretazione. Credo non gli competa. A me il suo appoggio esplicito e ripetuto alla guerra Nato in Libia spiacque subito e lo dissi quando presi la parola a Torino durante il 15° congresso nazionale Anpi. Argomentavo: il presidente sa che da noi non può che ricevere parole disinteressate e affettuose, anche quando dovessimo esprimergli qualche critica: ebbene diciamogli che non gli compete prendere posizione su questioni di politica estera prima del parlamento e che -se anche la sua posizione fosse giusta- (come nel caso non mi pareva), sarebbe comunque molto pericoloso offrire precedenti a qualche futuro presidente interventista e presidenzialista: bisogna attenersi rigorosissimamente ai confini delle attribuzioni presidenziali. Poichè non si è voluto trovare modo di sottrarsi alla guerra (violando perciò la Costituzione ed esponendo il territorio nazionale a possibili ritorsioni libiche e comunque a inquinamento da uranio contenuto nelle testate dei missili Nato che quando esplodono buttano fuori l'uranio ridotto a polveri sottili pericolose da respirare e che essendo leggerissime vengono portate dal vento fino a Roma e anche fino a Ferrara) bisogna elaborare una risposta parlamentare solenne e impegnativa: si può partire appunto ricordando che l'Italia è stata autrice di una avventura coloniale a danno della Libia tra le più vergognose della nostra storia e che proprio per questo non intende far parte di un attacco armato verso quel territorio Giusto centanni fa, nel 1911 dichiarammo guerra alla Libia già con boria nazionalrazziale e "romana", mix culturale prefascista non da poco. Nemmeno l'Italia repubblicana ha fatto ammenda di ciò, llmitandosi ad apporre la censura al film "Il Leone del deserto" sulla resistenza libica. Ma ora che Napolitano interviene addirittura per bloccare il dibattito nel paese e in parlamento, bisogna davvero dirgli che sbaglia. Noi dobbiamo al più presto rientrare nella legaità costituzionale e riprendere contatti col popolo libico offrendo territorio, ascolto, forme e procedure per uscire con mezzi non bellici dalla crisi. Non ci sono solo le ignobili "ragioni" della Lega, ce ne sono anche di nobili.

Lidia Menapace

21/6/2011

 
 
 
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