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Il sogno: liberare il libro dalla maledizione del Copyright e riconsegnare al popolo il cibo per la mente

Post n°5078 pubblicato il 15 Agosto 2011 da cile54

Oggi si espande nel web la guerriglia anticopyright di Stampa alternativa

 

Vivo dal 1976 in un'antica casa contadina nelle colline maremmane, ci capitai da latitante, fui accolto e protetto e ci rimasi.

All'epoca, riflettevo su nuovi libri per una collana significativamente denominata "Strade Bianche" a ricordare il medesimo colore della strada che porta a casa mia, ma soprattutto per dar voce a briganti, disertori, contadini, gli ultimi e invisibili, miei compagni di vita e avventure.

A rompere il silenzio assordante del "Paese ufficiale", vengo a sapere da una giovane e intraprendente cronista de La Nazione, dell'esistenza di un personaggio e una casa editrice straordinaria e dal visionario nome Il Paese Reale. L'animatore era Pasqualino Bonelli, spirito libero, che si circondava di un manipolo di intelligenze libere come lui, per dar vita, intorno agli anni ‘70, soprattutto i primi di quel decennio, a dibattiti, incontri e pubblicazioni.

Nel frattempo anche a Roma, prese vita come vera e propria casa editrice Stampa Alternativa, con una foglia di marihuana ad accogliere i primi complici e con due imperativi: qualità della vita e condivisione, frutto dell'autogestione e della voglia di libertà, non astratta, ma nella vita quotidiana.

Quel popolo di Grosseto intercettò istanze culturali e sociali, quello di Roma, che poi divennero un esercito festoso oltre che incazzato in tutt'Italia, le condivisero a loro modo, con diversa vitalità ma, incredibilmente, intercettarono il "Paese reale" soprattutto dei giovani che, a seguito del movimento Sessantottino, continuavano a contestare tutto il vecchio e volevano costruire subito il nuovo e il bello della vita.

Il bello e il nuovo non lo regala nessuno anzi, coloro che adorano il vecchio e il tradizionale anche nelle forme più oneste e nobili, lo combattono come la peste, e con tutte le armi che possiedono. Anche nelle molte vite di Stampa Alternativa, precedute, ogni volta, da morte apparente, si è dovuto tirare il fiato, riordinare le file e studiare diverse e nuove strategie, un po' come si fa nella guerriglia "violenta": colpire efficacemente l'avversario, ritirarsi in fretta, continuare nell'invisibilità ma anche nell'intraprendenza di nuove e imprevedibili azioni.

L'abitudine a tali strategie mi hanno portato a dar voce e orgoglio a scrittori analfabeti; tant'è il terzo dei miei "Festival di Letteratura Resistente", fu dedicato proprio a loro. L'idea nacque anche dall'indignazione per l'ondata dei festival letterari noti ed esplosi spesso solo per dar lustro a sindaci e assessori, sprecare risorse pubbliche ospitare premi nobel e scrittori in testa alle classifiche dei libri più venduti, ospiti fissi di salotti televisivi, radiofonici e di giornali cartacei.

Ebbene, pensai a un segnale opposto. Dedicare a loro: gli ultimi, gli invisibili, addirittura, analfabeti, questo festival.

Quattro di loro accettarono la sfida: una contadina, un cocciaio, un tombarolo, un carbonaio, tutti e quattro analfabeti, salvo Luciana, la contadina, che aveva la seconda elementare.

Gioirono all'idea di potersi raccontare, con la loro lingua, orgogliosi com'erano della loro esistenza. Mi bastò rassicurarli che, ancor prima di me, altri ben più motivati avevano sostenuto che la vita, quando è degna d'esser vissuta, è letteratura.

Qualcuno della comunicazione, non ancora asservito e ottuso, ne parlò sul proprio giornale e accadde l'incredibile, l'impensato. A Pitigliano accorsero mille e più persone, teste libere e pensanti. E i quattro orgogliosi analfabeti poterono raccontarsi a volontà ed esibire, ognuno di loro, il proprio "Millelire Speciale".

Quest'avventura un po' folle mi è stata riportata alla mente anche da quei "disertori" di oggi che in milioni, sono andati a votare gli ultimi referendum.

Ci sono voluti all'inizio altri "disertori" a raccogliere le firme animati e pungolati, all'inizio, dallo "sbirro" Di Pietro e ad avviare quel percorso rivoluzionario, che ha fatto esplodere il "Paese reale". Milioni di cittadini senza voce si sono ritrovati, finalmente, in quel sorprendente invito.

E ci volevano le strade bianche di internet, della rete a tessere la ragnatela che ha polverizzato tutti i bunker del regime, organizzato come quello comunista albanese, prima della caduta, che aveva disseminato migliaia di casermate in cemento su tutte le coste per difendersi dai nemici. I bunker della comunicazione di regime son saltati e al loro posto si è manifestato il più prodigioso esempio di controinformazione di massa. La libertà e la felicità, oltre che l'intraprendenza e l'efficacia della nuova comunicazione, ha fatto il resto che è sotto gli occhi di tutti.

Come è sotto gli occhi di tutti, che il Paese ufficiale si contraddistingue per i svariati livelli di ottusità, sordità e cecità. In aperto contrasto con istanze ed esigenze popolari.

Nel mondo editoriale, c'è un esempio che splende come Sirio, la stella più alta, in termini di ottusità. E' l'Associazione Italiana Editori (Aie) nella persona e per bocca del suo presidente, tra l'altro, forse per questo, confermato nella carica. Si chiama Polillo, è stato contrammiraglio nelle corrazzate Rizzoli e Mondadori oltre che essere lui stesso editore (il famoso Polillo edizioni). In un'intervista su La Repubblica"di un paio di settimane fa si contorce in condoglianze, versando fiumi di lacrime, per l'agonia delle vendite del libro: sempre meno copie e sempre più rese.

Uno strazio, una lagna infinita che ripete a ogni esternazione e che già risuonava nella parola del suo predecessore, tal Motta (anche lui editore e non quello dei panettoni, però).

Non capisce Polillo che cazzo sta succedendo, frastornato delle mancate vendite. Annaspa e la mette giù che bisogna limitare gli sconti, che i suoi associati, quelle bestie dei grossi editori, esibiscono nel 25-30%, mirati a vender qualche copia di più dei loro Faletti e Littizzetto perché quello che già vendono non gli basta più. Non lo sfiora l'idea che dei libri di comici e calciatori al Paese reale dei lettori non gliene frega più niente, pur con tanto sconto. Che non basta più che la corte dei miracoli che gli sta dietro compaia a ogni ora su quotidiani, riviste, televisori e radio, pubbliche e private.

Riflettesse che i cittadini, dei libri dei suoi grossi editori si sono stancati e che ne vanno a cercare di diversi, altrove, sulla rete, appunto. Sulla rete che li ha resi liberi e autonomi dalla cattiva comunicazione, anch'essa imposta.

La smetta, per favore e con lui la smetta quel Gian Arturo Ferrari, ex manganello culturale di Berlusconi in Mondadori, oggi al timone di quel "Centro del Libro" sempre di berlusconiana idea.

Altro che crisi degli acquisti, è in atto una ribellione ai cattivi libri, di cattivi editori.

E così torno a pensare "ai benedetti sognatori a occhi aperti".

«Non tutti gli uomini sognano allo stesso modo. Ci sono quelli che sognano di notte nei recessi delle loro menti e si svegliano al mattino per scoprire che il sogno è passato invano. Sono uomini pericolosi, invece, quelli che sognano di giorno perché a essi è dato vivere i sogni a occhi aperti e far sì che si avverino», son parole di Thomas Edward Lawrence.

Si adattano stupendamente oggi, a distanza di decenni, quasi di un secolo, al popolo del Paese reale di Stampa Alternativa, che le ha pubblicato qualche anno fa in uno dei suoi "Millelire" a complemento del titolo Guerriglia dello stesso scrittore.

A maggior ragione oggi che internet, la rete, apre nuove, insperate frontiere, per esempio in editoria, oltre che nella comunicazione. Talmente tante da far intravedere per me e per Stampa Alternativa anni di vitalità, come forse prima era impensabile. E anche per dare corpo a quel mio sogno a occhi aperti che ha riempito i miei giorni.

Eccolo il sogno: liberare il libro dalla maledizione del Copyright, quel maledetto © che lo inibisce ai più, a chi ne ha maggiormente bisogno, liberarlo anche dal codice a barre, che sono le vere sbarre ancor più offensive e punitive di quelle della galera. Cancellarle vuol dire consegnare al popolo planetario il bene più prezioso, quel cibo per la mente, indispensabile per ogni rivoluzione culturale e non, e comunque per ogni rinnovamento.

Su stampalternativa.it e su stampalternativa.org ci sono i primi frutti, concreti, succosi, eccitanti, i primi libri elettronici, di qualità e soprattutto "bene dell'umanità". Valga un esempio su tutti, lo scorso mese abbiamo appreso che tra i ragazzi il libro più scaricato da internet è Chiudiamo le scuole di Giovanni Papini.

 

Marcello Baraghini

Stampa Alternativa

14 agosto 2011

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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