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Noi che viviamo nelle miserie della politica italiana. Considerazioni a margine della Festa dei Socialisti francesi

Post n°5159 pubblicato il 04 Settembre 2011 da cile54

Cialtroneria bipartisan

 

Leggendo sul manifesto di qualche giorno fa l'articolo intelligente e appassionato di Roberto Ferrucci che racconta della Festa dei Socialisti francesi a La Rochelle e, nell'ambito di essa, del canto a squarciagola dell'Internazionale, dei pugni chiusi agitati per aria da tanti giovani appassionati, della parola compagno che fiorisce sulle labbra di tutti, della linea politica espressa per le primarie di ottobre, confrontando tutto questo coi rituali grigi e anonimi della nostra cosiddetta sinistra e con la sua ambiguità inconcludente, per una strana associazione di idee, mi è venuto in mente il nostro governo e la figura da cialtroni che stanno facendo i membri della maggioranza, cambiando una manovra al giorno, una più forcaiola e sconsiderata dell'altra.

Sono stato preso allora da un dubbio lancinante, un dubbio doloroso come una causalgia (avete mai avuto una sciatica o l'herpes zooster?). Ma non sarà che la cialtroneria è diventato un tratto costitutivo nazionale della nostra classe dirigente, uno stigma per così dire traversale e bipartisan? Per la prima volta in vita mia non ho ragionato in termini di destra/sinistra, anche perché oggi purtroppo è difficile farlo, né ho utilizzato paradigmi di classe ma piuttosto un criterio epidemiologico orizzontale (la medicina, si sa, è una illuminante metafora della vita).

Mi sono chiesto: ma come mai la destra populista del nostro Paese al potere (che non è stata mai un gran che) si è ridotta ad una compagnia da comica finale (con due capicomici di prima fila: Berlusconi e Bossi e uno aggiunto: Giulio Tremonti) e quella che noi definiamo del tutto impropriamente sinistra si è ridotta a fare una opposizione da operetta. Il confronto con gli altri Paesi non fa che peggiorare la mia impressione. Non è che in Francia non esistano socialisti moderati, come ci ricorda Ferrucci, ma nessuno si è sognato di sostituire l'Internazionale con la canzone di un cantautore. Da noi sì. E la cosa fa un po' pendant - mi piange il cuore a dirlo - con la liturgia da avanspettacolo delle adunate della Lega, per non parlare delle performances distribuite a gratis dal primo ministro decotto.

I cazzotti di Bossi e le corna di Berlusconi fanno il paio con le esternazioni di Matteo Renzi e le sue espressioni da cabarettista pacioccone velenoso opportunista fiorentino. Che poi Renzi sarebbe il rottamatore. Ma rottamatore di che, se tutto è ormai già rottamato? C'è un virus che si aggira dentro il parlamento ormai da tempo: quello della cialtroneria. Nella catena del contagio molto deve aver giocato il ruolo di un portatore molto poco sano come Walter Veltroni. Ma non basta. Non può bastare perché la pandemia si è sviluppata con esiti devastanti che ricordano quelli della Spagnola degli ani Cinquanta.

Evidentemente c'è una predisposizione. Sarà la vocazione al trasformismo? Sarà il terrore di dover passare la mano? Dalla Bolognina in poi non c'è stata più tregua. Se pensate che, dentro il Pd, Bersani ha dovuto gonfiare i muscoli e trattenere il respiro per sostenere lo sciopero generale indetto dalla Cgil. Poveraccio, non gli bastavano i guai che gli sta dando Penati.

E allora, prima che sia troppo tardi bisogna trovare una cura. Non voglio credere che quella della cialtroneria sia una malattia cromosomica (congenita e incurabile). E' la nostra stessa storia che falsifica questa tesi, lo fanno le radici della nostra costituzione. Ma allora se non è una malattia genetica - anche se sono propenso a ritenere che ci sia una propensione alla cialtroneria (pensate alla coglioneria farsesca del fascismo e alle esibizioni del duce mascellato sostenute da folle oceaniche e plaudenti) - cerchiamo finalmente una terapia efficace.

Noi siamo fuori dal parlamento e quindi meno esposti al contagio ma questo non ci rende più sereni. Se l'infezione si estenderà, sarà la fine. Se la Sinistra non rinascerà subito, non se ne potrà più parlare in Italia per decenni. E questo ci preoccupa, anzi ci terrorizza.

Non resta che sperare che la cura prenda le mosse dall'autodiagnosi (non esiste terapia senza diagnosi) di questa cosiddetta Sinistra, affetta da una forma di grave degenerazione progressiva della propria identità e della propria pratica politica. Diamo una mano al povero Bersani. Cominciamo col proporre che le assemblee del Pd si concludano con l'Internazionale, rendiamo obbligatorio l'uso della parola "compagno", del pugno chiuso e delle bandiere rosse. Suggeriamo a bassa voce all'orecchio di Vendola le stesse cose. Chissà che, cominciando dal cuore, non succeda qualcosa. Facciamolo presto, però, anche perché prima o dopo, archiviato Berlusconi, la destra cambierà registro e, visto lo stato in cui si trova, non potrà che migliorare il proprio appeal (Montezemolo vuole persino pagare le tasse e Marchionne lo sostiene). Se non cambierà subito, se non guarirà, rischia di rimanere cialtrona solo la sinistra. Allora veramente non ci resterebbe che andare a nasconderci.

 

Roberto Gramiccia

03/09/2011

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