RACCONTI & OPINIONIPagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti |
Segui il nuovo blog "Lavoro e Salute" su wordpress www.blog-lavoroesalute.org
---------------------------------------
Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org
Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.
Tutti i numeri in pdf
LA RIVISTA NAZIONALE
MEDICINA DEMOCRATICA
movimento di lotta per la salute
TUTTO IL CONGRESSO SU
AREA PERSONALE
MENU
CERCA IN QUESTO BLOG
MAPPA LETTORI
« L'Italia che abbiamo co... | Ora si completerà il mas... » |
Se il nostro, ormai ex, presidente del consiglio ha prodotto la malattia che minaccia il futuro della nostra società
Post n°5518 pubblicato il 13 Novembre 2011 da cile54
Una società malata Dire che la nostra società globalizzata è malata sul piano psicologico (cioè sul piano della gestione delle emozioni e dei desideri collettivi) e perversa nel suo modo di sentire e di pensare, rischia di apparire un’affermazione ingenua e perfino patetica, tanto forte è il cinismo inconsapevole in cui siamo immersi. È vero che la reazione depressiva diffusa e visibile provocata dalla persistente stagnazione economica oscura i fattori psicologici che questa stagnazione l’hanno preceduta e favorita, ma a uno sguardo non distratto da un pragmatismo tanto concreto quanto velleitario appare evidente il condizionamento emotivo che mina alle loro radici le soluzioni puramente tecniche della crisi. Se il nostro presidente del consiglio è assurto a paradigma mondiale di inezia ciò è accaduto perché egli è un sintomo molto serio di un torpore psichico che sorpassa ampiamente i confini italiani. Le sue enormi responsabilità faranno (si spera) di lui l’oggetto giusto di un processo catartico ma siccome la catarsi è sempre vicina al capro espiatorio bisognerà poi vedere se la sua caduta sarà la tipica cura del sintomo che tiene in piedi la malattia (il tipo di reazione psicologica collettiva che ha consentito il suo successo). La malattia che minaccia il futuro della nostra società non è un evento oscuro a cui rassegnarsi, ha dei collegamenti complessi ma riconoscibili con l’organizzazione sociale che l’ha determinata. La cosa che colpisce di più a un primo sguardo è il vivere alla giornata delle istituzioni che avrebbero il compito di decidere il nostro destino: la paralisi del congresso americano e degli organi decisionali europei ne è solo la prova più evidente. Non è diniego della realtà ma coriaceo rifiuto ad investire in prospettive nuove. Cambiare niente per non cambiare tutto è l’assunto psicologico sotterrraneo che mostra come il cambiamento è avvertito dai più come catastrofico. L’illusione ottica di un cambiamento che non cambia nulla è il prodotto di massa maggiormente richiesto e la pressione è tale che perfino Barak Obama, il politico che a livello mondiale incarna maggiormente le istanze della ragionevole novità, rischia di esserne risucchiato. Due sono i fattori principali che creano disorientamento: l’eccezionale avanzata delle donne e i grandi flussi migratori. Questi movimenti dovrebbero essere espressione di una società più libera e aperta ma l’organizzazione capitalistica dell’economia, con la mercificazione crescente delle relazioni (diventata indice di prosperità) che promuove, si dimostra incapace di sostenerli; li svuota di significato e li trasforma in fattori destabilizzanti. La socializzazione del privato, il processo che trasforma il desiderio dei singoli individui in capacità di costruzione collettiva facendo della loro incompletezza personale un’apertura al mondo, cede il posto alla privatizzazione del sociale, che tende a trasformare la società in una rete di isolati consumatori di merci. In una situazione del genere non è paradossale che la politica di rigore senza sviluppo manifestamente irragionevole che la Merkel impone alla Grecia assecondi la ragione squisitamente emotiva che spinge i suoi elettori, tedeschi operosi, a non considerare i propri interessi a lungo termine e a scaricare a breve la loro irritazione nei confronti dei loro debitori greci supposti sfaccendati e pigri. Sarantis Thanopulos 12 novembre, 2011 |
L'informazione dipendente, dai fatti
Nel Paese della bugia la verità è una malattia
(Gianni Rodari)
SI IUS SOLI
notizie, conflitti, lotte......in tempo reale
--------------------------
www.osservatoriorepressione.info
G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI
Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.
Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.
> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.
Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
DARE CORPO ALLE ICONE