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I soldi pubblici? Non è meglio spenderli per un bel cacciabombardiere che per i giornali liberi, specie quelli comunisti?

Post n°5772 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da cile54

IN ANTEPRIMA, LA VERSIONE ORIGINALE DEL DISCORSO DI NAPOLITANO AGLI ITALIANI

 

LA COMPAGNA B, AMICA DELLA COMPAGNA C, CI HA INVIATO LA BOZZA ORIGINALE DEL DISCORSO DI FINE ANNO AGLI ITALIANI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA... E NOI DIFFONDIAMO

 

Care italiane e italiani. Ho deciso per questa sera, e in via del tutto eccezionale di parlare fino alla mezzanotte, tanto sono consapevole che almeno un quarto di voi non farà il tradizionale cenone, un altro 50% si accontenterà di un piatto di pasta col tonno e due olive, mentre una parte piccola ma che mi sta molto a cuore del Paese se la spassa nelle mete esotiche e non ha tempo di ascoltare la mia omelia. Lo so… il momento è difficile. Anche io, sto pagando duramente la crisi e stasera avrò con me un cameriere in meno, ma tagliare le spese è necessario e voglio dare l’esempio. È stato un anno duro. Pensavo di poter continuare a dormire serenamente e invece mi è toccato firmare, firmare e firmare un sacco di fogli che mi portava in continuazione il precedente premier. Avevo fretta, dovevo riflettere sui 150 anni dell’Unità d’Italia e non potevo certo mettermi a sfogliare leggi e leggine. Per un mese intero, fra il novembre e il dicembre del 2010 ho avuto un forte crampo alla mano, a furia di firmare, tanto che le malelingue che sempre abbondano da queste parti, hanno sostenuto si trattasse di un pretesto per dare il tempo al Presidente Berlusconi di acquistare alcuni parlamentari e mantenere in vita il governo. Ma la Storia dimenticherà simili illazioni e si ricorderà di come, sprezzante del pericolo e del caldo estivo, io sia tornato a firmare, firmare e firmare, manovre e correzioni di bilancio, anche mentre molti compatrioti stavano beatamente a riposo. Cosa? Non in ferie ma disoccupati o in cassa integrazione? Beh, sempre di riposo si tratta. Poi mi è toccato anche l’infausto compito di traghettare il Paese, una fatica non da poco per uno della mia età, verso questo nuovo governo di banchieri che mi ha spiegato come garantendo alle banche di poter continuare a speculare si possa salvare l’Italia. Io ad essere sincero non ci avevo capito molto, stavo facendo la pennica pomeridiana, ma mi sono fidato di questo signore col loden e ho contribuito così al benessere del Paese. Non ho ancora ben capito con quale analcolico si faccia lo spread e perché schizzi sempre, ogni sera, prima di coricarmi, vado a rassicurare i mercati e in fondo mi sento ringiovanito. Così giovane che sto già pensando di restare in questa casetta di sole 1200 stanze per altri 7 anni. Si costa più di Buckingam Palace ma ne va dell’immagine del Paese che mi è tanto caro. Mi è tornata la stessa voglia di lavorare di quando ero iscritto al PCIA ( una sezione particolare del PCI) e facevo le scarpe a Berlinguer, ora sto cercando di unire il paese in un unico grande partito, che copra quasi l’intero arco parlamentare. Mi piacerebbe lasciare solo poche briciole a quelli col fazzoletto verde, che altrimenti non posso andare oltre Bologna e levarmi dalle scatole anche i guastafeste alla Di Pietro e compagnia, come sono riuscito a fare, grazie al fido Veltroni e alle loro nefaste abitudini, con i comunisti. Per il prossimo anno care e cari italiani vi preparerò una bella nuova legge elettorale, moderna e adatta a farci stare in Europa. Potranno votare tutti, anche i cittadini stranieri a patto che abbiano un reddito non inferiore a quello di Pato ( noto giocatore del Milan) e avranno diritto di cittadinanza anche i bambini immigrati nati e cresciuti in Italia come doveva già permettere una legge emanata nel 1998 da due ministri uno dei quali mio omonimo. L’estensione del diritto di voto ovviamente – dovendo fare sacrifici – comporterà la riduzione del numero dei partiti, che saranno 1. Intendo poi aiutare il governo nella riforma del diritto del lavoro. Ha ragione l’onorevole Bersani  quando dice che l’Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non va toccato. Si sta operando per abolire infatti l’intero Statuto e sostituirlo con una legge composta da un solo articolo che recita pressappoco così “Io sono il padrone e faccio quello che mi pare”. Ne guadagneremo in competitività. Raddoppieremo le missioni militari e i finanziamenti alle scuole private, come richiestomi da Sua Santità, in compenso, ci sarà un drastico taglio alle spese inutili come ospedali e scuole pubbliche, pensioni, salari e interventi in favore di precari e disoccupati. Spero solo che i sindacati non vogliano alimentare pretestuose motivazioni per alzare il conflitto sociale. Non ne vedo la ragione, Bonanni e Angeletti sono disponibili ad inginocchiarsi ad un tavolo, forse anche la Camuso, la vedo più dura con quel comunista di Landini. Spero solo che non mi tocchi scassarmi l’anno anche stavolta con referendum, movimenti, studenti sfaticati ecc… e che soprattutto non si facciano rivedere più in giro quelli con la falce e martello. Sono sessanta anni che tento di levarmeli dalle scatole e tornano ogni volta, si infiltrano dappertutto, pretendono addirittura la libertà di informazione e di tenere in vita i loro giornali con i soldi pubblici. Ma non è meglio spenderli per un bel cacciabombardiere ultimo modello che per Liberazione? 

CI GIUNGE NOTIZIA CHE IL TESTO DOVREBBE ESSERE RIVISTO DA ESPERTI DI COMUNICAZIONE, BUON ANNO

Stefano Galieni

30/12/2011

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