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Negli ultimi sei mesi hanno preso di mira i migranti, sfruttati nei campi, nei comuni di Rossano e Corigliano Calabro

Post n°5839 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da cile54

Svastiche e ronde: l’ondata xenofoba della Piana di Sibari 

 

Svastiche, croci celtiche e la scritta “Fuori i mussulmani” sulle saracinesche adiacenti alla moschea di Schiavonea. Sono solo le ultime avvisaglie di un’ondata xenofoba che dall’estate scorsa ha preso di mira migranti e rom e per la quale le associazioni locali mostrano grande preoccupazione. “Questo non è solo un luogo di culto, noi siamo anche un’associazione islamica”, dice Mohamed Faid, un commerciante marocchino che vive in paese da 21 anni. La comunità maghrebina utilizza i locali dal 1994 e dal 2005 ha fondato un’associazione. “Quando la giornalista Giuliana Sgrena è stata rapita in Iraq abbiamo anche organizzato una manifestazione contro il terrorismo”, racconta. Anche lui, come il parroco, chiede “un dormitorio per i lavoratori stranieri senza casa, al quale accedere pagando una quota”, perché è preoccupato per la situazione di chi dorme sulla spiaggia. D’altro canto, il parroco, padre Lorenzo Fortugno sull’argomento moschea dice: “Non ho alcun problema, hanno un luogo dove pregare anche loro”.

 

Intanto su un blog locale molto seguito, sono stati pubblicati articoli e commenti sia contro la moschea che contro l’accampamento al porto, in cui si invocano controlli e azioni di polizia per il rispetto della legalità. Commenti all’insegna del “non se ne può più degli immigrati”. C’è stata anche una manifestazione in piazza di un’ex candidato sindaco che ha denunciato un’aggressione da parte di un immigrato per poi invitare a non affittare più case agli stranieri. Tensioni striscianti in un comune, quello di Corigliano Calabro (di cui fa parte la frazione di Schiavonea), sciolto per infiltrazioni mafiose. L’ex sindaco Pasqualina Straface (Pdl) è stata prima indagata e poi prosciolta dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’indagine “Santa Tecla” sulla ‘ndrangheta cosentina. Suo fratello Mario, imprenditore, è stato recentemente condannato a 8 anni di reclusione nell’ambito dello stesso processo con rito abbreviato, in cui complessivamente ci sono state oltre 50 condanne. “Le prime azioni della Straface furono lo sgombero delle tende dei migranti al porto, sfrattare l’associazione Torre del Cupo che si occupa di migranti dalla sede del Quadrato che avevano in comodato d’uso dal comune e lo spostamento del mercatino estivo degli stranieri, dal centro del lungomare fu relegato in fondo” racconta Biagio Frasca, volontario dell’associazione “Un sogno per la strada”.

 

“C’è un movimento politico che da una parte capta la frustrazione dei cittadini verso le istituzioni e poi la sposta sugli immigrati, è questo che sta succedendo qui, in un comune commissariato per mafia – continua – in questo vuoto politico e istituzionale, alcune forze parapolitiche di destra stanno veicolando il malessere verso gli immigrati. Ad esempio, senza conoscere la realtà della tendopoli, si strumentalizza l’argomento per creare consenso pubblico”. Da pochi mesi, in paese ha aperto una sede di Forza Nuova. Angelo Broccolo, presidente regionale di Sel, sottolinea: “Abbiamo un problema di xenofobia e razzismo per coprire situazioni di altra natura. Per l’amministrazione precedente il problema della sicurezza era l’immigrazione, ma dall’indagine giudiziaria emergono un’economia e una società fortemente permeate dalla mafia imprenditrice. Essendo la zona ricca della Calabria, qui la ‘ndrangheta investe in loco. Passiamo per la provincia tranquilla ma non è così”.

 

Episodi molti gravi si sono verificati l’estate scorsa, nella notte fra il 22 e il 23 luglio, con ronde, pestaggi e caccia al rom che hanno segnato la rivolta della vicina città di Rossano contro gli immigrati. Anche il sito istituzionale del comune parla di “psicosi anti-straniero, che ha innescato una pericolosa ondata di intolleranza e razzismo in città”, di “giustizia sommaria e fai da te”. All’origine della caccia al migrante, in quel caso rivolta contro rom e romeni, c’era la convinzione che fossero gli autori di furti nelle case. In quell’occasione, oltre una decina di associazioni, tra cui “Insieme Rossano”, Legambiente-Rossano e Pax Christi insorsero con un documento pubblico contro le violenze xenofobe. Ecco uno stralcio della lettera: “Gruppi di giovani e meno giovani hanno scatenato una vera e propria guerriglia urbana, una caccia al rom che si è protratta per svariate ore ed è culminata in pestaggi e danneggiamenti, seguiti dall’intervento delle istituzioni mirato ad allontanare alcuni immigrati che sono stati portati via tra l’esultanza di molti rossanesi”. Nel documento, riportato dalla stampa locale, si legge che le forze dell’ordine hanno permesso alle bande di cittadini armati di scorazzare per la città e che le azioni erano supportate dalla popolazione “che si definisce per la maggior parte cattolica praticante”.

Raffaella Cosentino

12 gennaio 2012

Corigliano Calabro (CS)

Fonte: www.redattoresociale.it

 
 
 
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