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Reportage. Le due Italie al tempo della crisi. “Prendo mille euro, ma do una mano alla mia famiglia. Ne vado fiera”

Post n°6273 pubblicato il 23 Aprile 2012 da cile54

L.M. Storia di una ragazza Torinese

 

Questa è la storia di Milena, 25enne della provincia di Torino, studentessa brillante, lavoratrice puntuale. Rigorosamente in nero, e fin qui nulla di strano nell’Italia del Terzo Millennio.

 

Quando le chiediamo di fare quattro chiacchiere per raccontarci la sua situazione, quasi si sorprende: “Perché, mica sono l’unica eh..” Non è l’unica, ma spiega bene una delle tante sfaccettature del Paese.

 

La madre di Milena fa la sarta- “e paga le imposte”- ci tiene lei a precisare, il papà è invece una delle numerose vittime della riforma Fornero. La pensione tanto agognata sarebbe dovuta arrivare quest’anno, invece il decreto ha aumentato gli anni necessari, e ora l’uomo si trova senza stipendio per quattro anni. Fa lavoretti, poca roba, e Milena per questo ha dovuto rimboccarsi le maniche, c’è l’università di finire, e da aiutare in casa. Perché intanto il mutuo è sempre più insostenibile e tra Imu, caro benzina e Iva, i conti non tornano più da un pezzo.

 

Nel raccontare del suo lavoro, Milena tira fuori l’orgoglio e la rabbia: “Prendo mille euro, ma do una mano alla mia famiglia. Ne vado fiera”, dice, poi ci descrive quello che fa: “Il mio capo compra macchinari per l’edilizia usati e li rivende, si tratta di un giro di centinaia di migliaia di euro l’anno. Io, però, vengo pagata in nero, mille al mese, perché altrimenti lui non potrebbe giustificare la mia presenza con la sua dichiarazione dei redditi. Ciò che dichiara al fisco è troppo poco”.

 

“Lo so che è sbagliato-prosegue- ma io ho bisogno di quei soldi. A volte mi sembra che abbia più paura io di lui che arrivi un controllo della Finanza, perché non posso fare a meno di questo impiego”. Il capo, invece, sembra tranquillo, dice che al limite se lo rintracciano gli faranno una multa. Il rapporto con Milena è fatto anche di cordialità e comprensione, a quanto ci dice lei,  ma “in ogni situazione si capisce che non si tratta di un rapporto alla pari. Lui sa che può chiedermi sempre di più, sono ricattabile”.

 

Gli ingredienti di questa vicenda spiegano l’Italia in poche righe. Il Paese che lavora, onestà fatica e sacrifici, sta sempre peggio. Dall’altra parte, quelli che non hanno mai pagato, continuano a non farlo. Glielo diciamo, che i soldi che l’Inps non verserà a suo padre per quattro anni, sono quelli che il suo capo evade ogni giorno. “La Fornero ci ha rovinato la vita- commenta lei- considera le persone come numeri, ogni tanto cambia la stima degli esodati, ma dietro ci sono vite, persone, affetti. Non è un esercizio di un corso di economia all’università”.

 

La politica a Milena non interessa, ma una cosa ce la vuole dire: “E’ inutile che si facciano gli spot sui controlli a Cortina, o a Milano, se poi persone come il mio datore di lavoro hanno una macchina che vale due anni di stipendi dichiarati. Intanto la mia famiglia, da ceto medio, si sta riducendo fino a raggiungere la soglia di guardia”. “Il problema è qui manca la volontà, basterebbe censire tutti coloro che hanno le automobili costose”. Questo lo dice, ma in realtà non lo spera. “Non deve venire la finanza, altrimenti che ne sarà del mio lavoro. E i soldi a casa chi li porta, come mi laureo?”

 

Fonte www.articolotre.com

16 aprile 2012

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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