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Morti quotdiani che sono diventati solo una statistica. Strage di una guerra unilaterale dell'economia criminale, senza risposta

Post n°6428 pubblicato il 27 Maggio 2012 da cile54

Morti sul lavoro nel 2012

 

Dal primo gennaio ad oggi 26 maggio sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 219 lavoratori ( tutti documentati in appositi file) e oltre 440 se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere o sulle strade (sono lavoratori che utilizzano un mezzo di trasporto: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro/lavoro-casa). La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali, che lavorano in nero o in grigio e che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa e queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per incidenti stradali"

 

 

I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO sono per il 31,1% in agricoltura di cui già 29 schiacciati dal trattore. Il 23,5% in edilizia, l' 8,8% nei servizi, l'11,1 nell'industria, comprese le artigianali. L'autotrasporto il 5,8%. Il 2,9% nell'Esercito Italiano (Afghanistan). Il 2,65 nella Polizia di Stato ( tutte le morte in servizio sulle strade). Il 13,% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Il 19,4% delle vittime ha un'età dai 21 a 39 anni, il 24,7% dai 40 ai 50 anni . il 16,5% dai 50 ai 59 anni . Il 9,4% dai 60 ai 69 anni. Il 13,5% hanno oltre 70 anni. La provincia di Brescia con 9 morti risulta seconda per numero di morti , come negli ultimi anni è sempre ai vertici in questa triste classifica delle province con più morti sui LUOGHI DI LAVORO, con la regione Lombardia che ha già 26 morti. L'Emilia Romagna ha 21 morti, di cui 4 lavoratori morti per il terremoto, provincia di Ferrara 6 morti, Modena con 3 morti, Bologna, Reggio Emilia 2 morti. La Toscana registra 18 morti (26 con i morti in mare del Giglio, dei due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub), la provincia di Livorno ha 4 morti. Il Piemonte registra 17 morti , con la provincia di Torino che risulta in questo momento con 10 vittime la prima in Italia per numero di morti. La Sicilia 14 morti con le province di Agrigento e Messina con 3 morti. Calabria, Veneto, Lazio, Trentino Alto Adige 10 morti, provincia di Bolzano 6 morti, di Reggio Calabria 5. Campania 9 morti, provincia di Avellino 4 morti, provincia di Salerno 3 morti. Puglia 9 morti, province di Bari 4 morti e di Brindisi 3 morti. Abruzzo 7 morti con la provincia di Pescara con 4 morti, Liguria 7 morti, con la provincia di Genova con 4 morti. Marche 6 morticon la provincia di Ancona con 4 morti. Friuli Venezia Giulia 6 morti, Umbria 5 morti, tutti nella provincia di Perugia. Basilicata 4 morti, Sardegna 3 morti, Molise 2 morti. I morti sulle autostrade non vengono aggiunti alle province.

 

Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011 del'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali

 

Sono già 67 dall'inizio dell'anno i suicidi legati alla crisi economica. Ci sono imprenditori che non riescono a pagare le tasse, lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro o di aziende in crisi e disoccupati che il lavoro non riescono più a trovarlo. Da oggi iniziamo a monitorare anche queste tragedie che non si possono considerare infortuni sul lavoro, ma che hanno per la loro drammaticità un forte impatto sociale.

 

26 mqggio 2012

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G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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