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Una ginecologa racconta di un ospedale marchigiano dove la legge 194 è boicottata. E' la normalità in tutta Italia

Post n°6914 pubblicato il 10 Settembre 2012 da cile54

Vietato abortire a Jesi: tutti obiettori

Un ospedale nelle Marche non riesce più a effettuare interruzioni di gravidanza perché su 10 ginecologi si contano 10 obiettori di coscienza. Non è il primo episodio del genere in questa regione. E non è lontana nel tempo una vicenda analoga accaduta ad Arezzo, che non aveva più nel consultorio familiare medici che facessero il colloquio con le donne per il rilascio del certificato per l'interruzione di gravidanza. La nuova segnalazione è arrivata dalla Cgil e l'assessore regionale alla sanità è intervenuto distaccando un medico non obiettore da Fabriano. È appena il caso di notare che i medici obiettori potrebbero fare benissimo il certificato, che è un atto che cerca soluzioni alternative all'interruzione.

Bisogna parlare con la donna, vedere se si può fare qualche altra cosa, invece di abortire, e poi dichiarare che lo si è fatto, che la donna però persiste nella sua intenzione, e che comunque dovrà aspettare sette giorni di riflessione prima di effettuare l'aborto. Non è proprio un gesto impossibile, per un medico solidale e attento alle sue pazienti. Ma tant'è, non solo ci sono ospedali in cui la presenza di soli medici obiettori di coscienza ma ci sono anche territori in cui l'obiezione di coscienza rende difficile alle donne persino trovare un medico a cui manifestare la propria volontà per parlare e ottenere il certificato che testimoni che se ne è parlato. Nessuno può obbligare un medico a effettuare un'interruzione di gravidanza certo, ma fare il certificato per parlare con la donna cosa c'entra?

Per non parlare del fatto che è una legge dello Stato, non una "piccola storia ignobile", come cantava Guccini, patto fra le donne e medici abortisti. È qualcosa votato dal nostro Parlamento e riconfermato da un referendum popolare. Un diritto alla salute, alla vita delle donne. Perché le donne quando fanno l'amore restano incinta, e gli uomini no. Perché le donne portano nel loro corpo la sopravvivenza della specie, che mette a rischio le loro vite non di rado fisicamente, e spesso psicologicamente e socialmente. E di tutte le retoriche sui sacrifici delle madri dovremmo ricordarci quando una donna, piccola o grande che sia, con un test di gravidanza positivo quando non avrebbe dovuto esserlo, cerca aiuto con gli occhi sbarrati. Questo è il significato della Legge 194/78, come quello della contraccezione, dell'educazione sessuale. Tutte cose che non piacciono a chi le donne le vorrebbe ridotte a corpi, e a corpi di servizio per la società. Bene ha fatto l'assessore marchigiano a far valere la mobilità. I medici che fanno interruzioni di gravidanza devono essere sostenuti.

Un ultima riflessione. Come fanno i medici obiettori di coscienza a effettuare l'amniocentesi, che può provocare un aborto, anche su un feto sano, e che serve comunque a interrompere la gravidanza in caso di malattia, e poi ad inviare le donne altrove dicendo, a bassa voce, o con orgoglio «qui queste cose non si fanno», oppure «io non me ne occupo». Un po' di coerenza è chiedere troppo?

Lisa Canitano

ginecologa e presidente dell'associazione Vita di donna

9 settembre 2012

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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