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Ancora morte a Taranto: vittime operai e cittadini. Paolo Ferrero: "L'Ilva ha le risorse per la sicurezza e la salute"
Post n°7018 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da cile54
Incidente mortale all'Ilva di Taranto Un operaio di 29 anni – Claudio Marsella di Oria (Brindisi) - è deceduto questa mattina nello stabilimento Ilva di Taranto. L’uomo si trovava su un locomotore che trasporta i materiali all'interno dell'acciaieria dal porto. Le cause sono ancora in via di accertamento. Le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato per domani due ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo. “E' l'ennesima giovanissima vittima di un sistema produttivo che considera il lavoro un costo e gli operai carne da macello'', commenta a caldo il segretario del Prc Paolo Ferrero. '' Nell'esprimere le condoglianze alla famiglia – prosegue Ferrero -, voglio denunciare una volta di piu' un sistema produttivo che oramai e' basato sul ricatto e sulla paura, sistema aggravato pesantemente dalle leggi del governo che danno mano libera completa ai padroni nello sfruttamento dei lavoratori”. Ferrero invita la famiglia Riva ad impiegare le enormi risorse che ha a disposizione “per ristrutturare lo stabilimento e renderlo sicuro per i lavoratori e per i cittadini”. “Anche per questo – conclude Ferrero - raccogliamo le firme per abolire l'articolo 8 e ripristinare l'articolo 18'' “Bisogna fare con urgenza la massima chiarezza sulle dinamiche dell'incidente, e sulle relative responsabilità che nel caso di questo tipo di accadimenti non sono mai vaghe o non accertabili”. E' quanto afferma il Segretario confederale della CGIL Elena Lattuada, in merito all'incidente mortale avvenuto oggi nello stabilimento Ilva di Taranto. Inoltre, prosegue la dirigente sindacale, “vogliamo esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia e ai colleghi di lavoro del giovanissimo operaio morto oggi, insieme a tutto il nostro appoggio alle iniziative che si svolgeranno oggi e nei prossimi giorni nello stabilimento”. Secondo Lattuada “ancora una volta bisogna pretendere rispetto per la vita umana e per le condizioni di lavoro delle persone, che non devono essere sacrificate ad una logica di profitto a tutti i costi e nel mancato rispetto delle norme. Ciò vale per le norme di salvaguardia della sicurezza, così come per quelle della protezione della salute e dell'ambiente, così come abbiamo sempre detto in merito alla vicenda più complessiva dell'Ilva”, conclude. Fabrizio Salvatori 30/10/2012 www.controlacrisi.org |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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