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Istat: a Potenza e Matera dati pių proccupanti per la salute. Ma noi diciamo che č tutto il sud a fare a gara sui record mortali

Post n°7054 pubblicato il 10 Novembre 2012 da cile54

Mortalità più alta che a Taranto

Secondo l’Istat, negli ultimi 10 anni, la speranza di vita alla nascita per i potentini è quasi sempre al di sotto della media nazionale, mentre quella di baresi, brindisini, leccesi, foggiani e perfino tarantini (per loro è scesa al di sotto della media-Paese soltanto dal 2007) è quasi sempre superiore. L’Istituto di statistica spiega che «la speranza di vita alla nascita è una misura strettamente correlata al tasso di mortalità e fornisce indicazioni sullo stato sociale, ambientale e sanitario della popolazione».

In effetti, andare a spulciare questi «tassi di mortalità» riserva alcune sorprese. Malgrado le contaminazioni di cancerogeni negli alimenti che sono stati riscontrati nell’area di Taranto - si pensi ai livelli di diossine nelle cozze (ormai bandite), negli ovini, nel latte e in alcuni prodotti agricoli - il «Tasso di mortalità std tumori apparato digerente» dell’Istat relativo ai maschi dimostra come, tra il 1991 e il 2001, a Matera e Potenza si contino più morti che a Taranto. I dati numerici al 2001 sono: un tasso dell’11.97 a Matera; 11,61 a Potenza e 10,4 a Taranto. Si «salvano» le donne il cui tasso di mortalità, sul lungo periodo, sembra convergere. Anche per quanto riguarda i «tumori maligni allo stomaco», il tasso di mortalità dei lucani (uomini e donne) è storicamente superiore a quello di tarantini e tarantine. Stiamo parlando di livelli davvero alti. Prendendo i dati Istat più recenti disponibili, cioè quelli relativi al 2001, il tasso di mortalità dei maschi potentini è il 2,74; quello dei materani è il 2,23 mentre quello dei tarantini è l’1,63.

Nel decennio 1991-2001, confermano questo andamento anche i dati del tasso di mortalità degli uomini relativo a «tumori maligni colon, retto, ano». Nel 2001, i dati dell’Istat sono i seguenti: un tasso di mortalità del 2,38 a Taranto, contro il 3,39 di Potenza e il 3,43 di Matera.

Altra rilevazione dell’Istituto nazionale di statistica è dedicato a «Tasso di mortalità std tumori maligni tessuti linfatico ed emopoietico». Si scopre che, tra i maschi, dal 1996 i potentini superano i tarantini e, dal 1998, anche i materani hanno un tasso maggiore rispetto a quello dei loro vicini pugliesi. L’ultima rilevazione disponibile, del 2001, riporta queste cifre: un tasso di mortalità del 2,19 per i tarantini; del 2,34 per i potentini e del 2,8 per i materani.

 

Record Purtroppo per i potentini, a loro appartiene anche il record in fatto di «Tasso mortalità std malattie sangue, organi emopoietici, disturbi immunitari»: lo 0,79 contro lo 0,56 dei tarantini e lo 0,46 dei materani. Un dato superiore anche alla media regionale pugliese (che nel 2001 era dello 0,66 e che è andato scemando fino allo 0,43 del 2009) e alla media nazionale, che nel 2001 era lo 0,75 ed è andato via via calando fino allo 0,42 del 2009. Per le donne, invece, sono le tarantine a vantare il non invidiabile primato (un tasso dell’1,8 a fronte dell’1,55 delle potentine e 1,54 delle materane). Rapporti che si ritrovano anche in fatto di «Tasso mortalità std malattie sangue, organi emopoietici, disturbi immunitari».

Le malattie del sistema circolatorio? Sin dal 1991 uccidono molti più uomini a Matera (dove, per intenderci, il tasso di mortalità, nel 2001, è del 51,93) e Potenza (51,45) che a Taranto (46,85).

Secondo l’Istat, per almeno vent’anni, dal 1990 al 2009, i lucani sono al primo posto. Nel 2009 il tasso a livello nazionale è 37,29; in Puglia è il 34,34 e in Basilicata è 38,23. Trend che si confermano anche per le donne, con una preponderanza di vittime nel Materano. E lo stesso vale per il «Tasso di mortalità std disturbi circolatori encefalo»: tra i maschi, dal 1991 muoiono soprattutto potentini (il tasso nel 2001 è il 14,3 contro l’11.05 di Taranto); tra le femmine si rileva una preponderanza storica di vittime tra le potentine ma il dato, dal 2001, vede prevalere il fenomeno tra le materane.

Nel caso della rilevazione relativa «Tasso mortalità std malattie ghiandole endocrine, nutrizione, metabolismo», si evidenzia come le vittime tra tarantini e lucani (maschi e femmine) siano molto superiori a quelle che si registrano mediamente in Italia, ma con una preponderanza del fenomeno tra i maschi di Potenza e provincia.

Se qualcuno avesse dubbi circa la bontà di queste rilevazioni, bisogna chiarire che non si sta parlando di stime, bensì funerali, di tragico computo di decessi. Inoltre, la qualità dei dati appare confermata dalle rilevazioni che riguardano le tipiche malattie da inquinamento dell’aria. Per esempio, nel caso dello studio «Tumori maligni all’apparato respiratorio e organi intratoracici», gli esiti sono precisamente quelli che ti aspetti sapendo quello che oramai si sa: tra il 1991 e il 2001, a Taranto il tasso di mortalità tra i maschi è sempre, costantemente, superiore al dato medio nazionale e - enormemente superiore - al dato disaggregato per le due province di Basilicata. Nel 2001 il tasso a Taranto era il 12,19 (a Potenza era il 7,72 e a Matera il 7,24). Un andamento simile si registra anche per i decessi causati, tra i maschi, dai tumori maligni a «trachea, bronchi, polmoni». Per le donne, in entrambi i casi, il trend è lo stesso ma le differenze sono meno macroscopiche. Concludendo, secondo i dati Istat c’è qualcosa, più di qualcosa, che strapperebbe alla vita i lucani prima del tempo. Capire di cosa si tratta (se inquinamento, abitudini errate, livello dell’assistenza sanitaria o Dio sa cos’altro) è compito delle istituzioni.

Marisa Ingrosso

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Roma, 12 maggio 1977

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