Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

industriametallisbaglisignoramonellaccio19cardiavincenzocassetta2nomadi50cile54m12ps12maremontyAlfe0Sassar0liiltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0mvgalli
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Dalla sconfitta dell'id...Italia cimitero della ci... »

I lavoratori e tutti i cittadini avvelenati dall'Ilva ricorderanno come un incubo il natale del 2012. Nessuno è risorto, anzi!

Post n°7211 pubblicato il 28 Dicembre 2012 da cile54

A Taranto non c'è nulla da festeggiare

Città e lavoratori restano in attesa degli investimenti del gruppo RivaIn questi giorni di festa, Taranto appare una città del tutto ferma. Anestetizzata dal clima di festa e da un cielo plumbeo carico d'umidità che accentua la sua secolare «mollezza». Si è come sospesi in attesa che si concluda questo 2012 da incubo, nella speranza che l'anno nuovo porti in dote chissà quale beneficio o cambiamento. Si attende dunque, ma lo si fa in tono dimesso, rassegnato. Come se nulla potesse dipendere dalla volontà di cambiamento di un'intera comunità, che dovrebbe essere desiderosa di prendere in mano il futuro e renderlo migliore, diverso. Si resta in attesa che qualcuno decida ancora una volta per tutti. Ma stavolta, a decidere, potrebbe non essere lo Stato. Del resto, dopo il decreto «salva-Ilva», quello che si «doveva fare» per salvare l'Ilva è stato fatto. Stavolta potrebbe essere il turno del gruppo Riva, che in molti danno pronto ad un clamoroso passo indietro. Vorrebbe dire alzare bandiera bianca, annunciando l'impossibilità di effettuare gli investimenti necessari per il risanamento degli impianti dell'area a caldo, che l'AIA tramutata in decreto legge dal governo stima in oltre tre miliardi di euro nei prossimi tre anni. Difatti, nella pseudo lettera diffusa lo scorso 21 dicembre a firma della famiglia Riva, non vi è accenno alcuno ad un loro futuro impegno nello stabilimento di Taranto e della sua attività. Nel testo si legge che «il Governo e il Parlamento hanno riconosciuto il ruolo strategico dell'Ilva nella quale vediamo il presente e il futuro della siderurgia italiana, che vuole coniugare rispetto dell'ambiente e della salute con il lavoro». Vedono nell'Ilva il futuro della siderurgia italiana: come se non fosse di loro proprietà e se la sua sopravvivenza non dipendesse unicamente dagli investimenti che dovranno essere garantiti attingendo dal tesoro off shore di famiglia. «Non abbiamo mai voluto lasciare Taranto», scrivono i Riva, ma non dicono «non la lasceremo». E in maniera oramai ridondante «ricordano di aver investito in 17 anni nel sito siderurgico 4,5 miliardi». Di questi ingenti investimenti nessuno ha mai visto un riscontro oggettivo. Sostengono di stare «lavorando per assicurare investimenti fiduciosi di riuscirci», ma non accennano ad alcun piano finanziario che certifichi tale promessa. Ai sindacati metalmeccanici è stato detto che il piano dovrebbe essere presentato entro la prima metà di gennaio. Dunque, tutto è ancora incerto. Nessuno sa cosa accadrà di qui a breve. 

In più, è ancora tutta da giocare la partita giudiziaria. La Procura e il gip da giorni stanno valutando come muoversi: se sollevare l'eccezione di incostituzionalità, o il conflitto di attribuzione, o entrambe le cose. Non è da escludere che i giudici attendano anche la sede tecnica appropriata in cui attuare le loro iniziative. Potrebbe essere l'8 gennaio al tribunale d'appello, quando si discuterà il ricorso con cui l'Ilva ha chiesto il dissequestro dei prodotti finiti e dei semilavorati sequestrati lo scorso 26 novembre. Nel caso l'Ilva rinunci, i giudici potrebbero utilizzare comunque quell'udienza per presentare le proprie iniziative. Nei prossimi mesi, quindi, tutto potrebbe nuovamente cambiare.

Gianmario Leone

27/12/2012 www.ilmanifesto.it

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963