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« Una riflessione sulla se...Oggi mercoledì 12 giugno... »

Dai dati di uno studio alla Cattolica: nanoparticelle sono in grado di causare un'ampia varieta' di effetti tossici

Post n°7864 pubblicato il 12 Giugno 2013 da cile54

Nanoparticelle, pericolose per la salute dei lavoratori e dei consumatori.

Le nanoparticelle presenti in alcuni ambienti industriali possono causare rischi per la salute degli operai che vi sono esposti. Ricercatori di Medicina del lavoro della Facolta' di Medicina e chirurgia 'A. Gemelli' dell'Universita' Cattolica di Roma hanno studiato i livelli ambientali del particolato nell'industria metalmeccanica: la ricerca ha messo in evidenza che le attivita' di saldatura e brasatura sono fonti di emissione di particelle di dimensione nanometrica, pari a un miliardesimo di metro.

Una grandezza estremamente piccola, se pensiamo che un capello ha diametro pari a circa 70.000 nanometri. Questa esposizione - sottolinea una nota - rappresenta un potenziale rischio per la salute dei lavoratori, che svolgono tali attivita' e dovrebbe essere accuratamente monitorata. L'osservazione e' emersa da uno studio condotto dal gruppo di ricerca guidato da Ivo Iavicoli, professore aggregato di Medicina del lavoro alla Cattolica di Roma, con la supervisione di Antonio Bergamaschi. Il lavoro e' stato pubblicato sul 'Journal of Occupational and Environmental Medicine'. "Nello studio che abbiamo condotto per verificare l'emissione di nanoparticelle durante l'attivita' di saldatura/molatura e di brasatura - spiega Iavicoli - abbiamo riscontrato la presenza di significativi livelli aerodispersi di nanoparticelle in entrambe le attivita' lavorative. In particolare, durante la brasatura circa il 50% delle particelle campionate era costituito da nanoparticelle incidentali, mentre durante l'attivita' di saldatura/molatura questa percentuale saliva a circa il 60%". Questo lavoro e' importante perche', evidenzia l'esperto, "l'applicazione di idonee misure di prevenzione e protezione per garantire la tutela della salute dei lavoratori esposti a nanoparticelle non puo' prescindere dalla conoscenza dei livelli aerodispersi delle nanoparticelle nei luoghi di lavoro. Pertanto, prima di programmare degli adeguati interventi di prevenzione sarebbe necessario effettuare un opportuno monitoraggio ambientale sia per conoscere i livelli espositivi che per identificare le possibili fonti di emissione".

Quello delle nanoparticelle e' di certo un problema emergente. Negli ultimi anni il settore delle nanotecnologie si e' sviluppato in maniera imponente. Le applicazioni pratiche delle nanoparticelle e dei nanomateriali sono estremamente numerose: vengono attualmente impiegate in diversi settori industriali per migliorare l'efficienza di purificazione dell'acqua, per realizzare materiali da costruzione piu' resistenti e leggeri, per implementare la potenza e la velocita' di calcolo, per ottimizzare la produzione e la conservazione dell'energia, per ottenere nuovi e migliori strumenti diagnostici e terapeutici in ambito medico. Inoltre, in media ogni settimana vengono immessi sul mercato 3-4 prodotti di consumo che contengono nanoparticelle (cosmetici, schermi solari, tessuti traspiranti, idrorepellenti, antimacchia e con elevate prestazioni elastiche e termiche, vernici, inchiostri e additivi chimici). Infine, oltre alle nanoparticelle ingegnerizzate, che sono prodotte intenzionalmente dall'uomo, vi sono anche le nanoparticelle incidentali che sono generate in maniera involontaria da fonti antropogeniche, che consistono prevalentemente in processi di combustione a carattere domestico, veicolare o industriale e da particolari attivita' lavorative quali le operazioni di saldatura, molatura, fusione, ablazione laser, taglio, lucidatura, e trattamento termico dei materiali.

Oggi si sa, da numerosi studi sperimentali su animali di laboratorio e su linee cellulari, che le nanoparticelle sono in grado di causare un'ampia varieta' di effetti tossici. In particolare per quanto riguarda gli effetti avversi a carico dell'apparato respiratorio, le nanoparticelle sono in grado di indurre processi infiammatori, danni tissutali, stress ossidativo e fibrosi. La tossicita' di queste sostanze dipende dalle loro peculiari caratteristiche chimico-fisiche, in particolare dal diametro, dalla morfologia, dall'area e dalla chimica di superficie e dall'eventuale stato di aggregazione/agglomerazione. Inoltre le nanoparticelle, possedendo dimensioni comprese tra 1 e 100 nm, hanno la possibilita' di raggiungere piu' facilmente le basse vie respiratorie, in particolare gli alveoli, rispetto alle particelle con dimensioni micrometriche e possono quindi provocare in questa sede degli effetti avversi di maggiore gravita'.

RedAzione

11/06/2013

 
 
 
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