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L’esperienza delle donne contro la Tav in Val di Susa. Consapevolezza per respingere le sopraffazioni in nome del profitto.

Post n°7968 pubblicato il 09 Luglio 2013 da cile54

Donne Notav: “La valle non vi vuole, andatevene via!”

“La valle non vi vuole, andatevene via!” Così in uno slogan scandito più volte durante marce e passeggiate notav rivolto alle ditte e all’apparato militarepoliziesco presente alla Maddalena di Chiomonte, si racchiude un sentimento profondo della popolazione valsusina e non: la difesa del territorio dallo sfruttamento e dalla devastazione in nome della mafia, cemento e tondino.

Molte sono le donne che si sono rese conto del legame profondo che esiste tra loro e la terra: un legame ancestrale “di pancia” che ci ha portato ognuna con le proprie abilità a muoversi sul territorio per denunciare l’ingiustizia della costruzione del tav e il conseguente furto dell’acqua dalle sorgenti.

Sopratutto in montagna, dove per secoli la donna è stata una componente fondamentale della società, ascoltata e rispettata, custode di saperi tramandati da una generazione all’altra: medicina, culto della madre terra, fecondità e morte. Ma tutto cambia.Siamo passate attraverso secoli bui, il fascismo, l’abbandono della montagna per il lavoro in fabbrica e la città.

 

Abbiamo però anche rivendicato e lottato per la libertà, per i diritti di cui godiamo, oggi di nuovo messi fortemente in discussione. La strada è ancora lunga, qualcuno ci considera ancora oggetti, bambole per il proprio piacere..

L’esperienza valsusina è un momento in più della capacità di aggregazione delle donne, con tutte le nostre differenze, con modi di fare differenti, ma unite nel fine comune di non voler accettare sopraffazioni in nome del profitto.

Anche il furto dell’acqua al quale stiamo quotidianamente assistendo ne è l’espressione: in Giaglione, 620 abitanti circa, 3 grandi S.p.a. stanno attaccando l’acqua e la terra:

IREN (multinazionale dell’acqua che opera in giro per il mondo costruendo dighe ecc…contrastata da molte popolazioni) gestore della centrale idroelettrica di PontVentoux che ha in progetto di poter utilizzare il Canale di MariaBona che ancora oggi serve per il paese per uso irriguo e allevamento per fini industriali;

SITAF gestore dell’autostrada A32 che intende costruire due grosse vasche antincendio per le gallerie appena a monte dell’abitato del paese, dove è segnalata da sempre la presenza di sorgenti che alimentano fontane pubbliche e private presenti all’interno delle abitazioni;

LTF società italo francese promotrice della costruzione del tav, nello specifico il tunnel geognostico della Maddalena che comprometterà definitivamente l’acquedotto di Giaglione intercettando la sorgente di Boscocedrino (situazione reale ammessa dalla stessa LTF all’interno delle prescrizioni CIPE) Diventa così ancor più evidente il legame tra potenti società e poteri forti(amministrazioni comunali compiacenti e deficienti comprese).

Acqua bene comune sancito da un referendum popolare che non viene rispettato; Acqua considerata bene privato da queste multinazionalispa per i propri introiti;

Terra bene comune in quanto ci viviamo tutti; Terra sfruttata e cementificata a scopo di lucro da pochi e a scapito di tutti.

La strada è ancora lunga , ma dalla nostra abbiamo la certezza di stare dalla parte giusta , consapevoli che il protagonismo delle donne sarà fondamentale.

Donne No Tav

6/7/2013 www.notav.info

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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