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Verso lo sciopero del 18 ottobre. Contro i diktat della troika e le manovre lacrime e sangue del governo dei poteri oscuri

Post n°8191 pubblicato il 16 Ottobre 2013 da cile54

«Destabilizzare la legge di stabilità con lo sciopero generale»

«E’ inaccettabile che mentre tutti gli indicatori economici nazionali ed internazionali fotografano una situazione drammatica per i lavoratori e le famiglie italiane, il governo delle larghe intese proponga una legge di stabilità lacrime e sangue». Pierpaolo Leonardi, dell’Esecutivo Confederale USB commenta il testo di quella che una volta si chiamava legge finanziaria. «Le chiacchiere sulla restituzione del cuneo fiscale ai lavoratori (intorno ai 250 euro lordi a metà 2014 in unica soluzione, cioè una vera e propria miseria pari a circa 55 centesimi al giorno) cercano di nascondere la enorme pesantezza di questa manovra», dice rilanciando lo sciopero generale indetto dal sindacalismo di base per venerdì prossimo: «Le lavoratrici e i lavoratori italiani hanno una grande occasione per respingere questa manovra, che risponde unicamente ai diktat della troika oggi direttamente presente al Governo attraverso il commissario alla spendingreview Cottarelli, che proviene dal Fondo Monetario Internazionale». I contenuti della legge di stabilità confermano in maniera inequivocabile la vera intenzione del Governo Letta: dare il colpo finale al welfare del nostro Paese e ai lavoratori pubblici. Ancora pesanti tagli a Sanità ed Enti locali, ancora blocco del rinnovo dei contratti, ancora giro di vite sul turn-over con una pesante riduzione delle già minime percentuali previste per le nuove assunzioni e per la stabilizzazione del personale precario. Non solo. Nella manovra sono previste l’abolizione della “reformatio in peius”, che apre la strada al demansionamento e alla conseguente riduzione dello stipendio per i dipendenti pubblici, mentre si allarga la platea di coloro che percepiranno il trattamento di fine servizio con differimento pluriennale.

In sostanza, ancora tagli ai servizi pubblici e ancora sacrifici imposti al mondo del lavoro dalle politiche della Troika. Tutto ciò accade mentre i sindacati complici del governo delle larghe intese chiedono l’apertura della contrattazione solo per la parte normativa, che significa applicazione integrale della Riforma Brunetta e zero centesimi in busta paga. Sullo striscione che rappresenterà i lavoratori pubblici allo sciopero ci sarà scritto: “RIPRENDIAMOCI IL WELFARE, ROVESCIAMOLI!”

I preparativi per lo sciopero sono in corso in parecchie categorie. Proprio mentre scriviamo, un gruppo di lavoratori del trasporto aereo, sostenuti dall'Usb, ha da poco dato vita ad un flash mob nell’aeroporto intercontinentale Leonardo Da Vinci di Fiumicino. Mentre migliaia di aeroplanini di carta sono stati lanciati per l'aerostazione, sotto gli sguardi incuriositi dei passeggeri, i lavoratori hanno srotolato lo striscione “ RIMETTIAMO IN ROTTA IL TRASPORTO AEREO”.

Al centro dell’iniziativa la grave crisi del settore e lo sciopero generale del prossimo 18 ottobre, proclamato dall’USB insieme ad altre sigle sindacali di base.

Malgrado rappresenti un asset strategico per il Paese, il Trasporto Aereo soffre le conseguenze di una politica a favore delle privatizzazioni, liberalizzazioni senza regole e della deregolamentazione del mercato del lavoro. Un sistema in cui la speculazione privatistica è stata anteposta ai lavoratori e agli interessi collettivi dell'intero settore.

L’intero sistema aeroportuale, dai vettori agli handlers, fino ad arrivare all’indotto, ha patito una crescita esponenziale di precarietà, cassa integrazione e mobilità determinando un drammatica emergenza occupazionale.

Dal 2003 il governo parla di riforme, di regole valide per tutti, di taglio ai contributi pubblici a chi non paga neanche tasse e contributi, ma allo stato attuale l’unico dato certo è la deindustrializzazione dell' intero settore. L’USB chiede che si lavori su un piano di sistema che riparta dall'occupazione e da una politica generale sul Trasporto Aereo. Anche per queste ragioni, i lavoratori del settore sciopereranno il 18 ottobre e saranno in piazza alla manifestazione nazionale a Roma.Ma l’USB denuncia che per lo sciopero generale Alitalia ha “comandato” a lavorare più del 50% dei dipendenti in turno, nonostante la normativa ne preveda soltanto il 30%.

È evidente l'intento di Alitalia: impedire l'esercizio di sciopero e imbavagliare il dissenso, in una fase in cui si parla di altri migliaia di posti di lavoro a rischio. L’USB denuncerà in tutte le sedi opportune la grave violazione di un diritto costituzionalmente riconosciuto, messa in atto da quegli stessi dirigenti Alitalia che tanto hanno contribuito a far colare a picco la nostra compagnia di bandiera.

Intanto sarà a Roma il 16 e il 17 ottobre, domani e dopodomani, il “Caravan Tour” organizzato dalla USB P.I. Giustizia, che dopo aver attraversato gli uffici giudiziari dal sud al nord Italia, chiamando i lavoratori in assemblea e coinvolgendo la cittadinanza sull’ “Odissea della giustizia”, approda infine nella capitale prima dello sciopero generale del 18 ottobre, proclamato dall’USB ed altre sigle sindacali di base. Partito il 30 settembre da Taranto, Il “Caravan tour - Odissea della Giustizia”, si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle recenti riforme delle circoscrizioni giudiziarie, nonché sullo stato disastroso in cui versa la giustizia e le gravi ripercussioni che esse hanno sui lavoratori e sui cittadini.

L’iniziativa ha visto il coinvolgimento di centinaia di lavoratrici e lavoratori del settore, intervenuti nelle assemblee e nei sit-in di protesta. Nelle assemblee è stata votata a grande maggioranza l’adesione allo sciopero generale del 18 ottobre e la partecipazione alla manifestazione nazionale, che partirà alle ore 10 da piazza della Repubblica, contro l’austerity, i diktat della troika e le manovre lacrime e sangue.

Checchino Antonini

15/10/2013 www.liberazione.it

 
 
 
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